
[16/07/2012] News
Giappone e Vietnam hanno inaugurato ad Hanoi un centro comune di ricerca sule terre rare che punta ad affrancare i due Paesi (ma soprattutto il Giappone) dal monopolio cinese da questi 17 elementi.
Per mantenere la produttività e la competitività dell'industria di punta giapponese e la crescita economica velocissima ma appena cominciata in Vietnam le terre rare sono un elemento essenziale, ma richiedono procedimenti sofisticati per selezionarle ed un forte impatto ambientale durante la fase estrattiva, ma le proprietà dei 17 elementi delle terre rare sono così simili tra loro che l'estrazione e la purificazione li richiede processi sofisticati.
Molte delle tecnologie originarie sono made in Usa, ma la Cina ha una notevole esperienza ed anche più tecnici, dato che da 20 o 30 anni è il Paese leader nell'industria delle terre rare: nel 2010 ne ha estratto 55 milioni di tonnellate, circa la metà del totale mondiale, ma ha anche fornito il 98% delle esportazioni mondiali. Ora che Pechino comincia a mettere dei limiti alle sue esportazioni di terre rare, i prezzi salgono e i Paesi importatori si trovano costretti ad investire nello sfruttamento delle proprie risorse se vogliono continuare a partecipare al banchetto dell'elettronica di consumo e non perdere il treno sempre più veloce della green economy.
Yasushi Watanabe, un ingegnere esperto di minerali del National institute of advanced industrial science and technology (Aist) del Giappone spiega che «Il Giappone è il secondo più grande consumatore di prodotti di terre rare dopo la Cina, ma potrebbe raggiungerla in pochi anni se il governo giapponese fornisse un sostegno adeguato».
Il centro di ricerca sulle terre rare e il trasferimento tecnologico di Hanoi ha ricevuto un finanziamento di 420 milioni di yen (5,3 milioni di dollari) ,ma deve ancora avviare le attività di ricerca, anche se sta già testando apparecchiature e miscelatori pionieristici per estrarre gli elementi delle terre rare o minerali. Insieme ai ricercatori giapponesi ci sono anche quelli dell'Istituto per la tecnologia degli elementi radioattivi e rari del Vietnam. Yoshiaki Igarashi, rappresentante capo della sede di Hanoi del Giappone Oil, Gas and Metals National Corporation, che sovrintende il nuovo centro, spiega che «Le proprietà dei minerali sono diverse a seconda delle miniere, per cui cerchiamo di stabilire i metodi ottimali per la produzione di prodotti delle terre rare di alta qualità».
Le industrie giapponesi, dopo le restrizioni alle esportazioni cinesi, sono già al lavoro nei giacimenti di terre rare giacimenti in Kazakistan, India e Australia, ma anche in Vietnam. Ma Wenabe avverte che «Il coinvolgimento del governo (del Giappone, ndr) nella ricerca di terre rare in Vietnam riflette un senso di crisi in rapida crescita in Giappone. L'Arcipelago dovrà affrontare una grave crisi di approvvigionamento. I dettagli specifici della ricerca al centro sono ancora coperti, ma il lavoro implica la realizzazione di tecnologie di base per separare e concentrare gli elementi pregiati».
Il governo giapponese ha anche finanziato numerosi progetti per sviluppare tecnologie per il riciclaggio degli elementi delle terre rare utilizzati nei componenti high-tech e per trovare materiali che potrebbero essere utilizzati come sostituti. Intanto, i ricercatori dell'università di Tokyo hanno annunciato a giugno di aver scoperto circa 6,8 milioni di tonnellate di elementi delle terre rare nei sedimenti del fondale marino in acque giapponesi. Il 4 luglio, il ministro della scienza dell'India, Ashwani Kumar, ha detto che il suo Paese prevede di estrarre minerali e terre rare dal fondale dell'Oceano Indiano centrale e di aver commissionato la costruzione di 4 navi attrezzate proprio per questo.
Il problema è che l'estrazione di terre rare e di minerali in acque profonde può essere estremamente costoso (anche dal punto di vista ambientale). Ormai in tutto il mondo sono state scoperte centinaia di aree che contengono terre rare o giacimenti minerari, ma la cosa difficile è trovare depositi che possano essere sfruttate economicamente.