
[29/05/2012] News toscana
Sono stati presentati oggi al Palacongressi di Firenze, da Unioncamere e dalla Scuola Sant'Anna di Pisa, i dati dell'Osservatorio regionale alta tecnologia, che testimoniano come il settore, nonostante la crisi e la congiuntura sfavorevole, riesca a "tenere" e addirittura a consolidarsi. Sono infatti 1.309 le imprese ht, (32.818 addetti) per un fatturato complessivo di oltre 8 miliardi di euro realizzato nel 2011: nel periodo 2009-2011 l'occupazione delle imprese high-tech è cresciuta del +1,7%.
Al di là dei dati sulla dislocazione delle aziende e sulla loro dimensione (il 62,3% delle aziende toscane ad alta tecnologia sono micro imprese, ma il grosso del fatturato e dell'occupazione è prodotto da medie e grandi aziende) più interessante a nostro avviso è il dato sull'indagine effettuata su 1.564 imprese toscane, di cui 935 imprese ad alta tecnologia, distinte fra "high-tech gold" (60,8%), che hanno una elevata propensione all'innovazione ed un alto sviluppo di competenze (umane e finanziarie) in ricerca e sviluppo, e "high-tech silver" (39,1%), che hanno sempre un'elevata propensione all'innovazione ma una bassa tendenza, in confronto alle precedenti, a sviluppare competenze in ricerca e sviluppo. Le imprese "gold" sono mediamente più piccole delle "silver", ma occupano una quota più elevata di addetti in attività di ricerca e sviluppo.
Quello delle life science è il settore in cui è presente il maggior numero di addetti (circa 7.800) e di fatturato generato nell'anno 2011 (2,5 miliardi di euro) mentre, guardando alla crescita, i settori dell'energia-ambiente e del life science sono quelli più in salute.
I dati del rapporto sono stati commentati dall'assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini (foto): «Le imprese hi-tech sul territorio toscano e, fra queste, in particolare quelle dei settori Ict e scienze della vita, stanno dimostrando di reggere meglio alla crisi, sia in termini di occupazione, che di fatturati.
E' un risultato che ci conforta nello sforzo per sostenere la propensione alla ricerca e all'innovazione del nostro sistema produttivo e per valorizzare le eccellenze in campo scientifico, mettendole in più stretto collegamento con le esigenze competitive delle imprese. Quella dell'innovazione è una sfida ineludibile - ha continuato l'assessore - un passaggio obbligato per la crescita economica e sociale della Toscana. Il sistema toscano dell'innovazione vede, nella nostra regione, la convivenza di alcune eccellenze scientifiche di livello internazionale con tante piccole e piccolissime realtà, sia nei settori del made in Italy che in quelli, di punta, dell'hi-tech.
Il nostro obiettivo è quello di rafforzare queste realtà favorendone, tramite l'innovazione e il trasferimento tecnologico, un riposizionamento competitivo sui mercati». Una buona politica industriale - che purtroppo il Paese non ha, come ha detto anche il presidente della Regione, Enrico Rossi - dovrebbe indicare quali sono i settori su cui occorre realmente innovare per avere vantaggi collettivi e quindi progresso, valutato con i parametri della sostenibilità. Su questi settori, una volta individuati, si dovrebbe puntare coadiuvandoli attraverso il sistema degli incentivi e non solo.
L'assessore ha poi illustrato come la Regione abbia rafforzato il sistema dell'innovazione e del trasferimento tecnologico, favorendo il dialogo il mondo della ricerca e quello dell'impresa. «Un intervento che ha visto la costituzione e la valorizzazione di Poli di innovazione e la creazione di cinque Distretti tecnologici che dovranno saper cogliere le opportunità offerte, anche dai bandi nazionali, per integrare competenze e conoscenze a sostegno di progetti con forti ricadute sui territori.
L'impegno della Regione va anche nelle politiche per l'incubazione e lo start up d'impresa e in tutta una serie di interventi che, grazie alle risorse della Regione, favoriscono progetti di ricerca e sviluppo, il consolidamento di reti di imprese, la creazione di servizi qualificati e di infrastrutture. Fra i più significativi già arrivati a conclusione, ricordo il bando per i progetti strategici, che a fronte di 61 milioni di finanziamenti ha attivato 120 milioni in ricerca e sviluppo, con 14 progetti di investimento di aziende grandi, piccole e medie».
In basi ai dati prodotti alcune indicazioni sulle politiche da attuare sono venute da Vasco Galgani, presidente di Unioncamere Toscana: «Questi buoni risultati dell'alta tecnologia, basati sul marcato sviluppo delle competenze, sulla capacità di valorizzazione economica dei risultati delle attività di ricerca e su una buona propensione all'internazionalizzazione, forniscono elementi di riflessione per progettare nuove policy di intervento a favore del sistema imprenditoriale regionale. Occorre infatti, da un lato, favorire la creazione di nuova imprenditorialità ad elevato potenziale innovativo, e dall'altro consolidare il tessuto di imprese ad alta tecnologia ad oggi esistente, spesso composto da piccole e micro imprese, favorendo ad esempio la proiezione sui mercati internazionali e l'accesso a risorse finanziarie in grado di sostenere processi di sviluppo ad elevata intensità di capitale», ha concluso Galgani.