[31/05/2012] News

Discariche nel Lazio. Commissione Ue “avverte” l'Italia: «Garantire adeguato pretrattamento dei rifiuti»

L’Italia deve conformarsi entro 2 mesi o l’Ue adirà alla Corte di giustizia dell'Unione europea

Non c'è pace per i rifiuti romani. Dopo le feroci polemiche dei giorni scorsi sulla discarica vicino all'area di  Villa Adriana, oggi la Commissione europea chiede all'Italia di «Conformarsi alla normativa dell'Ue sulle discariche a Roma. Vista l'interpretazione restrittiva della definizione di sufficiente pretrattamento dei rifiuti da parte delle autorità italiane, la discarica di Malagrotta nella regione Lazio contiene rifiuti che non hanno subito il pretrattamento prescritto e la Commissione è preoccupata in quanto altre discariche situate nella regione Lazio potrebbero trovarsi nelle stesse condizioni». 

La Commissione ricorda che «Le discariche che operano in violazione della normativa dell'Ue sui rifiuti costituiscono una seria minaccia alla salute umana e all'ambiente» quindi, su raccomandazione del commissario europeo all'ambiente Janez Potočnik, «La Commissione ha deciso di inviare un parere motivato all'Italia nel quale si richiede l'adempimento entro due mesi. In caso contrario, la Commissione potrà decidere di adire la Corte di giustizia dell'Unione europea».

La direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti è uno strumento fondamentale per prevenire o ridurre per quanto possibile gli effetti negativi sull'ambiente derivanti dalle discariche di rifiuti, durante l'intero ciclo di vita della discarica. Secondo il documento approvato oggi a Bruxelles, «Conformemente alla direttiva sulle discariche, queste ultime devono soddisfare determinate condizioni per essere operative. La normativa mira a proteggere la salute umana e l'ambiente contro gli effetti negativi della raccolta, del trasporto, dello stoccaggio, del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti»..La direttiva sulle discariche stabilisce che «I rifiuti devono essere trattati prima di essere interrati e cioè devono subire processi fisici, termici, chimici o biologici, inclusa la cernita, allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa e di facilitarne il trasporto o favorirne il recupero», ma ogni anno in Italia a dicembre arriva puntualmente la proroga al decreto che ha recepito la direttiva perché le nostre discariche molto spesso non sono in grado di rispettare le norme previste.

La nota della Commissione Ue evidenzia che «Da un'indagine Eu Pilot è emerso che nella discarica di Malagrotta, e forse in altre discariche del Lazio, parte dei rifiuti vengono interrati senza essere prima trattati. Nel piano di gestione dei rifiuti per la regione Lazio adottato nel gennaio 2012 sono emerse contraddizioni tra la capacità di trattamento meccanico-biologico nel Lazio e il quantitativo di rifiuti prodotto nella Regione. Il deficit di capacità ammonta a 126'891 tonnellate all'anno nella provincia di Latina e a più di un milione di tonnellate all'anno nella provincia di Roma. Di conseguenza, un rilevante quantitativo di rifiuti viene interrato senza subire un adeguato pretrattamento».

Il 17 giugno 2011 la Commissione aveva inviato una lettera di messa in mora all'Italia, ma le nostre autorità «Ritengono che i rifiuti interrati a Malagrotta dovrebbero essere considerati come se avessero subito un pretrattamento, in quanto sono stati sminuzzati prima di essere interrati». La Commissione europea ribatte che «Il fatto di sminuzzare o frantumare rifiuti indifferenziati prima di interrarli non è sufficiente in quanto occorre un trattamento meccanico-biologico dei rifiuti per stabilizzarne il contenuto organico, processo atto a ridurre il possibile inquinamento. La Commissione si preoccupa del fatto che non tutti i rifiuti che vengono interrati nelle discariche abbiano subito il prescritto trattamento meccanico-biologico. Inoltre, la Commissione rileva con preoccupazione che le autorità italiane non adottano misure sufficienti a ridurre i possibili effetti negativi sull'ambiente e gli eventuali rischi per la salute umana, come prescritto nella direttiva quadro sui rifiuti. Pertanto, la Commissione ha deciso di inviare all'Italia un parere motivato, concedendole due mesi per rispondere».

 

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