
[18/06/2012] News
Un progetto Fao-Italia per i giovani e le donne
Ad urne chiuse i Fratelli Musulmani hanno indetto stamattina una conferenza stampa al Cairo ed hanno dichiarato il loro candidato, Mohammed Morsi, vincitore del ballottaggio per le presidenziale in Egitto, dicendo che nei conteggi parziali in 12.793 seggi è in testa già di oltre un milione di voti su Ahmed Shafiq, l'ex premier del regime di Mubarak che è sostenuto dai militari. Non a caso la conferenza stampa si è tenuta mentre per le strade già echeggiava lo slogan «Abbasso il dominio dei militari» ed ora il rischio più grosso è proprio quello di un confronto tra Fratelli Musulmani ed esercito che fino ad ora avevano trovato un tacito accordo per far fuori le frange progressiste della rivoluzione egiziana. Al Jazeera dice che Morsi, nel suo primo intervento post-elettorale, si è rivolto «Alle famiglie dei martiri uccisi durante la rivoluzione», promettendo di ripristinare i loro diritti in uno «stato di diritto», poi ha cercato di tranquillizzare i cristiani copti d'Egitto, che avrebbero votato in gran parte per Shafiq per paura dell'introduzione della legge islamica, promettendo che anche loro faranno parte della «Nostra famiglia» ed assicurando che come presidente non cercherà vendetta ma lavorerà per tutti gli egiziani: «Grazie a Dio, che ha guidato il popolo d'Egitto lungo la strada giusta, il sentiero della libertà e della democrazia - Lavorerò per uno Stato di diritto civile, democratico e moderno». Ma a quanto pare i giovani rivoluzionario che sognavano un Egitto democratico e laico non credono a Morsi ed hanno disertato le urne, facendo calare la partecipazione al secondo turno al 46%.
La vittoria del candidato dei Fratelli Musulmani sembra confermata da altre voci non ufficiali e da media locali e internazionali. Alle 3 di notte i dati parziali in possesso di Al Jazeera davano già Morsi al 52%, dopo il quotidiano indipendente El Shorouk dava la vittoria del candidato islamico già al 55% e i festeggiamenti a piazza Tahir, i luogo dal quale è partita la rivoluzione egiziana, sono già iniziati. Ma la fratellanza musulmana, che è convinta della vittoria perché ha una capillare rete di informatori in tutti i seggi, teme un colpo di coda dei militari che potrebbero essere tentati di truccare il voto prima del loro annuncio ufficiale previsto per il 21 giugno rate. In questo senso sono preoccupanti le dichiarazioni di Shafiq che prima ha detto che diversi media locali non confermerebbero la vittoria di Morsi e poi in una nota ha parlato di estese frodi elettorali: «I sostenitori dei Fratelli Musulmani hanno offerto ingenti somme di denaro e rifornimenti alimentari per corrompere gli elettori e farli votare per il candidato dei Fratelli Musulmani Mohammed Morsi. Hanno usato l'intimidazione, le minacce e la violenza contro i sostenitori del candidato Ahmed Shafiq». Non solo, Shafiq ha poi annunciato di essere lui innegabilmente in vantaggio con il 52% dei voti e la situazione si sta facendo sempre più tesa.
Comunque vada il nuovo si troverà ad affrontare una situazione esplosiva: stanotte il Consiglio supremo delle forze armate (Scaf), il governo militare di transizione dell'Egitto, ha lanciato un altro pesante avvertimento con la pubblicazione ad urne chiuse dei "constitutional annex", che delineano i poteri del nuovo Presidente della Repubblica e che sembrano molto limitati: per esempio non può dichiarare guerra senza l'approvazione dello Scaf, ma prevede l'utilizzo dell'esercito per sedare "disordini" all'interno del paese, una cosa che ha davvero poco a che fare con lo "stato di diritto" invocato da Morsi. La settimana scorsa lo Scaf aveva sciolto il nuovo Parlamento dominato dagli islamisti perché una sentenza della Corte suprema aveva definito incostituzionale la legge elettorale che permetteva ai partiti politici di competere per i posti riservati ai candidati indipendenti. Così i militari si sono riappropriati dal controllo del processo legislativo e del bilancio del'Egitto con un decreto che recita: «Il Consiglio supremo delle forze armate esercita i poteri di cui alla prima frase dell'articolo 56 [l'articolo sul potere legislativo] ... fino all'elezione della nuova Assemblea del popolo». Siamo più o meno alla dittatura militare e il decreto di ieri sulle nuove elezioni legislative le rimanda a dopo l'approvazione di una nuova Costituzione. I militari hanno deciso di riattivare l'assemblea parlamentare costituente di 100 membri che avevano sciolta, ma hanno avvertito che se si «Imbatterà in ostacoli» (cioè se non farà quel che vogliono i generali) lo Scaf la sostituirà. Oggi la Giunta militare ha però detto che passerà i poteri al presidente eletto.
I Fratelli Musulmani, mentre annunciavano la loro vittoria, hanno definito il decreto dello Scaf «Nullo e incostituzionale» e il coordinatore ella campagna elettorale di Morsi, Ahmed Abdel Atti, ha detto di aspettarsi «Nel prossimo futuro un'azione popolare contro il decreto».
Fortunatamente, mentre la confusione e i rischi sono grandi sotto il cielo d'Egitto, qualcuno sta pensando anche al futuro del più importante Paese arabo: la Fao ha annunciato «Un nuovo progetto di sicurezza alimentare e nutrizionale in favore delle donne e dei giovani egiziani» che è finanziato dal governo italiano con 3 milioni di dollari. «Il progetto mira a migliore la sicurezza alimentare e nutrizionale attraverso l'aumento della produzione alimentare, l'educazione alla nutrizione per donne e giovani ed il rafforzamento delle capacità delle istituzioni nazionali e decentrate».
La Fao ricorda il quadro della grande crisi egiziana che ha fatto da sfondo alla rivoluzione e alla crisi politica post-rivoluzionaria: «Il tasso di disoccupazione giovanile e femminile in Egitto è stimato a circa il 25%, molto al di sopra quindi della media nazionale pari al 10%. Allo stesso tempo, indagini sulla salute pubblica hanno mostrato come in Egitto la malnutrizione sia la causa alla radice di circa un terzo delle malattie che colpiscono il bambini sotto i cinque anni d'età».
Il progetto prevede l'avvio di "Scuole Agricole di Campo e di Vita" per i giovani ed Orti comunitari modello «Che offriranno a giovani e donne l'opportunità di gestire la propria microimpresa di produzione alimentare. Essi impareranno a coltivare alimenti e ad allevare piccoli animali e potranno così migliorare il reddito delle proprie famiglie vendendo i prodotti alimentari in surplus. Ulteriore formazione sulla produzione di fertilizzanti organici, inoltre, permetterà alle famiglie di evitare l'acquisto di costosi fertilizzanti - spiega la Fao - La formazione includerà anche temi quali: la trasformazione e la conservazione di alimenti; la gestione del budget familiare; la registrazione delle spese; microcredito ed opportunità di risparmio; tecniche di miglioramento nella preparazione e nelle pratiche di consumo di alimenti; sicurezza e igiene degli alimenti. Il progetto prevede una componente di educazione alla nutrizione. In particolare, in associazione con le comunità locali, verranno intraprese una serie di iniziative educative e di comunicazione (Behaviour change communication programs) volte a promuovere migliori pratiche alimentari».
Per ridurre la malnutrizione minorile, le iniziative finanziate dall'Italia «Promuoveranno la diversificazione e l'igiene degli alimenti, la pianificazione familiare, l'allattamento al seno e pratiche complementari di allattamento. Il progetto utilizzerà anche radiodrammi, spot radiofonici, video ed eventi per promuovere messaggi di educazione alla nutrizione, mentre cucine comunitarie offriranno alle donne l'opportunità di incontrarsi regolarmente ed utilizzare le conoscenze acquisite per preparare pasti sani con frutta e verdure prodotte nei loro orti. A loro volta, anche personale dei governi locale e nazionale e lavoratori delle comunità locali riceveranno corsi.