[20/07/2012] News

Il cemento all'assalto dei litorali siciliani: tra il 1988 e il 2006 consumati 7 metri di costa al giorno

Le cifre presentate oggi da Goletta Verde , durante l'incontro sul tema "La demolizione degli abusi edilizi condizione per rilanciare l'economia turistica della Sicilia" tenutosi oggi a Palermo, sono da brivido e probabilmente spiegano anche gran parte del perché della crisi politica, morale ed economica che vive la Sicilia.

Secondo lo studio "La costa siciliana, da Trapani a Messina: l'aggressione del cemento e i cambiamenti del paesaggio".di Legambiente nell'isola «Le coste sono vittime della scure del ciclo del cemento, legale e non. Tra il 1988 ed il 2006, nel litorale che va da Trapani a Messina sono stati cancellati 46,7 km di costa, ovvero in meno di vent'anni, è stato costruito il 18% dell'intera urbanizzazione esistente, in pratica sono stati consumati 7 metri di costa al giorno. Su un totale di 442 km di litorale analizzato, il 58% ovvero 225 km, risulta essere cementificato e trasformato ad usi urbani ed infrastrutturali. Solo il 42%, ovvero 122km, ancora classificabile come paesaggio naturale ed agricolo, è rimasto indenne all'assalto del cemento. Quello che maggiormente preoccupa è che il cemento in Sicilia è troppo spesso abusivo, legato a giochi di potere e a una burocrazia compiacente».

D'altronde la Sicilia anche quest'anno si riconferma leader nazionale per illegalità edilizie sul demanio con 629 reati contestati e ben 926 persone denunciate o arrestate nel corso del 2011: «Violazioni commesse per realizzare manufatti di cemento che deturpano il paesaggio, danneggiano il turismo e che devono essere cancellati per restituire dignità alla Regione».

Ma c'è anche una Sicilia virtuosa e molto coraggiosa, per questo Goletta Verde ha voluto premiare con il riconoscimento "Tutti giù per terra", promosso nell'ambito della campagna di Legambiente Abbatti l'abuso, l'ex sindaco di Marsala, Renzo Carini, per le demolizioni edilizie avvenute nel 2011. Durante i mesi che hanno preceduto le demolizioni, non sono mancate le tensioni, le minacce e le carte bollate.

Alla fine, da ottobre a febbraio, i primi 9 immobili dei 22 previsti nell'incarico affidato alla Sicil-Costruzioni di Alcamo, sono stati demoliti. Ma gli edifici realizzati illegalmente, per cui finora è stato firmato l'ordine di demolizione, sono ben 500: una black list che ha scatenato una guerra a colpi di delazione. Perché in realtà le case illegali sarebbero migliaia, ma intanto un segnale positivo è stato lanciato.

Il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, ha sottolineato «Siamo convinti che in Sicilia sia possibile un' inversione di tendenza. Proprio per questo,oggi assegniamo il riconoscimento Tutti giù per terra a Renzo Carini, ex sindaco di Marsala, per aver portato avanti le ordinanze di demolizione di 9 case di un primo lotto di 22 , su un totale di 500 con ordine di demolizione, in contrada Spagnola. L'ex primo cittadino si è distinto per aver perseverato nel voler ripristinare la legalità in un contesto nel quale gli interessati, supportati dalle istituzioni comunali e regionali, ostacolavano la sua opera.

Siamo convinti che siano questi gli esempi positivi di cui questa isola ha bisogno e che con coraggio vanno emulati e riproposti anche dove il malaffare sembra regnare indiscusso. Crediamo fermamente che chi ha offeso il paesaggio ed il territorio con manufatti abusivi non possa averla vinta sulla legalità. Gli abbattimenti, per quanto possano innescare problematiche di tipo sociale che vanno affrontate adeguatamente, sono necessari non solo per il territorio e la legalità ma anche per far passare un messaggio chiaro contro gli scempi sulla costa e nuove colate di cemento e che metta in guardia contro i rischi ed i costi dell'abusivisismo».

Mimmo Fontana, presidente Legambiente Sicilia, ha detto: «Non possiamo più tollerare che la nostra bellissima regione detenga il primato nazionale per l'abusivismo edilizio, una vergogna che non conosce eguali in nessun altro paese europeo. La lunga lista del ciclo del cemento illegale in Sicilia è una zavorra che pesa, insieme alla corruzione dilagante e al potere crescente delle mafie su qualsiasi ipotesi di rilancio della nostra economia, che invece dovrebbe far leva proprio sulla qualità dell'ambiente e quindi, dell'offerta turistica. A partire da Palermo, al più presto consegneremo un video e due fotografie in regalo all'amministrazione del Sindaco Orlando, la prima che ritrae la collina del disonore di Pizzo Sella, come appare oggi con gli orribili scheletri delle villette che deturpano il paesaggio, e la seconda, ritoccata, che la ritrae come vogliamo che torni ad essere, libera dal cemento e finalmente simbolo di una dignità e legalità ritrovate.

Auspichiamo vivamente che il Sindaco metta finalmente la parola fine ad una vicenda incresciosa entro il 2017, cominciando al più presto ad abbattere gli scheletri e le ville confiscate, per ristabilire la giustizia di una vicenda che dura da oltre trent'anni. Ma il nostro appello va anche alla Regione: è urgente che venga posto un freno al consumo di suolo, in particolare quello della fascia costiera, vengano approvati al più presto i Piani Paesaggistici per non permettere ancora che il cemento continui a divorare la costa siciliana, ma soprattutto la nostra richiesta più accorata è che si superi quella logica predatoria che ha acconsentito ancora nelle settimane appena trascorse di valutare insensati progetti come quello che prevede la concessione per 30/50 anni dell'intera fascia costiera siciliana ad un gruppo di importanti società che dovrebbero realizzare porti, alberghi e centri commerciali per un ammontare complessivo di oltre 3 miliardi di investimenti».

L'ecomostro di Pizzo Sella è tra le peggiori storie dell'abusivismo italiano: uno scempio per il quale gli ambientalisti chiedono da anni l'intervento delle ruspe e chiarezz su un affare da un milione di m2 di cemento illegale su un'area a vincolo idrogeologico alle spalle del mare di Mondello. «Ben 170 ville costruite dalla mafia a partire dalla fine degli anni '70 - spiega il Cigno Verde siciliano - e quasi tutte non finite perché bloccate nella forma di orribili scheletri dalla confisca e dall'ordine di demolizione disposti nel 2000 dal pretore di Palermo, decisione confermata dalla Corte d'appello nel 2001 e poi dalla Corte di Cassazione nel 2002, nonché da una sentenza del Tar della Sicilia. Alla fine del 1999 sono state demolite 14 ville, ma da all0ora le ruspe non sono più ripartite, Nell'estate del 2010 una clamorosa sentenza della Corte d'appello di Palermo sancisce la "buona fede" dei proprietari di 14 villini, per cui revoca la confisca.

Secondo i giudici, gli acquirenti non erano a conoscenza della storia di illegalità delle loro case e quindi non devono essere puniti per un reato di cui non sono né colpevoli né complici. Pochi mesi fa, alla fine di aprile, è arrivata come un fulmine a ciel sereno una sentenza della Corte di cassazione, che rigetta il ricorso del Comune e della Procura generale di Palermo e conferma la restituzione delle 14 case abusive.

Ma Goletta Verde ha denunciato anche la mala-politica che continua ad avvelenare la società e l'ambiente della Sicilia: Se a Pizzo Sella ci si è dimenticati di oltre 350 immobili ormai di proprietà del Comune che andrebbero solo demoliti, sono in tanti quelli che sulla promessa di sanatorie edilizie hanno messo in piedi la loro campagna elettorale. Il caso più eclatante, è certamente quello del Sindaco di Campobello di Mazara, Ciro Caravà, che non ha potuto essere conseguente alle sue promesse perché è finito in galera con l'accusa di associazione mafiosa. Un'ulteriore spina nel fianco per la legalità in Sicilia sono senza dubbio gli scheletri delle ville di Lido Rossello, nel Comune di Realmonte, in Provincia di Agrigento, dove, fino allo scorso anno sembrava che ci fosse uno spiraglio di novità su un'annosa e odiosa vicenda di mala amministrazione e sfregio del territorio.

Speranze andate finora deluse: in dodici mesi non è successo niente. I tre scheletri fanno ancora orribile mostra di sé agli increduli turisti stranieri e la cosa è ancor più grave dato che la località Scala dei Turchi risulta dagli ultimi dati una tra le spiagge più visitate di tutta la regione».

Torna all'archivio