[03/07/2012] News

Ultimo secolo sul pianeta terra per le tartarughe liuto del Pacifico Orientale?

Nature Climate Change pubblica lo studio "Projected response of an endangered marine turtle population to climate change" nel quale un team di ricercatori delle università statunitensi di Princeton, Drexel, Indiana-Purdue e del Leatherback Trust, Estación Biológica Marina Goldring-Gund della Costa Rica spiegano che «Valutare i potenziali impatti dei cambiamenti climatici sulle singole specie e popolazioni è essenziale per la gestione degli ecosistemi e della biodiversità. Le tartarughe liuto  in pericolo di estinzione nel Pacifico orientale sono candidate eccellenti per una tale valutazione, perché la loro sensibilità alla variabilità del clima contemporaneo è stato ampiamente studiata. Se viene eliminata la mortalità accidentale per la pesca, questa popolazione deve ancora affrontare la sfida di recupero in un clima che cambia rapidamente».

I ricercatori hanno messo insieme l'Earth system model,  le proiezioni dei modelli climatici esaminati dall'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) e un modello di dinamica della popolazione ed hanno trovato nel XXI secolo un calo del 7% ogni 10 anni della nidificazione della popolazione della popolazione di tartarughe liuto (Dermochelys coriacea). Quindi le tartarughe più grandi del mondo potrebbero sparire dalla costa pacifica dell'America entro il XXI secolo. «Considerando che l'evoluzione delle condizioni oceaniche ha avuto un effetto limitato sulla popolazione - spiegano i ricercatori -   il riscaldamento  di ~ 2,5 ° C della spiaggia di nidificazione è stato il driver principale del declino attraverso una riduzione del successo di schiusa e del tasso di nascita alla schiusa. Il rapporto tra i sessi delle tartarughe liuto non cambia sostanzialmente. La regolazione della fenologia di nidificazione o la modifica dei siti di nidificazione non può prevenire del tutto il declino, ma potrebbe compensare il tasso di declino. Tuttavia, se le osservazioni future mostrano un declino a lungo termine del successo della cova e della tasso di  "emersione", la mitigazione del cambiamento climatico antropogenico sui nidi (per esempio l'ombreggiatura, l'irrigazione) potrebbe essere in grado di preservare la popolazione nidificante».

Quindi il global warming potrebbe aggravare le minacce esistenti e praticamente spazzare via le popolazioni di tartarughe liuto del Pacifico orientale, cuocendo letteralmente, in spiagge sempre più asciutte e calde, le uova sepolte da una specie già tra quelle più a rischio a causa di una combinazione di minacce storiche e per il bracconaggio delle uova nelle spiagge di nidificazione e a causa dei molti esemplari giovani ed adulti che vengono catturati accidentalmente dalle reti. Questi giganti dei mari, che nuotavano nel nostro pianeta molto prima che gli esseri umano apparissero, potrebbero non essere in grado di sopportare i rapidi cambiamenti innescati dall'uomo: se i modelli climatici attuali si evolveranno secondo le proiezioni contenute nello studio, la popolazione di tartarughe liuto del Pacifico orientale diminuirà del 75% entro il 2100. Un calo che potrebbe essere insopportabile per la dinamica riproduttiva delle Dermochelys coriacea e portarle all'estinzione nel Pacifico Orientale.

Vincent Saba, un biologo che si occupa di pesca per il National Marine fisheries service Northeast fisheries science center della Noaa e visiting research collaborator alle università di Princeton e Drexel, spiega: «Abbiamo utilizzato tre modelli di questa popolazione di tartarughe liuto per costruire una dinamica della popolazione "climate-forced". Due parti si sono basate sulla sensibilità osservata della popolazione al clima nella spiaggia di nidificazione e una parte è basata sulla sua sensibilità al clima oceanico».

Le nascite delle tartarughe liuto aumentano e diminuisco no naturalmente di anno in anno in risposta alle variazioni climatiche, con più nascituri, e rari casi di tartarughine maschio, che raggiungono l'Oceano Pacifico orientale negli anni più freddi e piovosi. Le tartarughe femmine hanno maggiori probabilità di tornare nelle spiagge di nidificazione in Costarica per deporre le uova negli anni in cui hanno più meduse da mangiare e le meduse e nel Pacifico orientale sono probabilmente più abbondanti durante le stagioni più fredde. Lo stesso team di ricercatori aveva già pubblicato una ricerca si PlosOne (Climate Driven Egg and Hatchling Mortality Threatens Survival of Eastern Pacific Leatherback Turtles) che dimostra che anche le uova e i neonatio di  tartaruga hanno maggiori probabilità di sopravvivere nelle stagioni fredde e piovose collegate alla fase climatica di  La Niña, Inoltre, la temperatura all'interno dei nidi incide nel rapporto tra i sessi delle tartarughe, con la maggior parte dei neonati di sesso maschile che emergono durante le stagioni più fredde e più piovose e si aggiungono alla popolazione di tartarughe marine prevalentemente femminile.

E' stato proprio Saba a sviluppare il modello delle dinamiche della popolazione utilizzando i 7 modelli climatici sviluppati dall'Ipcc  e le proiezioni dei modelli climatici sono state scelte in base alla loro adattabilità alla  El Niño southern oscillation (Enso) ed ai modelli della temperatura e delle precipitazioni nella regione di Costa Rica dove il team ha condotto studi a lungo termine sulle tartarughe liuto. L'università di Drexel spiega che «Le proiezioni risultanti indicano che nel corso di questo secolo gli anni più caldi e secchi diventeranno sempre più frequenti nell'America Centrale. Un'alta mortalità di uova e neonati è associata alle condizioni calde e asciutte della spiaggia è la causa più significativa del previsto declino della popolazione connesso al clima»

Ma le tartarughe liuto della Costarica sono già pericolosamente in calo. Uno degli autori dello studio, James Spotila, preside del  College of arts and sciences di Drexel, che insieme ai  suoi colleghi e studenti  ha studiato per 22 anni le tartarughe liuto a Playa Grande in Costarica, il loro più grande sito di nidificazione nel Pacifico orientale,  spiega che «Nel 1990, c'erano 1.500 tartarughe sulla spiaggia di Playa Grande.Ora, ci sono da 30 a 40 femmine nidificanti a stagione».

Inizialmente una delle principali cause del  declino delle tartarughe marine giganti era il bracconaggio delle uova di tartarughe. Il problema era così diffuso che quasi nessuna tartaruga liuto sarebbe sopravvissuta alla raccolta di uova. Spotila ed il suo team hanno lavorato con le autorità locali per proteggere spiagge di nidificazione delle tartarughe liuto e per fare in  modo che i nidi di tartaruga fossero messi in sicurezza. Resta la minaccia delle catture accidentali da parte dei pescatori. Ma perché la popolazione  di tartarughe liuto recuperi con successo, secondo Spotila, «La sfida è quella di produrre il maggior numero di neonati possibile. Questo richiede di metterci mano e di gestire la spiaggia per fare in modo che accada».

Il team di ricercatori sta già sperimentando metodi come l'irrigazione e l'ombreggiatura dei  nidi di tartaruga che potrebbero attenuare l'impatto delle condizioni calde e secche della spiaggia e migliorare le probabilità di successo della schiusa.

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