
[06/07/2012] News
In data 26 giugno 2012 greenreport.it pubblica l'articolo "Nutrire il mondo con la chimica? La falsa promessa dell'agro-chimica". Firmato da Alessandro Triantafyllidis, il pezzo era un approfondimento del Presidente nazionale dell'Aiab - Associazione italiana per l'agricoltura biologica -, redatto in risposta alle dichiarazioni del Presidente di Federchimica Cesare Puccioni.
Andrea Barella (nella foto), Presidente Agrofarma - l'Associazione nazionale imprese agrofarmaci - replica adesso in una lettera indirizzata al nostro quotidiano, che pubblichiamo in allegato.
Abbiamo avuto modo di leggere con interesse la lettera da Voi pubblicata a firma del Presidente AIAB Alessandro Triantafyllidis e dal titolo "Nutrire il mondo con la chimica? La falsa promessa dell'agro-chimica", seguita alle dichiarazioni del Presidente di Federchimica Cesare Puccioni sul ruolo della chimica nel comparto agroalimentare espresse nel corso dell'Assemblea generale dell'Associazione.
Abbiamo nostro malgrado avuto modo di constatare che vengono riportate affermazioni in qualche modo scorrette in merito al ruolo della chimica in agricoltura, citando come esemplificativo il rapporto di Legambiente "Pesticidi nel Piatto" e offrendo, di conseguenza, un quadro a nostro parere distorto di quanto riguarda la sicurezza alimentare italiana.
In Italia vengono effettuati regolarmente rigorosi controlli sulle produzioni agroalimentari; l'ortofrutta è sottoposta infatti a verifiche continuative da parte del Ministero della Salute, dalle quali emerge un quadro del tutto rassicurante per il consumatore. Anche a livello europeo, inoltre, risultati dell'ultimo Rapporto annuale Efsa hanno dimostrato che, in tema di residui di agrofarmaci, non vi è alcuna preoccupazione per la sicurezza alimentare (il 97,4% dei campioni analizzati nel 2009 risulta infatti al di sotto dei livelli massimi consentiti dalla legge).
In relazione a ciò, riteniamo opportuno evidenziare i dati appena pubblicati nell'ultimo Rapporto ufficiale Fitofarmaci del Ministero della Salute che, basandosi sull'analisi di migliaia di campioni, mostrano come in Italia solo lo 0,4% di frutta e verdura presenta residui al di sopra dei limiti di legge, con addirittura il 64,2% che ne è del tutto privo, e rispetto ad una media europea del 3,5%. Quest'ultimo rappresenta un dato particolarmente significativo se ricordiamo che nel Belpaese, dal 1993 a oggi, i residui irregolari sono passati dal 5,6% allo 0,4%.
In agricoltura, inoltre, grazie al supporto della chimica e degli agrofarmaci, le colture possono essere protette da una molteplicità di rischi che comprometterebbero la qualità e la resa dei raccolti, con dannose conseguenze per il nostro patrimonio alimentare e la sicurezza dei consumatori.
Un uso corretto dei prodotti fitosanitari, ligio a quanto previsto dalla normativa europea che regola il loro utilizzo a tutela degli operatori agricoli, dei consumatori e dell'ambiente, rappresenta oggi l'unico modo di proteggere le colture dalle malattie e dai parassiti, mantenere inalterata la qualità degli alimenti e preservare una corretta igiene alimentare, evitando ad esempio le contaminazioni anche dopo la raccolta. Essi inoltre consentono di limitare lo sviluppo delle tossine naturali, come ad esempio quelle presenti nei cereali, molto dannose per il nostro organismo.
La stessa agricoltura biologica non può fare a meno di utilizzare questi prodotti per riuscire ad ottenere raccolti adeguati e salutari per il consumatore. Gli agrofarmaci destinati all'agricoltura biologica, inoltre, seguono le stesse procedure di registrazione di quelle degli altri agrofarmaci di "sintesi", pertanto entrambi devono essere considerati sicuri allo stesso modo.
Riteniamo che possa essere dannoso creare confusione tra i consumatori sui temi relativi alla sicurezza alimentare, fornendo un quadro dell'agricoltura di oggi non pienamente corrispondente alla realtà. Così come, per fare degli esempi concreti, non riteniamo corretto parlare in maniera approssimativa di alcuni casi che interessano direttamente l'agricoltura biologica come l'operazione antifrode definita "Gatto con gli stivali" o come il caso del Rotenone, impiegato in agricoltura biologica e accusato di avere un pericoloso impatto sulla salute dell'uomo e sull'ambiente.
La nostra non vuole in alcun modo essere una presa di posizione contro l'agricoltura biologica, ma semplicemente una richiesta di confronto sereno e costruttivo, basato sull'oggettività dei fatti. Nel ringraziarLa dell'attenzione dedicata a questa lettera, Vi porgiamo più cordiali saluti.
Andrea Barella