
[19/06/2012] News
Un nuovo studio sulla rabbia nei pipistrelli vampiri in Perù ha scoperto che l'abbattimento di pipistrelli, una strategia comune per tenere sotto controllo la diffusione della rabbia, non solo non riduce i tassi di esposizione alla rabbia nelle colonie di pipistrelli, ma può anche essere controproducente.
Secondo il team di scienziati peruviani e statunitensi guidato da Daniel Streicker dell'Odum school of ecology dell'università della Georgia, i risultati del loro studio, pubblicato su Proceedings of the Royal Society B, potrebbero aiutare i ministeri della sanità e dell'agricoltura del Perù a sviluppare metodi più efficaci per prevenire le infezioni di rabbia nell'uomo e negli animali. Pejman Rohani, della School of public health dell'università del Michigan, sottolinea che «Il nostro studio rappresenta un significativo passo avanti nella ricerca di una classe importante di malattie infettive in un ambiente dove l'impatto economico sul bestiame e l'impatto sugli esseri umani è sostanziale».
Infatti la rabbia è un problema molto serio in Sud America: nella foresta amazzonica stanno aumentando i casi di decessi umani ed ogni anno a causa di questa malattia muoiono migliaia di capi di bestiame. La rabbia è presente nella maggior parte delle popolazioni sudamericane di pipistrelli, ma i pipistrelli vampiro, che si nutrono solo di sangue di mammiferi sono responsabili della maggior parte delle infezioni di rabbia umane e sul bestiame e l'espansione di allevamento di bovini e di insediamenti umani in aree dove esistono consistenti popolazioni di pipistrelli vampiro ha solo aggravato il problema.
Negli anni '70 in Perù gli sforzi per tenere sotto controllo la diffusione della rabbia si sono concentrati sul puro e semplice abbattimento dei pipistrelli vampiro, utilizzando anche il veleno o addirittura gli esplosivi, partendo dal presupposto che riducendo le dimensioni delle colonie di pipistrelli si sarebbe anche ridotta la diffusione del virus della rabbia.
Streicker, Rohani e i loro colleghi hanno cercato di capire se questo fosse vero e come gli impatti delle attività umane, come l'agricoltura e gli abbattimenti, influenzino il sistema rabbia/pipistrello vampiro. Per questo hanno indagato in 20 siti di campionamento in Perù, prelevando ripetutamente campioni di sangue dai pipistrelli vampiri nell'arco di 40 mesi e raccogliendo dati sulla dimensione delle colonie che vanno da 16 a 444 individui, così come sulla dimensione del patrimonio zootecnico locale. Inoltre hanno cercato di capire quanto spesso i pipistrelli vengano abbattuti, se non completamente eradicati, in ogni sito.
I risultati si sono rivelati una vera e propria sorpresa: «Il virus era presente in ogni colonia, indipendentemente dalle sue dimensioni, quasi ogni volta che sono stati presi campioni».
Streicker spiega: «Abbiamo scoperto che la rabbia c'è comunque e la dimensioni della colonia di pipistrelli non lascia prevedere la percentuale di pipistrelli che sono esposti al virus. Questo è importante perché se non c'è alcuna relazione tra la densità della popolazione di pipistrelli e la rabbia, quindi riducendo la popolazione di pipistrelli non si riduce la trasmissione della rabbia tra i pipistrelli».
Quando i ricercatori peruviani e statunitensi hanno esaminato l'effetto dell'abbattimento pipistrelli vampiri sulla diffusione della rabbia, hanno avuto un'altra sorpresa: .«Abbiamo rilevato qualcosa che è un po' preoccupante - dice Streicker. Nelle zone nelle quali sono stati sporadicamente abbattuti abbiamo visto un aumento della proporzione dei pipistrelli esposti alla rabbia. Le colonie dove c'erano abbattimenti regolari avevano tassi di esposizione alla rabbia un po' più bassi, e quelli che non erano mai stati abbattuti avevano le percentuali più basse di tutti. La prossima cosa che dobbiamo fare è capire i meccanismi per cui questo accade».
I ricercatori hanno proposto diverse teorie per spiegare la maggiore esposizione alla rabbia nelle colonie di pipistrelli sporadicamente abbattuti. La maggior parte dell'abbattimento avviene attraverso lo spalmamento di una pasta anticoagulante sui pipistrelli che vengono catturati per poi essere rilasciati, quando i compagni dei pipistrelli trattati, durante le interazioni sociali come lo "spulciamento", ingeriscono la pasta muoiono. Questo "vampiricidio" è efficace per i pipistrelli adulti ma forse non per i giovani che difficilmente fanno grooming con i pipistrelli adulti.
Streicker sottolinea che «Ci sono alcune evidenze sperimentali che i pipistrelli sono stati esposti più volte alla rabbia possono sviluppare un certo grado di immunità. Quando si uccidono i pipistrelli adulti che possono essere immuni, si sta facendo spazio ai pipistrelli giovanili sensibili che il team ha scoperto avere tassi più elevati di esposizione alla rabbia degli adulti. C'è anche una cosa chiamata effetto vacuum quando gli adulti vengono eradicati, individui provenienti da posatoi vicini potrebbero spostasi nella colonia per riempire lo spazio lasciato libero». Questo tipo di dispersione indotta dall'intervento umano ha già in passato migliorato la trasmissione di malattie della fauna selvatica, quali la tubercolosi bovina nei tassi, e lo stesso potrebbe essere vero per i pipistrelli vampiri. La ricerca è finanziata da National Geographic committee for research and exploration, American philosophical society, università della Georgia, Centers for disease control and prevention e National science foundation Usa e continuerà per altri 2 anni, Streicker spera aiuteranno ad attuare strategie di controllo della rabbia basate sulla scienza acquisite dalla ricerca del team: «Siamo allo stadio iniziale, Il nostro obiettivo finale è quello di combinare la sorveglianza sul campo, la modellazione matematica e gli studi genetici per poter comprendere come le attività umane stiano influenzando la trasmissione di una malattia della fauna selvatica che può infettare anche gli esseri umani e gli animali domestici, con sufficiente precisione sufficiente per dare consigli ai dirigenti».
Rohani evidenzia che «La comparsa di numerose malattie zoonotiche altamente virulente negli esseri umani, tra cui la Sars, l'encefalite Nipah, e le febbri emorragiche Ebola e Marburg, ha rivelato i pipistrelli come importante fonte di infezione per l'uomo e gli animali domestici, inoltre, questi eventi di emergenza hanno. presentato lacune fondamentali nella nostra comprensione di base della trasmissione del virus e delle popolazioni selvatiche di pipistrelli».