[27/06/2012] News

Il cambiamento climatico potrebbe innescare aumenti del livello del mare che dureranno secoli

Più a rischio le metropoli Usa sull’Atlantico

Nature Climate Change ha pubblicato uno studio dell'università olandese di Wageningen UR e dell'Istituto tedesco per le analisi climatiche dal quale emerge che New York, città che attualmente subisce un alluvione una volta ogni 100 anni, entro i prossimi due secoli potrebbe vedere andare sott'acqua Manhattan anche 3 volte all'anno. 

Lo studio non lascia molte speranze: «Anche se verrà portata avanti un'azione corretta per il clima, probabilmente il livello del mare aumenterà di 2,7 metri tra oggi e il 2300». Il principale autore dello studio, Schaeffer Michiel, spiega che «A causa del lungo periodo necessario perché le grandi masse di acqua e ghiaccio rispondano al global warming, le nostre attuali emissioni di CO2 determineranno i livelli dell'acqua del mare per i secoli a venire». Se il global warming di origine antropica non verrà fermato la situazione sarà peggiore.

La ricerca è la prima a fare una proiezione globale di questa prospettiva a lungo termine, basandosi sulle osservazioni del livello dei mari nel passato millennio e sugli scenari futuri delle emissioni di gas serra. Mentre i risultati suggeriscono che anche a livelli relativamente bassi di global warming il mondo dovrà affrontare notevoli aumenti del livello dei mari, lo studio dimostra anche i vantaggi della riduzione delle emissioni di gas serra: «Limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi Celsius e le successive riduzioni potrebbero dimezzare l'aumento del livello dei mari al 2300», rispetto a un secondo scenario molto più preoccupante. 

Infatti, «Se le temperature dovessero aumentare di 3 gradi, il previsto innalzamento del livello del mare potrebbe variare tra i 2 e i 5 metri, con la migliore stima che sarà a 3,5 metri». I potenziali impatti sono molto significativi. Il co-autore dello studio, Stefan Rahmstorf del Potsdam institute for climate impact research, evidenzia inoltre che «Paesi pianeggianti deltizi, come il Bangladesh, e molti piccoli Stati insulari rischiano di essere gravemente colpiti». Secondo gli scienziati l'innalzamento del livello del mare diventerà più evidente, più veloce con l'aumento delle temperature. «Le comunità costiere avranno meno tempo per adattarsi, se il livello del mare crescerà più rapidamente» dice Rahmstorf, e Schaeffer aggiunge: «Nelle nostre proiezioni, un livello costante di 2 gradi il riscaldamento sosterrà tassi di innalzamento del livello del mare due volte più elevati di quelli osservati oggi, fino a ben oltre il 2300. Ma riduzione delle emissioni molto più forti sembrano in grado di ottenere un forte rallentamento, o addirittura una stabilizzazione del livello del mare in quel lasso di tempo». 

Precedenti proiezioni multi-secolari del livello dei mari fatte dall'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) si limitavano  alla crescita dei livelli dei mari causata dalla dilatazione termica delle acque dell'oceano e l'Ipcc dice che potrebbe raggiungere fino a un metro nel 2300. Ma questa stima non include l'effetto potenzialmente più grande dello scioglimento dei ghiacci, e la ricerca su questo effetto è molto avanzata in questi ultimi anni. 

Il nuovo studio utilizza un approccio complementare "semi-empirico" che si basa sull'utilizzo della connessione tra la temperatura osservata e livello del mare durante i secoli passati, al fine di stimare del livello dei mari per gli scenari del futuro global warming. «Certo che rimane aperta la questione del fino a che punto lo stretto legame tra la temperatura e il livello globale dei mari trovato in passato, andrà avanti in futuro - spiega Rahmstorf - Nonostante l'incertezza che c'è ancora circa il livello futuro del mare, dal punto di vista del rischio il nostro approccio prevede almeno stime plausibili e pertinenti». 

Nature Climate Change ha inoltre pubblicato un altro studio, "Hotspot of accelerated sea-level rise on the Atlantic coast of North America", nel quale un team di ricercatori del St Petersburg Coastal and Marine Science Center, dell' US geological survey, prendono in esame un altro aspetto: «Il golobal warming non forza l'innalzamento del livello dei mari (sea-level rise Slr) alla stessa velocità ovunque. Piuttosto, ci sono  variazioni spaziali di Slr  ad un aumento medio globale. Queste variazioni sono determinate da processi dinamic derivanti dalla circolazione e dalle variazioni di temperatura e/o salinità e dai processi di equilibrio statico», derivanti dalla ridistribuzione delle masse causate dalla gravità dalla rotazione terrestre. 

Gli scienziati statunitensi presentano le prove di una recente accelerazione dell'Srl in un hotspot costiero di 1.000 km densamente popolato del Nord America: la costa atlantica a nord di Cape Hatteras, tra il North Carolina e Boston, Massachusetts, dimostrando che è coerente con la dinamica dell'Slr. In quest'area  nei periodi 1950-1979 e 1980-2009 gli aumenti del livello del mare in questo hotspot sono stati 3 - 4 volte superiori rispetto alla media globale», facendo prevedere anche in  questo caso l'aumento di inondazioni in città come New York, una maggiore vulnerabilità delle coste ed il deterioramento progressivo di spiagge e zone umide.

Metropoli come Portland, Boston, New York, Philadelphia, Norfolk, Charleston e Miami si trovano già oggi ad affrontare la sfida senza precedenti del cambiamento climatico e, per una serie di fattori oceanografici e geografici, il livello del mare sta aumentando più velocemente sulla costa atlantica Usa che a livello globale. 

Nell'hotspot di Cape Hatteras negli ultimi 20 anni l'aumento del livello del mare è stato tra i 2 e i 3,7 millimetri all'anno, nello stesso periodo la media mondiale è stata di 0,6 - 1,0 millimetri all'anno. Secondo il rapporto questi dati sono coerenti con il rallentamento della circolazione della Corrente del Golfo che a sua volta potrebbe essere legata ai cambiamenti della temperatura dell'acqua, della salinità e della densità del nord Atlantico sub polare.

La direttrice dell'Usgs Marcia McNutt sottolinea che «Molte persone pensano erroneamente che il tasso di aumento del livello del mare sia lo stesso in ogni luogo, i ghiacciai e delle calotte di ghiaccio si sciolgono, aumentando il volume delle acque oceaniche, ma altri effetti possono essere più grandi o grandi quanto la  cosiddetta "eustatic rise". Come dimostrato in questo studio, i contributi oceanografici regionali devono essere presi in considerazione nella pianificazione su ciò che avverrà nelle proprietà costiera». 

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