[24/07/2012] News toscana

In Toscana “Circe” porta più vento che acqua, e l’emergenza siccità continua

La perturbazione proveniente dalla Scandinavia che da sabato ha colpito il nostro Paese a partire dal nord-est, pare che lascerà definitivamente l'Italia il prossimo giovedì. La pioggia, caduta intensa e violenta insieme alla grandine in alcune aree, al di la del sollievo termico, ha aggiunto danni in particolare al settore agricolo messo già alla corda dalla siccità.

Da questa situazione la Toscana comunque non è stata interessata, visto che sono cadute qua e là solo poche gocce d'acqua, addirittura difficilmente intercettabili con i pluviometri. Nella Toscana centrale, Bilancino rispetto ad una settimana fa ha perso 1 milione di m3 d'acqua e la sua disponibilità è passata da 47 a 46 milioni. Pochi, molto pochi, considerato che siamo al 24 luglio e che l'estate è ancora lunga. Gli amministratori locali, molti dei quali hanno già emesso ordinanze per la limitazione dei consumi paventano, rimanendo la situazione in atto, restrizioni nell'erogazione idropotabile che si potrebbero verificare già nel mese di agosto.

L'agricoltura senza acqua è in crisi, e dalla Cia fanno sapere che molte produzioni saranno ridotte (il pomodoro da industria fa segnare il - 30%) e particolarmente preoccupante è la situazione dell'intera zootecnia, dove si registrano forti cali di produzione ed aumento dei costi per assicurare la qualità del latte e della carne.

Della situazione di crisi del bacino dell'Arno, è stata informato nei giorni scorsi il Comitato istituzionale, da parte del Segretario generale dell'Autorità di bacino Gaia Checcucci.  Il fiume è in grande sofferenza nell'area fiorentina dove sopra le acque sono evidenti distese algali la cui crescita è favorita dai nutrienti (provenienti dagli scarichi) e dalle alte temperature.

Per ora non è a rischio l'approvvigionamento idrico della città e la "salute" ecologica del fiume, anche se l'ossigeno disciolto sicuramente è in forte diminuzione. Non si registrano morie di pesci come qualche anno fa (prima dell'avvento di Bilancino) ma a qualcuno è tornata in mente l'estate del 1985 e l'intervento di emergenza messo in piedi dall'allora responsabile della Protezione civile Zamberletti, con il famoso "tubone" che portava acqua a Firenze dai laghetti dei Renai di Signa.

Per quest'anno per scongiurare la vera crisi, l'impressione è che ci si debba affidare a Giove pluvio ma in prospettiva è necessario intervenire a più livelli per limitare questa criticità che si sta ripresentando sempre più frequentemente anche a causa dei cambiamenti climatici. Riduzione dei consumi, maggiore efficienza, tesaurizzazione della risorsa che cade dal cielo, ricorso ai sistemi di riciclo e  riutilizzo delle acque depurate a scopi non potabili, attuazione di buone partiche e cambiamento di abitudini. Queste solo alcune delle cose da fare.

La Regione Toscana, giustamente, ha deciso di rispondere alla crisi idrica non con interventi spot ma con un'azione di programmazione nel medio periodo che porti vantaggi nel tempo. Per mettere però a regime il sistema in Toscana, come altrove, il tema acqua in tutti i suoi aspetti deve essere messo al centro delle politiche e deve essere anche utilizzato come opportunità per rilanciare l'economia in senso green. Per ora questa stagione appare lontana.

 

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