
[14/06/2012] News
La Commissione europea espone le sue idee sulle modalità di fissazione dei totali ammissibili di cattura (Tac) e dei livelli di sforzo di pesca nelle acque europee per i pescatori europei nel 2013 e, per taluni stock, nel biennio 2013-2014. Gli Stati membri, i Consigli consultivi regionali (Ccr) e il Comitato consultivo per la pesca e l'acquacoltura (Ccpa) sono invitati a comunicare le loro opinioni per l'esame alla Commissione prima che la decisione finale sia presa.
Nella sua comunicazione - concernente una consultazione sulle possibilità di pesca per il 2013 - la Commissione delinea un nuovo approccio alla fissazione dei Tac per gli stock per i quali non si dispone di pareri scientifici basati su dati quantitativi completi. Tale approccio si basa sull'ottenimento di pareri qualitativi e sul ricorso a procedure meno esigenti in termini di dati nella formulazione di pareri da parte delle istituzioni scientifiche.
Il documento comunque è basato sui pareri scientifici relativi allo stato degli stock ittici sfruttati nelle acque europee e in quelle adiacenti nonché sui dati economici forniti dagli Stati membri.
La graduale eliminazione del sovrasfruttamento resta l'obiettivo della fissazione dei Tac, dei contingenti e dei livelli dello sforzo di pesca. Questo perché ponendo fine al sovrasfruttamento si potrà catturare altrettanto pesce con un'attività di pesca inferiore, un minor consumo di carburante e attrezzi da pesca di minori dimensioni. Ciò implica che ogni anno sia prelevata la proporzione più appropriata di pesci, lasciando il resto dei pesci crescere e riprodursi in mare nel momento di maggiore fecondità nella situazione ecologica del momento. Se si rispettano queste condizioni, a lungo termine il livello di cattura sarà tale da garantire il rendimento massimo sostenibile (MSY).
Nel 2002 la Commissione europea e gli Stati membri dell'Unione si sono impegnati a raggiungere l'obiettivo di pesca MSY entro il 2015. Nel 2006 la Commissione ha elaborato un piano per conseguire l'obiettivo MSY. Nel 2007 gli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, hanno incoraggiato la Commissione a operare per il conseguimento dell'MSY e hanno espresso consapevolezza della necessità di raccogliere pareri scientifici, attuare piani a lungo termine sulla base di valutazioni d'impatto e consultare le parti interessate.
Nel 2010 il Consiglio internazionale per l'esplorazione del mare (Ciem) ha elaborato un nuovo tipo di pareri sui livelli dei Tac atti a raggiungere l'MSY entro il 2015. Nel 2011 la Commissione ha basato le proposte dei Tac su questo nuovo approccio. Per il 2013 il Ciem intende sviluppare ulteriormente il quadro dell'MSY per fornire un parere quantitativo sugli stock per i quali non aveva finora potuto farlo. Questo sviluppo si fonderà su un ricorso più ampio a metodi di valutazione che risentano meno di informazioni mancanti e su un utilizzo maggiore e più sistematico delle valutazioni qualitative effettuate nell'ambito di un quadro quantitativo.
Il raggiungimento e il mantenimento dell'MSY può comportare un cambiamento nelle modalità di pesca: da una pesca intensiva su risorse scarseggianti a una pesca più efficiente su popolazioni più abbondanti. Ne potrà risultare la stessa o una maggiore quantità di pescato, ma con minore impatto sull'ambiente. Perché grazie a un'attività di pesca generalmente meno intensiva, potrà essere attenuato l'impatto della pesca sui fondi marini. Potranno diminuire le catture accessorie di organismi vulnerabili come focene, delfini e altri mammiferi marini. Potrà diminuire anche il consumo del carburante - fattore importante in un periodo in cui i prezzi del carburante sono alti - poiché occorre meno tempo per catturare una tonnellata di pescato da uno stock abbondante che da uno spopolato. In questo modo, ossia con il minore consumo di carburante da parte dei pescherecci, potranno essere ridotte le emissioni di carbonio.
Un altro effetto positivo del nuovo approccio potrà essere la diminuzione dei rigetti. Gli stock sottoposti a sfruttamento intensivo sono costituiti per lo più da pesci di piccola taglia e di scarso valore, che vengono rigettati in mare o perché di poco valore sul mercato o perché sotto taglia, per cui secondo le norme vigenti non possono essere legalmente sbarcati. Riducendo il tasso di cattura, più pesci avranno la possibilità di crescere fino a raggiungere dimensioni che abbiano un valore commerciale e per i pescatori sarà molto più facile catturare pesci di buone dimensioni senza pescare anche quelli più piccoli.