[22/06/2012] News

Nepal: droni ambientalisti contro i bracconieri di tigri e rinoceronti

E' riuscito il test di due Unmanned aerial vehicles (Uav) o Conservation Drones, effettuato nei giorni scorsi nel Chitwan national park del Terai Arc Landscape in Nepal. Il Wwf Nepal, con il sostegno della Asian rhino and elephant action strategy, utilizzerà i droni per monitorare tigri e rinoceronti e soprattutto le attività illegali all'interno delle aree protette nepalesi.
Al volo di prova dei droni erano presenti anche il ministro delle foreste e della conservazione del Nepal, Yadu Bansa Jha, e rappresentati del dipartimento parchi, del Chitwan national park e dell'esercito nepalese.

I Conservation Drones a controllo remoto sono dotati di telecamere e Gps che consentono di scattare foto e riprendere video in zone difficili da raggiungere e sono quindi uno strumento molto importante per un'asrea che ha un notevole interesse conservazionistico. L'Uav testato ha un'apertura alare di due metri e vola ad una quota massima di 200 metri, può coprire una distanza fino a 25 chilometri ed ha un'autonomia di 45 minuti. Il Drone Conservation è stato sviluppato da Lian Pin Koh, un ecologo che lavora all'Istituto federale svizzero di tecnologia di Zurigo, e da Serge Wich, un biologo dell'Università di Zurigo, interessati ad adattare ed applicare la tecnologia esistente alla salvaguardia della biodiversità.

Anil Manandhar, rappresentante del Wwf per il Nepal, ha spiegato che «Il Wwf Nepal ha introdotto la nuova scienza e la tecnologia per aiutare gli sforzi di salvaguardia in corso in Nepal, i Conservation Drones sono l'ultima aggiunta. Crediamo che questa tecnologia sarà utile nel monitoraggio delle specie simbolo del Nepal e nella repressione del commercio illegale di specie selvatiche».

Questo pionieristico uso anti-bracconaggio dei droni è già stato testato in Indonesia per tenere sotto controllo gli oranghi ed altre specie vulnerabili e per monitorare la deforestazione. Il Wwf ha in corso trattative per introdurli in altri Paesi, compresa la Tanzania e lo Stato malese del Sabah.

I progettisti e gli sviluppatori dicono che i Conservation Drones sono a buon mercato e che potrebbe aiutare le associazioni ambientaliste dei Paesi in via di sviluppo, come il Nepal, dove le specie in via di estinzione stanno soffrendo per il bracconaggio e la distruzione degli habitat. I droni possono servire a tenere sotto controllo entrambe le cose, visto che i bracconieri spesso macellano degli animali all'interno di parchi nazionali. Wich ha detto: «Ci auguriamo che questi droni saranno utili per individuare i bracconieri quando penetrano nei parchi. Se vedono i bracconieri nell'area, si può inviare un team per catturarli».

I piccoli remote-controlled drones sono ancora in fase di perfezionamento, ma sono abbastanza leggeri per essere lanciati a mano e volare lungo un percorso pre-programmato e soprattutto costano poco: circa 2.500 dollari ed hanno costi di gestione bassi. Sono azionati da batterie elettriche che possono essere ricaricate dalla rete in circa mezz'ora. Questo dovrebbe renderli accessibili anche ad Ong ambientaliste e di protezione della fauna selvatica dei Paesi in via di sviluppo con budget molto modesti. «L'idea - spiega Wich - è che la gente li possa far funzionare ad un costo molto basso».

Dopo i test di prova in Nepal, ci sarà una breve formazione del Wwf ed entro pochi mesi i Conservation Drones dovrebbero essere completamente operativi. I droni potrebbero dare un forte contributo ad affrontare la più ampia problematica della distruzione dell'habitat: voli regolari consentirebbero di monitorare le modifiche lungo i confini del Chitwan national park e di altre aree protette nepalesi ed aiutare a d fermare l'invasione da parte dei contadini in cerca di nuove terre e dei bracconieri.

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