
[18/06/2012] News
La Norvegia ha stanziato altri 3,6 milioni di dollari nei progetti di bonifica del famigerato impianto di stoccaggio delle scorie nucleari di Andreeva Bay, nella penisola di Kola, in Russia ma a due passi dal suo confine nord-orientale. Nei giorni scorsi la nuova governatrice della regione russa di Murmansk, Marina Kovtun e il presidente della contea norvegese del Finnmark, Gunnar Kjonnoy, hanno firmato a Vadso, il capoluogo del Finnmark, un accordo che punta alla realizzazione di progetti congiunti sulla sicurezza nucleare, in particolare per portare avanti le iniziative avviate ad Andreeva Bay.
Nel 2008 la Norvegia aveva dato ai russi 2,4 milioni di dollari (58 milioni di rubli) per ripristinare il disastrato impianto di stoccaggio dei rifiuti nucleari di Andreeva Bay, dove le scoruie sono stoccate all'aperto nel più grande deposito nucleare, che si trova a 48 chilometri dal confine norvegese, che allora conteneva circa 21.000 elementi di combustibile nucleare esaurito, 35 tonnellate di materiale radioattivo e 12.000 metri cubi di scorie nucleari solide e liquide provenienti soprattutto da sottomarini e rompighiaccio a propulsione nucleare. Un impianto di stoccaggio realizzato circa 40 anni fa dall'Unione sovietica come struttura provvisoria.
A partire dai primi anni 2000 partner stranieri come Italia, Gran Bretagna, Svezia e Norvegia stanno finanziando progetti e preparativi per la rimozione delle scorie nucleari, ma diversi esperti internazionali si sono detti più volte preoccupati per le minacce ambientali poste dai siti nucleari russi a causa della scarsa manutenzione e del rigido clima Artico che potrebbero causare uno grosso sversamento di sostanze nucleari nella baia del mare di Barents.
Kovtun durante il summit bilaterale ha spiegato: «Questo è un grave pericolo. Un pericolo giornaliero, si tratta di una bomba al rallentatore. Abbiamo bisogno di mettere tutte le nostre per la soluzione di questo problema, ed i norvegesi lo capiscono. Sono attenti alla natura e vogliono collaborare con noi su questo tema».
Kjonnoy ha ricordato che i rapporti con il precedente governatore di Murmansk, Dmitry Dmitrienko, erano pessimi e che questo aveva praticamente bloccato ogni progresso sulla bonifica della pattumiera nucleare russa, così la Norvegia aveva cominciato a dubitare che la regione di Murmansk fosse davvero interessata ai finanziamenti per bonificare Andreeva Bay e stava pensando di rompere l'accordo di partnership con la Russia. Il ministero degli esteri norvegese aveva persino proposto che i russi cercassero i finanziamenti per la bonifica attraverso la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers), ma la Kovtun risponde: «Certo, da un lato, nuove fonti amplierebbero le possibilità di finanziamento, ma credo che sia una cattiva idea di cambiare cavallo in corsa, Con quel che abbiamo fatto fino ad ora, ci troveremmo ad affrontare nuovi vincoli burocratici che porterebbero a un rallentamento di tutto il processo. Pertanto, ho parlato con il governatore del Finnmark ed ho sottolineato che vogliamo lasciare le cose come sono».
Il problema è che la Norvegia ha già speso 700 milioni di rubli per la bonifica dell'Andreeva Bay, finanziamenti che sono serviti a costruire strade, un complesso residenziale e amministrativo e per iniziative di messa in sicurezza come un bacino portuale, una sala da pranzo, un centro di formazione e un acquedotto. Dopo aver speso tutti questi soldi i norvegesi non vogliono che il progetto di bonifica vera e propria resti sulla carta e hanno stanziato altri 100 milioni di rubli, 60 milioni dei quali verranno spesi per adattare le strade ai mezzi pesanti che trasportano combustibile nucleare esaurito e scorie radioattive. Un secondo contratto prevede 25,5 milioni di rubli per manutenere le opere in corso di realizzazione.
Alexander Krasnoshyonkov, direttore della divisione Northwest di SevRao, che gestisce le scorie nucleari, sottolinea: «Se parliamo delle prospettive di Andreeva Bay, stiamo costruendo un complesso per il trattamento del combustibile nucleare esaurito e delle scorie radioattive. Una parte è già stata costruita, ma una parte rimane solo in progetto. SevRao sta realizzando workshop fondamentali. Il primo workshop è quello sulla costruzione dell'unità di stoccaggio per le scorie nucleari esaurite e che supervisionerà tutta la bonifica del combustibile nucleare esaurito, dal re-sheathing e dal suo pakaging in container per la spedizione alla Mayak Chemical Combine negli Urali meridionali. Il secondo workshop riguarderà il condizionamento delle scorie da inviare a Sayda Bay, un ex villaggio di pescatori annesso dai militari per lo stoccaggio di scafi e dei compartimenti dei reattori dei sottomarini nucleari». Alexander Rogachyov, a capo della divisione internazionale di SevRao sottolinea che «La costruzione di questi impianti è stata finanziata dagli italiani. Saranno aperti con delle cerimonie il 12 al 13 di luglio».
Secondo Andrei Zolotkov, responsabile di Bellona Murmansk, «Le costruzioni o le aree di lavoro ad Andreeva Bay non stanno procedendo a un ritmo impressionante, ma il ritmo attuale fa sperare che le operazioni preparatorie saranno completate presto. Sarebbe auspicabile che il lavoro fondamentale di scarico del combustibile nucleare esaurito dalle strutture di stoccaggio a secco di Andreeva Bay iniziasse negli prossimi anni. Il progetto internazionale e molto simile al Lepse project che è stato in attesa per 18 anni», si tratta degli anni di pianificazione per rimuovere il combustibile nucleare esaurito dalla Lepse, la prima nave nucleare entrata in servizio, che contiene 639 elementi di combustibile esaurito, molti dei quali danneggiati. La nave è attualmente ormeggiata ad Atomflot, il porto della flotta dei rompighiaccio nucleari russi, a 2 chilometri da Murmansk, dove abitano 400.000 persone.
Zolotkov sottolinea che «Nella cooperazione russo-norvegese c'è anche un punto di contatto spinoso: le emissioni dalla filiale di Kola della Norilsk Nikel, vicino al confine, sul quale non può essere raggiunta una comprensione reciproca. Forse il nostro governatore si impegnerà per dare una soluzione a questo problema. Le emissioni tossiche dalla fonderia inquinano l'aria sia in Russia che in Norvegia».
Per il 12 settembre, Finnmark e Murmansk hanno programmato una cerimonia per celebrare il completamento di un progetto avviato nel 2001: la sostituzione di stronzio che alimenta 90 Radioisotope thermoelectric generators (Rtg) per le attrezzature per la navigazione marittima, con fari che funzionano a energia solare.
Gli impianti Rtg, spesso situati in località remote, sono mal protetti e rappresentano un facile bersaglio per i terroristi e un pericolo radiologico per chi passa nei dintorni. Inoltre sono stati segnalati furti di metallo che hanno lasciato esposti i nuclei di stronzio. La Norvegia ha finanziato l'operazione di passaggio dai dispositivi a stronzio a quelli ad energia solare e degli specialisti russi hanno realizzato il progetto. In totale dalle coste del Mar di Bianco e del Mar di Kola sono state rimosse 180 sorgenti di radiazioni pericolose, un lavoro che ha ricevuto molti riconoscimenti, tanto che ora l'esperienza degli Rtg viene applicata anche nel Mar Baltico, dove la Norvegia ha già investito 280 milioni di rubli per cambiare gli Rtg radioattivi con fari alimentati ad energia solare. I norvegesi prevedono anche di investire altri 9 milioni di rubli per smantellare dispositivi Rtg altamente radioattivi delle forze armate e per avviarli allo stoccaggio temporaneo. Attualmente nel Baltico rimangono 18 Rtg e da installare 38 batterie solari.