[24/05/2012] News

Quello che non si è capito della green economy

Crisi ecologica e crisi economica, una straordinaria opportunità (2)

Seconda puntata dell'importante documento dei due storici ambientalisti in esclusiva per greenreport.it

Seguiamo da alcuni decenni la vicenda ecologia - energia, controllo del territorio, reti di trasporti, ecologia urbana, uso efficiente delle risorse fisiche, cambiamenti climatici - e, man mano che si veniva profilando la crisi dell'impianto ecconomico e produttivo, ci siamo convinti che proprio la crisi ecologica - la cui urgenza abbiamo cercato di delineare - rappresentasse una straordinaria opportunità per costruire una risposta razionale alla crisi economica.

Nel dibattito internazionale è entrata, è vero, la tematica della green economy, ma essa ha presto assunto, anche per gli economisti più sensibili come Amartya Sen, non la prospettiva di elemento sostanziale per modificare a fondo un modello di crescita rovinoso, quanto quella di un filone aggiuntivo che poteva essere considerato, accanto agli altri, nell'usuale valutazione del ritorno degli investimenti (e dunque presto messo in crisi dalla difficile reperibilità, appunto, degli investimenti). Oppure si è guardato alla green economy piuttosto come ideologia di progresso: our common future, Obama (di qualche tempo fa), Decennio Unesco per l'Educazione allo Sviluppo Sostenibile. In realtà, come è stato sottolineato a ragione con ironia, "un tema domenicale, un tema precipuo delle omelie".

Dovrebbe sorgere il sospetto che è sbagliato tenere separati, o relegare nella politica dei "due tempi",  i diversi aspetti della crisi, quello finanziario ed economico-produttivo da quello delle risorse naturali, dell'ambiente, dei cambiamenti climatici. Ed è ormai consuetudine che anche nei grandi convegni internazionali sull'economia e sulle politiche economiche risuoni qualche voce autorevole a sottolineare questa esigenza. "After no more heard", direbbe il grande bardo.

Riteniamo che alla base di questa considerazione di pratica irrilevanza di una eventuale riconversione ecologica dell'economia ci sia una sostanziale incomprensione di ambedue i termini del binomio crisi economica - crisi ecologica dovuta ad una diffusa incapacità ad interessarsi in modo appropriato delle questioni scientifiche, da parte della cultura economica e della cultura politica. Siamo ben consapevoli del rischio al quale ci espone questa affermazione: e chi si credono di essere questi che vorrebbero far lezione a tutti! O meglio, sulla crisi ambientale abbiamo riassunto rapidamente l'aspetto fondamentale e siamo pronti a renderne conto. L'hybris riguarda più propriamente l'avventurarsi sul terreno dell'economia, ma viste le cautele, o le reticenze, di molti grandi economisti, proveremo tuttavia a dire i nostri argomenti.

Nel mondo l'attenzione e il dibattito sulla crisi dell'impianto economico e produttivo si sono concentrati soprattutto sugli aspetti finanziari della crisi, in particolare per quanto riguarda i possibili interventi per uscire dalla crisi e ridare stabilità all'impianto, salvo poi indicare nel rilancio della crescita una condizione necessaria.  Alquanto difficile da realizzarsi, come vediamo, giorno dopo giorno.

Sulla crisi della strumentazione finanziaria, sulla mutazione dal capitalismo industriale al capitalismo finanziario, abbiamo letto analisi interessanti, sforzi commendevoli di scientificità e proposte utili sulle transazioni finanziarie, sulla necessità di misurare il potere delle agenzie di rating, sul ruolo di governo che dovrebbe essere assunto, in particolare, da appropriate istituzioni europee.                                                                                                                                      Proposte certo da avanzare, ma, come si è detto, esse non rappresentano una terapia stabile alla vulnerabilità del bilancio aggredito dal debito e,  si aggiunge,  se non si rilancia la crescita. Anzi, perseguire il pareggio di bilancio senza una prospettiva seria di crescita - si sostiene ormai da più parti - ci porta diritti nella recessione, come peraltro sta accadendo in Italia e non solo. E tuttavia un rilancio della crescita appare  difficile nella situazione data.

Ma come si è arrivati a questa situazione? Proponiamo un' analisi essenziale di come si sia sviluppata la crescita del disavanzo e del debito e in quale contesto sia avvenuta la mutazione dal capitalismo industriale al capitalismo finanziario...

2. continua

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