[04/07/2012] News

Il parlamento europeo respinge il trattato internazionale Acta anti contraffazione

 

Il Parlamento europeo ha respinto oggi l'Anti-Counterfeiting Trade Agreement (Acta) con 478 no,  39 si e 165 astenuti. Quindi il Trattato anti contraffazione non sarà legge dell'Unione europea, non sarà legge. È la prima volta che l'europarlamento esercita le sue nuove competenze in materia di trattati commerciali internazionali. L'accordo Acta è stato negoziato tra Ue, Usa, Australia, Canada, Giappone, Messico, Marocco, Nuova Zelanda, Singapore, Corea del Sud e Svizzera, ed è progettato per rafforzare l'applicazione dei diritti di proprietà intellettuale. Il voto di oggi lo mina probabilmente alle fondamenta, visto  che né l'Ue  né i suoi Stati membri potranno far parte dell'accordo.

E'  una vittoria della società civile, visto che durante la discussione sull'Acta il Parlamento europeo è stato oggetto di una pressione diretta e senza precedenti da parte di migliaia di cittadini europei che hanno chiesto la bocciatura le testo, con manifestazioni per strada, e-mail ai deputati e telefonate ai loro uffici. Il Parlamento ha anche ricevuto una petizione firmata da 2,8 milioni di cittadini di tutto il mondo che chiedeva la stessa cosa.

Il relatore, il laburista britannico  David Martin, ha detto: «Sono molto felice che il Parlamento abbia deciso di seguire la mia raccomandazione di respingere Acta» ed ha ribadito le sue preoccupazioni per «Un trattato troppo vago e aperto a interpretazioni erronee. Tuttavia, l'Ue deve trovare vie alternative per proteggere la proprietà intellettuale. Sosterrò sempre le libertà civili rispetto alla protezione del diritto di proprietà intellettuale».

A nulla è servito il tentativo del popolare svedese Christofer Fjellner, uno dei principali sostenitori dell'Acta nel gruppo democristiano/conservatore di far rinviare il voto in attesa del giudizio della Corte di giustizia europea sulla compatibilità del trattato col diritto comunitario. L'Europarlamento ha respinto la sua richiesta e una forte minoranza, identificabile in gran parte nel gruppo del Partito popolare europeo, alla fine si astenuta sul voto sul consenso al trattato.

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