[24/05/2012] News

Scoppia il caso della discarica Corcolle-Villa Adriana

Legambiente: «Scelta oscena. Ha ragione il ministro Clini»

Nel Lazio è esplosa un'altra grana ambientale, quella della discarica di Corcolle. Italia Nostra Roma oggi ha consegnato alla Procura della Repubblica di Roma un esposto nel quale esprime «Il proprio sconcerto e la viva preoccupazione per la documentazione sottoposta al Governo, che ha portato al precipitoso e improvvido "via libera" del Sottosegretario Catricalà». L'associazione «Ipotizza che il comportamento delle autorità possa configurare un eventuale disastro ambientale, danneggiamento delle bellezze naturali, danneggiamento e deturpamento del patrimonio storico e archeologico della Nazione, danno alla salute dei cittadini (art.36 Costituzione) ed inquinamento delle falde».

Il presidente di Italia Nostra Roma, Carlo Ripa di Meana, chiede  alla Procura della Repubblica  «Di accertare i fatti ipotizzati e chiede, infine di essere ascoltato dagli inquirenti». L'esposto è corredato da un'impressionante documentazione per completezza e dettaglio. Italia Nostra Roma riprende una recente uscita del Governo e «Chiede al Presidente Monti che la verità sia l'unica ragione di Stato. Italia Nostra Roma chiede verità sulle documentazioni ancora ignote e oscure prodotte dal Commissario Pecoraro per avallare la sua ossessiva ed inquietante determinazione nel considerare Corcolle-Villa Adriana l'unico sito idoneo». Sull'operazione hanno espresso pesanti riserve anche l'Unesco che minaccia di cancellare Villa Adriana dai siti patrimonio mondiale, il Wwf ed altre associazioni.

Secondo il vicepresidente di Legambiente, Stefano Ciafani, «Corcolle è un pericoloso vicolo cieco. I molteplici vincoli a cui è sottoposta quell'area, evidenziati correttamente dal ministro dei beni culturali Lorenzo Ornaghi, faranno inevitabilmente fioccare una miriade di ricorsi, che avranno come conseguenza il blocco dei lavori e dunque ulteriori ritardi e nessuna soluzione per i rifiuti di Roma che così rischiano seriamente di essere accumulati per strada o smaltiti in un sito d'emergenza da attrezzare in poche settimane. Su questa decisione il commissario Pecoraro va fermato e Monti dovrebbe revocare il commissariamento, strumento fallimentare per affrontare l'emergenza rifiuti come dimostra 18 anni di storia del centro sud Italia. La via da seguire per risolvere il problema rifiuti della Capitale, infatti, è già stata tracciata all'interno del Piano per Roma proposto dal Ministro dell'Ambiente Clini, nel quale, giustamente, s'inverte completamente l'impostazione puntando innanzitutto all'aumento del riciclaggio da raccolta differenziata per poi utilizzare la discarica solo per le quantità residuali dopo il trattamento negli impianti esistenti in città ma mai entrati in funzione a regime. In due anni si può arrivare al 65%, come dimostrato in altre grandi città italiane a partire da Salerno, con investimenti adeguati ma soprattutto rapidi».

Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, assicura: «Legambiente anche nei prossimi giorni continuerà a essere al fianco dei cittadini contro la scelta oscena di Corcolle e ci conforta sapere che sono con noi l'ormai ex presidente del Consiglio superiore dei Beni Culturali e gli stessi Ministri dell'Ambiente e della Cultura. Ci sono tante cose, però, che non tornano in queste ore di febbrile discussione: se il prefetto sta per chiudere l'atto della conferenza dei servizi come ha affermato, quali sono i pareri del Comune di Roma e della Regione Lazio, visto che solo la Provincia di Roma ha reso noto il suo contrario? Se è vero che gli studi tecnici dell'Università di Tor Vergata e dell'Arpa non danno alcun via libera alla discarica, su cosa si baseranno le decisioni del commissario? Che fine ha fatto il piano per Roma per la differenziata e perché Comune e Ama continuano a non far partire il porta a porta e a dire che gli obiettivi di legge sono troppo alti? Troppe importanti domande inevase, troppe iniziative mai discusse con comitati e associazioni, sulla scelta Corcolle si misura la possibilità di un cambiamento delle politiche per la gestione dei rifiuti nella Capitale, che è ora di innovare profondamente».

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