[01/06/2012] News

Il Popolo dell'acqua torna in piazza per dire "La Repubblica siamo noi"

Il popolo dell'acqua domani torna in piazza ad un anno dalla vittoria referendaria, costruita da una partecipazione sociale senza precedenti e lo fa scegliendo il 2 giugno, la Festa della Repubblica, con lo slogan "La Repubblica siamo noi". Cioè, ha spiegato nel manifesto il vastissimo comitato promotore, «le donne e gli uomini che nella propria quotidianità ed in ogni territorio lottano per la riappropriazione sociale e la tutela dell'acqua e dei beni comuni, per un welfare universale e servizi pubblici di qualità, per la dignità del lavoro e la fine della precarietà, per il diritto alla salute e all'abitare, per l'istruzione, la formazione e la conoscenza, per la trasformazione ecologica della produzione, a partire dal Forum Alternativo dei Popoli di Rio+20, per politiche di pace e cooperazione. Le donne e gli uomini che, come nel resto d'Europa, pensano che i beni comuni siano fondamento di un nuovo modello produttivo e sociale. Le donne e gli uomini che dentro la propria esperienza individuale e collettiva rivendicano una nuova democrazia partecipativa, dentro la quale tutte e tutti possano contribuire direttamente a costruire un diverso futuro per la presente e le future generazioni».

Chi scenderà in piazza domani (Piazza della Repubblica a Roma, ore 15) troverà una ragione in più per manifestare, rivolgendo il pensiero alle popolazione colpite dal terremoto, partecipando al loro dolore ed esprimendo solidarietà. «La vita e la salute delle persone, la tutela dei beni comuni e dei territori vengono prima di ogni profitto, spread o indice di Borsa» hanno sottolineato dal Comitato promotore. L'esigenza di scendere in piazza a manifestare è data da una severa critica all'azione del governo Monti e alla politica economico-finanziaria messa in atto in Europa.

«Da una parte BCE, poteri forti finanziari e Governo utilizzano la crisi economico-finanziaria per rendere definitive le politiche liberiste di privatizzazione dei beni comuni e dei servizi pubblici, di smantellamento dei diritti del lavoro, del welfare e dell'istruzione, di precarizzazione dell'intera vita delle persone. Dall'altra le politiche d'austerità ridimensionano il ruolo dell'intervento pubblico per poi alimentare l'idea che la crescita sia possibile solo attraverso investimenti privati, che in realtà si appropriano dei servizi e devastano il territorio».

Per quanto riguarda l'applicazione di ciò che i cittadini hanno stabilito con il referendum del 2011, il Comitato promotore riferendosi anche all'attuale governo sottolinea: «si ostinano a non riconoscerne i risultati e preparano nuove normative per consegnare definitivamente la gestione dell'acqua agli interessi dei privati, in particolare costruendo un nuovo sistema tariffario che continua a garantire i profitti ai gestori». Il riferimento è al documento elaborato dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas (adozione di provvedimenti tariffari in materia di servizi idrici) ora in consultazione, che non risponderebbe in modo compiuto al secondo quesito e reintrodurrebbe sotto mentite spoglie la remunerazione del capitale investito. 

 

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