
[27/06/2012] News toscana
La Regione Toscana ha affidato al dipartimento di Scienze ambientali dell'Università di Siena la valutazione del danno ambientale causato dal naufragio della nave Costa Concordia all'isola del Giglio. L'accordo di collaborazione scientifica prevede che l'equipe guidata da Silvano Focardi realizzi un progetto di ricerca per una stima del potenziale danno ambientale causato all'ecosistema dell'Arcipelago Toscano.
Saranno monitorate alcune specie di organismi marini che vivono nell'area intorno alla nave, e in altre aree poste a distanza nell'Arcipelago Toscano per avere una stazione di confronto, una sorta di "bianco". «Vedremo su quali specie orientarsi dopo l'incontro che faremo con Arpat - ha dichiarato a greenreport Focardi - in aree protette noi utilizziamo un riccio di mare, il Paracentrotrus lividus, e la donzella. Vedremo anche cosa troviamo in zona e a quale profondità di riferimento bisogna orientarsi. Faremo test tossicologici standard più valutazioni attraverso biomarker per verificare anche fenomeni di bioaccumulo». Alla nostra domanda sulla possibilità di effettuare anche analisi sulla flora, Focardi risponde: «Pensiamo di no, ci sono studi sulla posidonia ma i tempi di risposta della flora sono più lunghi. Ci orienteremo sulla fauna».
Saranno valutati quindi tossicità e il bioaccumulo nella fauna marina di contaminanti persistenti e tossici, e analizzati gli indicatori di stress e di danno in modo da determinare tutte le conseguenze del naufragio della nave e la possibile dispersione di sostanze inquinanti.
L'eventuale danno sarà poi valutato mettendo insieme tutti gli studi fatti dall'Università, dall'Ispra, dall'Arpat per un'operazione, che come avviene in questi casi, non si annuncia per nulla semplice. Le attività di ricerca, si concluderanno il prossimo 31 dicembre con possibilità di rinnovo nel caso del protrarsi delle attività di rimozione del relitto (è più che probabile che lo studio si prolunghi per almeno un anno, ndr).
Tutte le operazioni saranno svolte in collaborazione e con la supervisione dell'Agenzia regionale per l'ambiente, e sono cofinanziate dalla Regione Toscana e dallo stesso Dipartimento di Scienze ambientali per un importo complessivo di 60mila euro.