[19/07/2012] News

Cancellazione delle società pubbliche strumentali: spending review o svendita?

Assinter Italia denuncia le sforfibiciate lineari senza un processo ragionato

Assinter Italia, l'associazione che rappresenta le 14 società regionali che si occupano di innovazione ed Ict  con quasi 5000 dipendenti e quasi altrettanti di indotto, esprime «grande sconcerto e profondo dissenso» sulla "Spending Review" approvata dal governo Monti  

Secondo Assinter Italia «il Decreto Legge  interviene, con modalità inaccettabili, per far scomparire le società pubbliche  strumentali senza distinzione di settore, senza un'analisi economico - finanziaria sullo stato di salute dei singoli bilanci, senza verificare l'impatto e le ricadute in termini di servizi e innovazione generati dalle Pubbliche Amministrazioni proprio grazie al supporto delle società che operano con il modello "in-house". In questo assomiglia molto ad un taglio lineare, un'accetta, che ben poco ha a che vedere con un ragionato processo di spending review guidato, come dovrebbe, da analisi delle tendenze della spesa pubblica, dei meccanismi che la regolano, della sua attualità ed efficacia. A riprova di questo, l'articolo 4, a differenza di tutti gli altri articoli del DL, non è completato da nessuna ipotesi di riduzione della spesa pubblica».

L'organismo che raggruppa le società regionali sottolinea che «le società Ict in house regionali lavorano ormai da anni proprio come strumenti di sistema, dotati di professionalità  e competenze di alto livello necessari per favorire l'ottimale definizione ed erogazione dei servizi. La loro presenza garantisce continuità nella gestione e innovazione dei servizi ai cittadini  e alle imprese, ben oltre le tornate elettorali e gli avvicendamenti dei Governi regionali. Intervenendo nelle fasi attuative delle politiche regionali, esse catalizzano l'innovazione del territorio, valorizzando il tessuto imprenditoriale locale che spesso rischia di rimanere schiacciato nella morsa  dei grandi fornitori  internazionali ed affidando al mercato, mediante bandi pubblici, circa il 60% del fatturato. Si tratta di attività e competenze particolarmente strategiche nell'attuale fase di lancio ed attuazione delle iniziative e dei progetti previsti nell'Agenda Digitale Italiana».

Per questo Assinter Italia è convinta che «intaccare alla radice la governance dell'innovazione regionale, oltre a compromettere i  principi costituzionali e comunitari di sussidiarietà,  mette a serio rischio l'erogazione dei servizi essenziali ai cittadini, come ad esempio i servizi sanitari, frena lo sviluppo economico e rischia di provocare danni alle finanze pubbliche».

Il gudizio sulle scelte del goveno è drastico: «E' evidente che l'articolo 4 del D.L.  "Spending Review" non riguarda affatto  il contenimento e la razionalizzazione della spesa, ma vuole forzatamente attivare, tra l'altro con tempi e modalità del tutto incompatibili con la normativa degli appalti pubblici, un processo di privatizzazione e/o di  "svendita" di asset essenziali per lo sviluppo dei territori. Crediamo che un eventuale processo di riforma di un patrimonio pubblico così importante ed articolato vada affrontato con modalità e tempistiche radicalmente differenti, nel rispetto delle specifiche esigenze dei territori e dell'autonomia organizzativa costituzionalmente riconosciuta alle Regioni e Province autonome».

 

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