
[08/06/2012] News
L'investimento socialmente responsabile Sri (Sustainable and responsible investment), è la pratica in base alla quale le considerazioni di ordine ambientale e sociale integrano le valutazioni di carattere finanziario che vengono svolte nel momento delle scelte di acquisto o vendita di un titolo o nell'esercizio dei diritti collegati alla sua proprietà.
In sostanza è una traduzione sul mercato dei principi della sostenibilità che si dovrebbe esplicare attraverso la selezione di titoli di società che soddisfano alcuni criteri di responsabilità sociale, cioè che svolgono la propria attività secondo principi di trasparenza e di correttezza nei confronti dei propri stakeholders (es. dipendenti, azionisti, clienti, fornitori), le comunità in cui sono inseriti e l'ambiente. Nei giorni scorsi a Roma si è conclusa la "Prima settimana italiana dell'Investimento Sostenibile e Responsabile", promossa dal Forum per la Finanza Sostenibile (associazione per la promozione della cultura della responsabilità sociale e ambientale nella pratica degli investimenti finanziari in Italia), dove esperti di livello internazionale si sono confrontati su approcci, metodologie, risultati e prospettive.
Durante le tre le sessioni tecniche sono state approfondite alcune problematiche lungo diverse fasi della filiera dell'investimento, partendo dalle metodologie per la valutazione delle performance ambientali, sociali e di buon governo delle imprese (cioè la scelta degli indicatori), passando al ruolo che l'analisi ESG (sugli aspetti ambientali, sociali e di governance) può avere nella selezione di titoli e nella gestione di portafoglio e concludendo con una riflessione sulle potenzialità dell'analisi extra finanziaria nel garantire il rispetto dei doveri fiduciari connessi ai mandati di gestione.
Nell'occasione il Forum per la Finanza Sostenibile ha istituito un premio per individuare e riconoscere l'investitore istituzionale italiano che si distinguerà, nei dodici mesi successivi al lancio, per la qualità del proprio operato nel campo dell'SRI, con l'obiettivo di «stimolare il mercato istituzionale a fare ulteriori passi avanti nell'adozione di politiche di investimento responsabili, così da colmare gradualmente il gap che ancora ci separa dai mercati finanziari europei più maturi» hanno dichiarato dal Forum.
Durante la giornata conclusiva dell'evento è stata firmata la "Carta dell'Investimento Sostenibile e Responsabile" da parte di Abi, Ania, Assogestioni e FeBAF (la Federazione delle Banche, delle Assicurazioni e della Finanza cui aderiscono), alla presenza del ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, che ha sottolineato la coerenza degli obiettivi della Carta con le linee di indirizzo del Governo e ha espresso la sua volontà di farsi partner dell'iniziativa.
Nel dettaglio, i tre principi contenuti nella Carta sono: Investimenti sostenibili e responsabili. La Carta confida che gli investitori istituzionali guardino con crescente attenzione alle variabili extrafinanziarie ambientali, sociali e di governance (Environmental, Social, Governance - ESG) così da assumerle come parte qualificante dell'analisi e dei processi di investimento per conto proprio e di terzi.
Ciò è in linea con la nuova strategia della Commissione Europea, secondo cui gli investitori possono contribuire ad una più efficiente allocazione del capitale e ad un migliore raggiungimento degli obiettivi di investimento di lungo periodo prendendo adeguatamente in considerazione le informazioni extrafinanziarie e integrandole nelle loro decisioni di investimento. Trasparenza. Le informazioni extrafinanziarie costituiscono un elemento di accountability importante che può contribuire ad incrementare la fiducia negli operatori nell'attuale contesto di riferimento. Nella Carta si confida pertanto che la disclosure di queste informazioni sia sempre più efficace e diffusa. Ottica di medio-lungo periodo. L'obiettivo strategico della sostenibilità dello sviluppo impone un cambiamento culturale, che guardi anche agli effetti di medio-lungo termine delle scelte di investimento.
Nella Carta si confida pertanto in una adeguata valorizzazione di questa prospettiva, da parte degli intermediari, sia nella fase di allocazione dei propri patrimoni e dell'offerta di investimenti, sia in quella di definizione dei sistemi di incentivazione dei manager.