[25/05/2012] News

In Kenya è guerra ai bracconieri: due sospetti uccisi e 32 arresti

I 3 container carichi di zanne di elefante sequestrati in Sri Lanka provenivano dal Kenya

Il comunicato stampa del Kenya wildlife service (Kws) sembra un bollettino di guerra: «Due sospetti bracconieri sono stati abbattuti, 32 arrestati, 6 armi da fuoco e 33 cartucciere recuperate in varie parti del Paese nelle  ultimi due settimane». 

I due presunti bracconieri sono stati uccisi il 23 maggio in una foresta ai confini dell'Aberdares National Park, mentre un altro, pur ferito, è riuscito a sfuggire agli agenti del Kws.  Il direttore del Kws, Paul Udoto, ha spiegato che «I sospetti avevano sparato ad un elefante ferendolo» e che nel loro accampamento sono state trovate e sequestrate «5 moto e  carne di bufalo ed  ippopotamo». 

Il 19 maggio, nei dintorni dell'area di  Ithumba, nel Parco nazionale di Tsavo East, in un'altra feroce battaglia con i ranger del Kws erano stati feriti 7 bracconieri che sono riusciti a fuggire, lasciando sul terreno due fucili AK-47. Il 12 maggio a Narok  i ranger hanno arrestato due sospetti armati di  che sono stati imprigionati nella  stazione di polizia di Narok, nella Lamu County. Sempre nella stessa contea, a Vitu, il 19 maggio è stato arrestato un altro bracconiere con un fucile e un caricatore e il 17 maggio, a Lakeside i bracconieri sono riusciti a fuggire, abbandonando però due moto e 200 kg di carne di ippopotamo.

Il Kenya, che basa una buona parte della sua economia sul turismo nei Parchi nazionali alla ricerca della grande fauna selvatica, fa parte di quei Paesi africani in cui il bracconaggio è endemico, malgrado la caccia non autorizzata sia vietata nel Paese dal 1977.

Ieri il Kenya wildlife service ha confermato il sequestro in Sri Lanka di tre container carichi di avorio che erano stati spediti dal porto di Mombasa: «Le indagini preliminari indicano che almeno uno dei container, il cui contenuto è ancora da verificare, proviene dalla Kenya revenue authority (Kra) del porto di Kilindini».

Due dei container sequestrati il 15 maggio nel porto di Colombo, la capitale dello Sri Lanka, erano arrivati nel Paese insulare asiatico attraverso Malaba una località al Kenya-Uganda. Secondo i documenti di spedizione, il terzo container  proveniva direttamente dalla capitale kenyana Nairobi. 

I tre container contenevano zanne di elefante destinate a diversi Paesi, tra i quali India, Emirati Arabi Uniti e Guatemala, ma i documenti di accompagnamento dichiaravano che contenevano rispettivamente scarti di plastica, vaschette di plastica e tronchi di teak. Era stato proprio il Kws a fornire le prime informazioni sui contenitori sospetti alla Lusaka agreement task force Lusaka Task Force (Latf) l'agenzia intergovernativa regionale che si occupa di contrastare il commercio illegale di fauna selvatica. La Laft a sua volta ha condiviso le informazioni con le forze dell'ordine internazionali e questo ha portato al sequestro dei tre container nello Sri Lanka. Un team congiunto Kws, Kra, polizia del Kenya e Latf sta indagando sulla vicenda che è probabilmente uno degli anelli della catena di traffici illegali rimpinguati dalla guerra dei bracconieri contro i ranger e gli animali in Kenya e in altri Paesi africani. 

 

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