
[04/07/2012] News toscana
Un altro tentativo di "privatizzazione" di una spiaggia all'isola d'Elba. Questa volta, siamo a Marciana Marina e a denunciare l'ennesima recinzione di un tratto di costa è Legambiente. "Sulla spiaggia del Bagno, davanti alla ex tonnara, frequentata soprattutto dai marinesi e dove tirano in secco le barche gli abitanti della piccola frazione, è apparsa una recinzione di paletti di legno e cordame guarnita con due cartelli con scritto "proprietà privata"", scrive il cigno Verde.
Secondo Legambiente Arcipelago Toscano, che è stata subito avvisata dai bagnanti di quel che stava accadendo, «la recinzione sembra estendersi sulla spiaggia verso la battigia anche oltre il limite previsto per consentire la balneazione e non sono visibili cartelli autorizzativi né da parte del Comune che della Capitaneria di Porto. L'occupazione di una grossa porzione della piccola spiaggia del Bagno sembra essere opera della proprietaria dell'ex tonnara, nota per organizzare manifestazioni estive insieme all'amministrazione comunale, che vorrebbe così allontanare così i fastidiosi bagnanti marinesi ed ancora di più i vocianti e troppo vivaci bimbi che frequentano la spiaggia».
La mancanza di autorizzazioni da parte della Capitaneria viene confermata anche da Sinistra ecologia e libertà di Marciana Marina e il consigliere provinciale di Sel Cristiano Adriani, che abita proprio al Bagno, ieri sera ci diceva di aver contattato telefonicamente il sindaco Andrea Ciumei (Pdl) che avrebbe detto più o meno di non poterci far nulla. A quanto si capisce la minoranza consiliare di centro-sinistra starebbe per presentare un'interpellanza in comune e lo stesso si appresterebbe a fare Adriani in Provincia. Inoltre è venuta fuori anche la costruzione di un piccolo depuratore sulla spiaggia, a servizio della villa che ha realizzato il recinto, che si dice non abbia tutte le autorizzazioni necessarie.
Legambiente sottolinea che «si paventa anche la chiusura del sentiero di accesso alla spiaggia che ci sembra sia stato realizzato così come è oggi negli anni '80 dalle amministrazioni democristiane». Alcuni bagnanti che abbiamo sentito dicono che la "proprietaria" avrebbe detto che potrebbe consentire munificamente l'accesso alla spiaggia ai soli abitanti della frazione del Bagno, come se non ci fossero sentenze della Corte suprema di Cassazione che garantiscono il diritto all'accesso alle spiagge.
Mentre a Marciana Marina la protesta cresce ed i cittadini sono allibiti per quello che viene visto come un ennesimo sopruso, Legambiente chiede al sindaco di Marciana Marina ed alla Capitaneria di porto di Portoferraio «Se quanto fatto ha ricevuto tutti i necessari permessi ed è conforme con gli strumenti urbanistici e chiede all'amministrazione comunale cosa intenda fare per garantire l'utilizzo di un bene pubblico da parte dei suoi cittadini e dei turisti, anche utilizzando un esproprio per pubblica utilità della spiaggia privatizzata». Inoltre d gli ambientalisti sollecitano le istituzioni perché «Si adoperino immediatamente per evitare ogni possibile chiusura del sentiero e per garantire i diritti dei bagnanti previsti dalla legge».
Secondo Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana, che vive a Marciana Marina, «Si tratta dell'ennesimo episodio di privatizzazione della costa di Marciana Marina. Poco lontano dal Bagno, l''altro sentiero di accesso alla spiaggia dello Schioppo è guarnito da un cartello proprietà privata che allontana i turisti e il sentiero che correva sul Demanio Marittimo è crollato e quindi l'intera costa di Remontò/Cote Tonda è praticamente privatizzata. L'Amministrazione Comunale marinese, nonostante la scarsità di spiagge del Comune, invece di valorizzare e pubblicizzare questi gioielli lungo la costa sembra più attenta ai desideri di chi vuole costruire piscine ad un passo dal mare e privatizzare spiagge e sentieri. Il Bagno e lo Schioppo sono dei marinesi, degli elbani e di tutti i turisti che frequentano l'Elba, sono beni comuni da tutelare dalle privatizzazioni e dalle prepotenze di chi crede con io soldi di comprare anche il nostro ambiente e le nostre spiagge».