[18/07/2012] News

Goletta Verde: «Stop a nuovi porti in Calabria! servono davvero altri 15.000 posti barca?»

I porti turistici «Un escamotage per costruire enormi strutture commerciali e ricettive»

Attualmente in Calabria ci sono ufficialmente 5.300 posti barca, con un rapporto di 7,2 posti barca per km di costa, le pianificazioni indicate nel Masterplan 2011 della Regione Calabria per lo sviluppo della portualità regionale, prevedono  di aggiungere altri 15.000 posti barca  per arrivare a circa 21 per km di costa.  Goletta Verde nella sua tappa in Calabria si è chiesta se «Questi nuovi interventi siano davvero una chiave di volta indispensabile per lo sviluppo economico della regione o se portino semplicemente nuove entrate al già cospicuo ciclo del cemento».

Per questo gli ambientalisti hanno organizzato a Cetraro, l'iniziativa "La Calabria e la Portualità Sostenibile" sul futuro della diportistica regionale, invitando al dialogo ed al confronto i sindaci dei comuni della costa tirrenica. «Abbiamo voluto parlare di portualità in Calabria - ha detto Nunzio Cirino Groccia della segreteria nazionale Legambiente - perché quello a cui stiamo assistendo negli ultimi anni, in termini di proposte di nuovi porti e allargamento di quelli già esistenti, ci sembra non sia in totale sinergia con lo sviluppo sostenibile di questo territorio. 21 posti barca ogni chilometro, in totale 15.000 su tutta la costa, ci sembrano davvero tanti, un numero sicuramente sovradimensionato rispetto alle esigenze dei diportisti.

Quello che ci preoccupa maggiormente è che la tendenza della portualità in questo momento a livello nazionale, non sia più sinonimo dell'offerta di posti barca e servizi ai diportisti ma un escamotage per costruire enormi strutture commerciali e ricettive che poco hanno a che fare con il mare e molto con la speculazione edilizia e nuove colate di cemento sulla costa».

Il Masterplan regionale prevede l'ampliamento del porto di Diamante con un totale di 425 posti barca. Legambiente spiega che «Nel 2009 è stata rilasciata la concessione demaniale marittima per consentire i lavori di ristrutturazione e completamento. Recentemente sono ripartiti i lavori a seguito del sostegno finanziario. Nel 2012 è stata proposta una variante del progetto iniziale che, a fronte di un incremento dell'investimento, prevede un consistente allungamento della durata della concessione. Questa dotazione si andrebbe a sommare con quella degli altri porti calabresi dell'Alto Tirreno (es. Cetraro con 500 posti barca, Paola con 500 posti barca previsti e Scalea con 300 posti barca). Ciò comporterebbe nuove colate di cemento sulla costa che risulta legittimo chiedersi quanto siano necessarie».

Gli ambientalisti fanno anche l'esempio della progettazione del Porto Turistico di Amantea: «Un'operazione che oltre al porto in senso stretto, prevede ingenti interventi infrastrutturali ed immobiliari. Nel dettaglio, ben 21.752 mq, saranno edificati per servizi adibiti al commercio,  19.783 mq saranno per residenze, 13.903 mq adibiti a strutture ricettive mentre 16.946 sono le metrature quadrate adibite a servizi previsti per il porto, con un numero totale di 1.005 posti barca.  La realizzazione di questa serie di interventi comporterà un completo cambiamento dell'intera area portuale, con relative conseguenze sul paesaggio e sui fenomeni naturali che lo riguardano».

Giuseppe Toscano, direttore di Legambiente Calabria, ha sottolineato che «Il nuovo Masterplan regionale che prevede ampliamenti e nuove realizzazioni correlate da ennesimi manufatti in cemento sulle nostre coste ci appare uno strumento che non ha nulla a che vedere con lo sviluppo economico e turistico di cui questa Regione avrebbe bisogno. Anche gli ultimi dati di Assomarinas evidenziano una flessione tra il 15% e il 20% del turismo italiano da diporto ed inoltre nuovo cemento sulle coste andrebbe ad aggravare la drammatica situazione dell'erosione costiera che interessa il territorio regionale. Ci opponiamo a questo Masterplan, che ci sembra l'ennesimo scacco alla Calabria, e per questo chiediamo fortemente alla Regione Calabria di rivederlo integralmente e mettersi in linea con  uno sviluppo turistico realmente sostenibile. In quest'ottica  chiediamo che avvenga una rigorosa analisi e lo stop a opere portuali inutili alla collettività e dannose per l'ambiente».

 

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