
[16/07/2012] News
Inesorabile l’erosione delle coste: l’assalto del cemento e dei porti mette a repentaglio la costa jonica
Dal dibattito "Costa ed erosione costiera", organizzato da Goletta Verde a Pisticci, è emerso che «L'erosione costiera è una minaccia sempre più rilevante per le delicate coste della Basilicata. La progressiva riduzione ed in taluni casi la sparizione di interi tratti di litorale indica come un fenomeno naturale possa degenerare a causa dell'azione dell'uomo. Dagli anni 60 ad oggi, interventi di vario tipo, a cominciare dalla cementificazione delle fasce costiere e dell'insediarsi di molteplici attività sia turistiche che produttive, per finire con l'edificazione di infrastrutture proprio a ridosso della spiaggia e dei grandi porti, hanno portato alla scomparsa di ampi settori di spiaggia e di parte dei cordoni dunali litoranei confermando l'estrema vulnerabilità ai fenomeni di erosione di questo tratto di litorale ed arrecando ingenti danni alle strutture presenti nell'area, nonché effetti secondari di inquinamento delle falde di acque dolce che rischiano di compromettere la forte vocazione agricola del territorio».
Nunzio Cirino Groccia, della segreteria nazionale di Legambiente ha evidenziato che «I paesaggi costieri sono uno straordinario patrimonio e costituiscono una parte rilevante dell'identità italiana oltre che una potenzialità unica di valorizzazione turistica ed economica. I cambiamenti avvenuti in questi particolari territori negli ultimi decenni sono purtroppo molto rilevanti e in larga parte poco conosciuti. Di sicuro latita qualsiasi politica di valorizzazione e tutela da parte dei Ministeri, ma anche da parte delle Regioni che in larga parte non hanno mai approvato i piani previsti dalla Legge Galasso emanata nel 1985. E' necessario definire a livello nazionale una seria politica di riqualificazione e tutela delle coste e parallelamente operare per la salvaguardia di tutte le aree ancora libere, imponendo il vincolo di edificabilità assoluta per tutte le aree costiere attualmente non edificate di almeno 1 chilometro dal mare».
Sergio Longhitano, ricercatore dell'università degli studi della Basilicata che ha tenuto una lezione magistrale sulle problematiche della dinamica costiera, sul processo di erosione e sulle fenomenologie inerenti che caratterizzano il litorale lucano e presentato lo studio dell'università della Basilicata che fornisce un quadro completo delle problematiche che investono il litorale jonico della Basilicata, «Un'area preziosa per patrimonio storico-culturale che la caratterizza e per il ruolo che riveste nello sviluppo socio-economico regionale e locale. In termini ambientali il problema è assai complesso: la difesa delle spiagge spesso comporta la costruzione di ulteriori manufatti artificiali, con colate di cemento che si susseguono modificando la costa ed il profilo del paesaggio, senza peraltro risolvere il problema in maniera efficace e duratura.
In Basilicata, in particolare, il fenomeno dell'erosione pare accelerarsi notevolmente negli ultimi anni ed i tentativi di mitigazione fino ad ora proposti e realizzati sembrano non tener conto delle caratteristiche del territorio e delle problematiche delle correnti costiere modificate dai porti, in particolare da quelli di grande dimensioni, come il porto Argonauti a Pisticci e l'imponente struttura del Porto di Marinagri a Policoro. Queste due grandi infrastrutture, con le loro massicce metrature di cemento, non solo hanno stravolto il paesaggio ma da più parti vengono indicate come evidenti concause dell'avanzamento del fenomeno erosivo regionale».
Secondo Valeria Tempone, responsabile eco-sportello di Legambiente Basilicata, «Le analisi fornite dagli studi dell'Università della Basilicata, indicano che la nostra regione sta attualmente vivendo la più preoccupante crisi regressiva delle spiagge, come è del resto evidente sul litorale di Metaponto, per la quale non è possibile sperare in una naturale inversione di tendenza. E' quanto mai urgente adoperarsi per realizzare efficaci ed innovativi interventi di mitigazione del fenomeno che non possono prescindere da un'attenta analisi ambientale del territorio sia costiero che interno e da una gestione integrata e sostenibile.
In questo senso, è prioritario mettere fine al continuo sfruttamento dei fiumi nell'entroterra, all'illegale prelievo di inerti dagli alvei ed alla costruzione di briglie, pennelli e scogliere artificiali che riducono ogni anno di più l'apporto di sabbia e ghiaia sulle coste. Ci appelliamo inoltre alla Regione affinché avvenga un'attenta riflessione sulle conseguenze delle faraoniche opere portuali realizzate negli ultimi anni e che si fermi ogni eventuale altro progetto in cantiere, viste le modeste dimensioni della nostra costa già soffocata da speculazioni che aggravano drasticamente il fenomeno erosivo del territorio con conseguenze funeste per l'ambiente e l'economia turistica».
Anche la fotografia scattata con il monitoraggio dei biologi di Goletta Verde non da risultati esaltanti: «Due punti su tre campionati sulle foci dei corsi d'acqua della Basilicata sono risultati "fortemente inquinati"». Inoltre, un monitoraggio di Legambiente sull'intero corso del fiume Basento, con prelievi avvenuti dalla sorgente alla foce. Conferma «Un cattivo stato di salute che necessita al più presto di un'attenta opera di riqualificazione ambientale».
I due punti risultati fortemente inquinati sono entrambi in provincia di Matera, nel comune di Metaponto, a Metaponto Lido, Foce del Basento e nel comune di Scanzano Jonico, a Lido Torre,presso lo Sbocco del Canale della Bufaloria. Invece lo sbocco del canale a Torre Bollita nel Comune di Nova Siri, che dai monitoraggi del 2011 risultava inquinato, quest'anno ha registrato livelli entro i limiti.
È indubbio - commenta Cirino Groccia - che la Basilicata necessiti di migliorare la propria performance depurativa, che risulta essere ancora insufficiente come dimostrano ogni anno le analisi di Goletta Verde ma anche gli ultimi dati Istat (2009) relativi alla copertura depurativa. Infatti, solo il 64% della popolazione di questa regione è coperta da un adeguato sistema di depurazione contro una media nazionale del 75,9% ed anche inferiore a quella già modesta delle regioni del sud che si attesta al 69,9%. I biologi di Goletta Verde si sono recati alle foci dei fiumi proprio per sondare il corretto funzionamento della depurazione e per quanto il nostro sia un monitoraggio spot, rappresenta un campanello d'allarme che invita le istituzioni a intervenire subito. La nostra priorità dunque è l'adeguamento delle reti fognarie ed il completamento della copertura di tutti i comuni del territorio lucano. Non parliamo solo delle località costiere ma anche dei comuni dell'entroterra che sono ugualmente interessati dall'inadeguatezza del trattamento dei reflui. Occorre che le istituzioni e gli enti preposti si impegnino immediatamente e individuino tra le priorità l'adeguamento del sistema depurativo e fognario della regione».
Per Marco De Biasi, presidente di Legambiente Basilicata, «I fiumi della Basilicata rappresentano una risorsa unica per la nostra regione. na risorsa tanto preziosa quanto delicata e spesso oltraggiata. Per questo motivo la scorsa primavera Legambiente ha attivato una grande campagna di monitoraggio scientifico dei nostri fiumi. Oggi, anticipiamo uno dei dati emersi che riguarda proprio il Fiume Basento per evidenziare che la criticità di questo fiume non si ferma solo alla foce e all'inquinamento microbiologico, come dimostrato da Goletta Verde. Sono infatti anche altre le sostanze inquinati presenti nel corso d'acqua che ancora oggi lo allontanano dall'obiettivo di qualità buono da raggiungere, come previsto dalle direttive europee e dalla normativa nazionale, entro il 2015.
E' diventato urgente, a ridosso di questa scadenza iniziare la grande opera di riqualificazione ambientale del Basento, chiedendo a gran voce che Regione ed Enti locali possano istituire un tavolo concreto di lavoro e obiettivi per poter restituire dignità a questo corso d'acqua e ristabilire gli equilibri naturali».