[12/07/2012] News

Carovana delle Alpi 2012: bandiere nere ai nemici della montagna

Stamani, tragedia sul Monte Bianco: 9 morti e 4 dispersi per una frana

Questa mattina, a poche ore dell'avvio del tour della Carovana delle Alpi in programma per domani, la campagna di Legambiente che monitora lo stato di salute delle Alpi, due scalatori tedeschi, due svizzeri, due spagnoli e altri tre di nazionalità ancora sconosciuta sono morti, nove sono rimasti feriti (in modo non grave) e altri quattro risultano dispersi. Questo il bilancio dell' incidente sul Monte Maudit (4.465 mt), terza vetta più alta del massiccio montuoso del Monte Bianco, avvenuto questa mattina in Alta Savoia, lungo la linea di frontiera tra Italia e Francia, sulla via dei tre monti.

Secondo quanto ricostruito, la slavina si sarebbe staccata dalla parete della montagna questa mattina alle 5:20, ricoprendo di colpo tutto il percorso, che in quel punto si snoda a zig zag. Gli alpinisti, travolti a 4mila metri di altitudine, sono stati trascinati per centinaia di metri fino al pianoro ghiacciato sottostante, dove ci sono numerosi crepacci aperti. E' proprio in questa zona che sono in corso le ricerche dei dispersi.

Le Alpi, avverte Vanda Bonardo, responsabile Alpi di Legambiente, subiscono i cambiamenti climatici e diventano "più fragili con le temperature alte".

A proposito della valanga, Bonardo ricorda però che "non possiamo fermare gli eventi naturali e che è l'esposizione a temperature elevate a rendere più fragili le Alpi: il ghiaccio - spiega - è un collante tra le rocce, e se si scioglie la montagna è più esposta a crolli". A causa dei cambiamenti climatici, osserva, "dovremo abituarci a queste situazioni". Per costruire comunità stabili, avverte l'esponenete di Legambiente, "in equilibrio con il territorio, occorrono forti cambiamenti strutturali: un forte controllo del consumo di suolo, prevenzione del dissesto, attenzione alle risorse, in particolare all'acqua, recupero edilizio, distribuzione degli insediamenti, servizi pubblici efficaci, infrastrutture telematiche".

Di questo tragico incidente si parlerà sicuramente, domani, nella giornata inaugurale dell'iniziativa della consegna  le bandiere nere e quelle verdi che verranno consegnate entro ottobre: 11 le bocciature ed altrettante le  buone pratiche selezionate quest'anno.   

Delle 11 bandiere nere che vanno ai "pirati" delle Alpi, ben 3 sono assegnate in Piemonte, 2 in Veneto, 2 in Lombardia, una rispettivamente a Friuli Venezia Giulia, Trentino, Valle d'Aosta e Liguria. «Le vicende selezionate - sottolinea Legambiente - evidenziano una visione distorta della valorizzazione turistica, che favorisce la speculazione, a fronte di un'assenza di politiche di tutela».

Ecco le bandiere nere delle Alpi_:

Agli Organizzatori della "Motocavalcata delle Alpi Carniche"e agli enti pubblici, la Comunità Montana della Carnia in primis, che ne hanno autorizzato e sostenuto l'effettuazione Per i danni provocati ai sentieri, per il disturbo alla fauna e per l'assurda concezione che, favorendo le manifestazioni di enduro, si sostenga il turismo in montagna.

Al Comune di Enego (Vi) Per aver approvato un progetto per "la valorizzazione turistica, ambientale e naturalistica della piana di Marcesina" che prevede la realizzazione di parcheggi sparsi per più di 840 posti auto.

Ad Aldo Brancher, presidente di Odi, Organismo di Indirizzo Per aver distorto l'intento perequativo a favore dei comuni montani confinanti con le province autonome, assegnando con il massimo arbitrio i fondi del 2010 e 2011 per complessivi 160 milioni di euro.

Alla Società impiantistica Carosello Ski Folgaria Per l'utilizzo, nel dicembre 2011, per un'intera giornata, di un elicottero per trasportare neve artificiale da località Fondo Grande fino alle piste di Cima Pioverna (400 metri di quota più in alto) perché le alte temperature (per effetto di inversione termica) non ne consentivano la produzione.

Alla Provincia di Brescia Per l'autorizzazione continua di captazioni a scopo idroelettrico e per non aver realizzato uno studio del bilancio idrico ma aver negato fino ad oggi qualsiasi confronto sulle acque e le derivazioni idroelettriche in Valle Camonica.

Ai Comuni della Val Trompia Per non aver ancora risolto il problema della raccolta e smaltimento delle acque reflue, continuando a utilizzare il fiume della valle, il Mella, e i suoi affluenti come collettori fognari a cielo aperto.

Alla Regione Piemonte Per l'assenza di politiche volte alla tutela, la regolamentazione e la valorizzazione della montagna

Alla SITAF S.p.A. Per aver finalmente palesato, dopo un decennio di menzogne, che dietro ai lavori per la messa in sicurezza del traforo del Frejus si celi in realtà un vero e proprio raddoppio del tunnel autostradale.

 Alla Provincia di Biella Per l'eclatante passività riguardo allo sfruttamento del torrente Sessera: mancata approvazione del Piano di Gestione del SIC, mancata identificazione delle aree inidonee per gli impianti da fonte rinnovabile idroelettrica, mancata predisposizione di un Piano Territoriale Provinciale redatto previa specifica VAS sullo sfruttamento delle acque superficiali e profonde, mancata definizione di criteri di esclusione, ecc.

All'amministrazione comunale di Courmayeur (Ao) Per ritardi immotivati dovuti al mancato adeguamento del Piano regolatore di Courmayeur e al tentativo, con procedura anomala, di estendere le zone golfistiche in aree ZPS e SIC, che mettono a repentaglio la biodiversità nelle aree Natura 2000 ai piedi del Massiccio del Bianco.

 Alla Regione Liguria e alla Provincia di Imperia Per l'insensato nuovo progetto di impianto sciistico in località Monesi di Triora (IM).

Il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, spiega che «Le situazioni monitorate mostrano come sia tanto il lavoro da fare per difendere e valorizzare le Alpi, un territorio ricco di storia, di risorse naturali e culturali, dove con scarsa lungimiranza si è cercato di importare il modello di sviluppo della pianura: traffico privato, grandi alberghi, turismo stagionale, grandi impianti invernali. Sul versante italiano vivono oltre 4 milioni di abitanti, distribuiti in una costellazione di piccoli centri, ma su questo patrimonio incombe da anni un forte disagio causato dalla crescente rarefazione dei servizi territoriali, che rischia di provocarne la scomparsa. Ma proprio in questi anni la crisi del vecchio modello di sviluppo pone in primo piano la possibilità di uno sviluppo diverso, basato sulla green economy, a misura di chi la montagna la abita 365 giorni all'anno. La sopravvivenza delle comunità alpine è legata al miglioramento della qualità infrastrutturale, materiale e immateriale, soprattutto per quel che riguarda servizi come l'istruzione, la sanità, l'assistenza agli anziani,la banda larga, le proposte culturali e il trasporto pubblico».

Fortunatamente ci sono anche le bandiere verdi per le buone pratiche:

Agli "Agricoltori Custodi" della Carnia Per la tenacia dimostrata nel conservare e migliorare le antiche varietà ortofrutticole delle vallate carniche e per la salvaguardia della biodiversità coltivata.

All'Associazione per la promozione e la tutela della pecora Brogna Per l'intenzione di evitare l'estinzione una delle due razze ancora esistenti di pecora autoctona della Lessinia, con il fine di valorizzare e promuovere il ruolo zootecnico dell'agricoltura di montagna e favorire la sostenibilità territoriale.

 

Al Comune di Malosco (Tn) Per il buon regolamento comunale riguardante l'utilizzo di prodotti fitosanitari e la disciplina delle coltivazioni agricole, approvato con deliberazione del Consiglio comunale n. 25 del17.11.2010.

Alla sezione CAI di Palazzolo Sull'Oglio Per tutte le iniziative dedicate alla scoperta dell'ambiente montano in Valle Camonica e per la realizzazione del Giardino botanico alpino di Pietra dell'Orsa

All'Azienda Grafica "La Cittadina" di Gianico (Bs) Un riconoscimento ad una azienda, insediata nel territorio della Bassa Valcamonica,che ha scelto di posizionarsi ad un virtuoso crocevia tra eccellenza produttiva e sostenibilità ambientale

All'amministrazione Comunale di Edolo (Bs) Per l'ideazione e lo sviluppo di efficaci politiche urbanistiche e di sviluppo urbano impostate sulla sostenibilità e la conservazione dell'ambientale.

Alla Regione Lombardia e alla Provincia di Sondrio Per la redazione e l'approvazione del Piano d'Area Alta Valtellina, uno strumento di programmazione che stabilisce e orienta il futuro territoriale e turistico del principale comparto turistico montano della Lombardia posto in diretta continuità con il Parco Nazionale dello Stelvio.

 Al comitato Treno Vivo Valpellice Per le molteplici attività a salvaguardia della mobilità sostenibile e per le proposte per realizzare un modello di mobilità da esportare in ambiente alpino.

Al comitato della Valsesia "Noi Walser, per un turismo sostenibile e responsabile" Per il puntuale presidio territoriale volto a contrastare gli abusi e le speculazioni edilizie a danno del patrimonio naturalistico e ambientale.

All'Institut Agricole Régional della Valle d'Aosta Per le svariate iniziative di tutela della biodiversità nell'agricoltura e di promozione della qualitàdella produzione agricola.

Ai cittadini della Confederazione Svizzera Per aver messo un freno alle seconde case il referendum popolare di marzo scorso.

Vanda Bonardo, responsabile Alpi di Legambiente, sottolinea che «per costruire comunità stabili, in equilibrio con il territorio occorrono forti cambiamenti strutturali. I territori montani, per loro natura, possono diventare felicemente abitabili se le popolazioni riescono a sviluppare le competenze utili per costruire condizioni ambientali competitive: un forte controllo del consumo di suolo, coniugato con attività di prevenzione del dissesto, attenzione alle risorse, in particolare all'acqua, sostegno al recupero edilizio, distribuzione degli insediamenti in modo da poter attivare servizi pubblici efficaci, infrastrutture telematiche. C'è la necessità di costruire posti di lavoro che attraggano l'occupazione giovanile qualificata, dai parchi tecnologici a quelli naturali e a tutto ciò occorre associare anche un'attenta progettazione degli edifici. La messa in discussione delle Comunità Montane e i tagli agli enti locali e ai servizi, qui più che altrove peseranno sulle comunità. Per questo occorrerebbe ripensare a forme di contributi specifici utili a tamponare le ulteriori fragilità che si verificheranno».

 

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