
[13/07/2012] News toscana
Nei giorni scorsi il Consiglio regionale, all'unanimità, ha dato il via libera alla nuova legge sul vivaismo, settore che rappresenta nella nostra regione un importante fetta del Pil. Conta 2.400 aziende per una superficie coltivata di oltre 6.500 ettari, con un mercato di larga dimensione internazionale: la Toscana detiene il 70% delle esportazioni nazionali per un valore di 236 milioni di euro.
Dati che d'altro canto vanno messi insieme a quelli relativi all'impatto di questa attività sul territorio e sulle risorse primarie. Per Coldiretti Toscana la legge ha un indubbio merito, cioè riconosce il vivaismo come attività agricola a tutto tondo, con i connessi vantaggi ambientali che il coltivare piante ornamentali o da riproduzione comporta, a cominciare dall'ossigenazione dell'aria. Ma il settore per continuare ad essere competitivo ed essere eccellenza toscana, nazionale ed europea deve poter continuare ad innovare ed investire, a strutturarsi.
«Purtroppo la nuova legge accanto a tanti riconoscimenti e buone intenzioni ed alcune deroghe molto importanti per quanto riguarda le superfici e l'altezza dei capannoni, mantiene alcuni vincoli che ostacolano la possibilità di investire- ha dichiarato Riccardo Andreini, vice presidente di Coldiretti Toscana e presidente provinciale di Pistoia : ad esempio, l'obbligo di abbattere, proprio abbattere, gli annessi rustici in caso di eventuale cessazione dell'attività».
Lo prevede il combinato disposto tra le leggi regionali urbanistica e sul vivaismo, ma «c'è un'opportunità immediata per riaggiustare il tiro -ha aggiunto Andreini-. È infatti iniziato l'iter per modificare proprio la legge regionale urbanistica, auspichiamo che in questa sede venga rimosso un ostacolo allo sviluppo futuro ed ulteriore del vivaismo e di tutta l'agricoltura toscana».
Ci pare una posizione un po' drastica ma comunque Coldiretti ha il merito (come del resto alcuni vivaisti illuminati) di riconoscere il forte impatto sulle risorse essenziali del territorio e sulle matrici ambientali: territorio, acqua, aria. L'associazione degli agricoltori a tal proposito propone una legge di filiera che operi lungo tre direttrici fondamentali.
«Prima di tutto con il sostegno dell'attività vivaistica, al fine di valorizzarne la funzione economico - sociale intervenendo in modo organico sulle misure che ne possono assicurare le prospettive future, dalle risorse fondamentali (acqua e suolo), al sostegno della competitività, della sostenibilità, della ricerca e dell'innovazione. In secondo luogo promuovendo lo sviluppo delle aree a verde come strumento di valorizzazione del paesaggio e strumento di contrasto e contenimento delle emissioni dei gas serra in atmosfera. Se infatti l'impegno primario è quello di contenere le immissioni, non meno importante è l'attenzione al loro riassorbimento, possibile appunto attraverso l'azione naturale delle piante, sostenendo comportamenti virtuosi in tal senso.
Infine, la legge punta a spingere il sistema pubblico ad una maggiore qualificazione e cura degli spazi verdi urbani, per i quali non basta una generica destinazione a verde, ma serve una giusta selezione della sua qualità, delle sue caratteristiche e della sua gestione» hanno concluso da Coldiretti Toscana.