[05/07/2012] News toscana

Costa privatizzata all’Elba: “spiaggiata” di protesta l’8 luglio al Bagno

«La spiaggia del Bagno è dei marinesi, è di tutti». E' questo lo slogan della spiaggiata organizzata per protestare contro l'ennesimo tentativo di privatizzazione di un tratto di costa. La manifestazione, ideata dopo che sulla piccola spiaggia del Bagno, a Marciana Marina (isola d'Elba), è apparso un recito di pali di legno e cordame che ne occupa quasi la metà, è in programma per le ore 17,00 di domenica 8 luglio (alla quale aderiscono anche greenreport.it ed ElbaReport). Sulla caratteristica spiaggetta, oltre a numerosi marinesi che sentono come proprio quell'angolo di mare, si sono dati appuntamento l'opposizione consiliare del Comune di Marciana Marina, Sel, il Pd  e Legambiente.

L'idea, che riprende le tradizionali spiaggiate "fuori porta" dei marinesi in occasione delle feste primaverili ed estive, è stata lanciata da Sinistra ecologia e libertà di Marciana Marina dopo che molti   cittadini esterrefatti e scandalizzati avevano segnalato a Legambiente ed alla minoranza consiliare una recinzione di paletti e corda che taglia la spiaggia in orizzontale davanti alla storica ex tonnara, fin quasi al limite della battigia, senza nessun cartello autorizzativo.

Sel si chiede se «è possibile che qualcuno abbia ceduto o rilasciato una concessione  che priva il paese di un bene pubblico, di una spiaggia tanto cara ai marinesi, per l'ennesimo favore, per concede un assurdo privilegio ai soliti noti,  a lor Signori?» e assicura che interrogherà il sindaco (Andrea Cimei - Pdl)  «per sapere come  ciò sia potuto accadere».

Intanto dopo la denuncia di Legambiente che il "recinto" si estendeva ben oltre la distanza dei 5 metri dalla battigia previsti dalla legge, lasciando un passaggio di circa 2 metri, sono intervenuti i vigili urbani e hanno fatto arretrare il fronte della recinzione.

«Un primo successo contro questo atto di inaudita prepotenza e di appropriazione di un bene pubblico - dice il marinese  Umberto Mazzantini, responsabile nazionale isole minori di Legambiente. Ma con la "spiaggiata" diremo che quella assurda ed od offensiva recinzione va tolta e che il Comune deve fare tutto quello che è in suo potere per garantire l'accesso e la piena fruizione della spiaggia, nel rispetto delle tradizioni e delle consuetudini del Paese. Il Bagno è un gioiello che va valorizzato, non privatizzato e recintato».   

Ma in queste ore sta emergendo un altro problema che il Cigno Verde aveva segnalato: la presenza di un depuratore nella proprietà della signora (nota per organizzare manifestazioni estive insieme al comune) che ha realizzato il recinto sulla spiaggia. A quanto pare il depuratore avrebbe le concessioni del Comune ma non quelle della Capitaneria di Porto che non avrebbe nemmeno dato il nulla-osta per la recinzione.

Anche per questo Sel invita alla "piaggiata" dell'8 luglio. «Tutti i marinesi che hanno a cuore il loro paese e la libertà di godersi le loro spiagge, tutti gli elbani che non vogliono assistere più passivi all'ennesimo "esproprio proprietario" di pezzi della loro storia e della loro cultura ed insieme a loro tutti gli ospiti rispettosi di questa terra.  Non tutto è merce trattabile».

Secondo il Pd, la vicenda è «una titanica lotta tra una brama, tutta verghiana, di possesso esclusivo della "roba" , ed un riconoscimento, altrimenti platonico, della bellezza ancora intatta di luoghi e della pervasività dei profumi elbani; di un continuo scontro interno alla psiche delle persone, tra il rendersi conto di essere, comunque, il fruitore privilegiato di contesti naturali e di oggetti unici, e l'incontrollabile voglia di possesso esclusivo degli stessi». «La storia elbana e marinese- spiegano dal Pd -  è ricca di episodi simili, più o meno noti, più o meno tentati e fortunatamente non esitati, più o meno risolti felicemente. Una Torre qua, una strada in territorio ultraprotetto là; una villa sugli scogli qua, una spiaggia privatizzata là; una concessione edilizia qua, severi divieti per alcuni nativi qua, e ovviamente tanti "lasciti " per alcuni non nativi qua'.

La tiritera potrebbe noiosamente continuare all'infinito, cosa di cui tutti noi siamo perfettamente coscienti. Ci chiediamo: sarebbe, poi, così difficile coniugare la giuridica sacralità della proprietà privata con la coscienza di essere il fortunato fruitore, sia pure non esclusivo, di un contesto naturalistico che, in quanto da sempre patrimonio ambientale di tutti, da parte di tutti debba restare fruibile liberamente ?

Non abbiamo idea della piega giuridica e/o politica che possa prendere la vicenda della spiaggia del Bagno, ma un appello ci sentiamo di rivolgere ai conosciuti proprietari del citato fabbricato e "delimitatori" di spiagge: sappiate intelligentemente e sensibilmente coniugare proprietà della "roba" e rispetto verso le genti che lì sono nate e lì hanno costruito la propria storia».

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