[03/07/2012] News toscana

Piana fiorentina: Legambiente difende a spada tratta l’idea del Parco agricolo

Continua aspro il dibattito sulla Piana fiorentina (e su tutti gli annessi e connessi), agli alti livelli istituzionali regionali, tra gli amministratori, tra i partiti e nella cosiddetta società civile. Estremizzando e sintetizzando le posizioni, ci sono quelli che per il territorio a nord-ovest di Firenze pensano a modifiche sostenibili in cui il Parco della piana sia il fulcro del sistema, l'elemento direttore, in contrapposizione a chi invece vede il parco come limite allo sviluppo. Tra questi ultimi, il consigliere regionale Bambagioni, nei giorni scorsi ha dichiarato che «è un grave errore l'idea di realizzare nella zona industriale più importante della Toscana un grande parco agricolo, limitando quel poco di sviluppo che permane» e il sindaco di Signa Cristianini ha aggiunto: «non pensiamo affatto che il futuro dei nostri figli sia piantare carciofi e patate. Ipotizzare di non fare la Bretella Stagno-Prato per favorire il Parco della piana non ha senso».

Queste dichiarazioni hanno fatto andare su tutte le furie il presidente di Legambiente Toscana Fausto Ferruzza, perché sono stati ridicolizzati gli argomenti di chi sostiene le ragioni del parco della piana e non è stata riconosciuta dignità alle istanze ambientaliste. «E' stupefacente pensare che nel 2012 si debba ancora replicare ad argomenti così antiquati. E' stupefacente che quaranta anni di evoluzione del pensiero politico sembrino passati invano. La Conferenza Onu 1972 di Stoccolma (sull'ambiente umano), il Vertice di Rio de Janeiro 1992 sullo Sviluppo sostenibile, la COP 3 che ha prodotto il Protocollo di Kyoto (1997), il forum sociale europeo del 2002, proprio a Firenze. Tutta robetta per qualche eccentrico figlio dei fiori, evidentemente, per questi due "protagonisti" della scena politica toscana. E invece, non possiamo e non vogliamo accettare che un Parco, con la sua profonda carica di "valori" possa rappresentare uno spauracchio per la nostra politica». Ferruzza poi chiarisce la posizione di Legambiente (ribadita anche al congresso dello scorso novembre) che non è "conservazionista" tout court.

«Nessun attivista di Legambiente può, infatti, disconoscere l'odierna centralità della questione manifatturiera, in Toscana come nel Paese. A patto però che si capisca, una volta per tutte, che per guardare con serenità al futuro è tempo di scegliere. Se imboccare finalmente la via alta dello sviluppo (a basso impatto ambientale e ad alto contenuto di conoscenza e innovazione) o perpetuare lo schema finanziario ed immobiliarista (improntato sulla rendita) che ha cosparso la nostra stessa piana di capannoni vuoti. E che ci ha condotti dritti sull'orlo dell'attuale catastrofe. In altri termini- ha concluso il presidente di Legambiente Toscana rivolgendosi a Bambagioni e Cristianini- il problema non sta nei carciofi e nelle patate (ortaggi peraltro nobilissimi, che ci piacerebbe assaggiare anche qui a km zero!) ma nelle nostre teste».

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