
[25/07/2012] News
Resisterà l'euro? O crollerà portandosi con sé l'intero edificio dell'Unione europea faticosamente costruito in decenni dalla politica e terremotato in pochi mesi dalla finanziarizzazione dell'economia?
Quello che è successo in Grecia e sta accadendo in Spagna ci racconta di una politica inerme con le sue vecchie ricette (e orripilata dalle nuove ed indigeste come quelle di Sryza in Grecia), che guarda arrivare il terrificante tsunami della shock economy mentre sta ancora raccogliendo le suppellettili ed i salvagente finiti in mare con quelle che, viste da qui ed oggi, sembrano burrasche.
L'Europa ha messo in campo tutta la sua alta burocrazia tecnocratica (a cominciare da Mario Monti) per contrastare un attacco di cui non si conoscono nemici e mandanti, ha messo in campo la creme di quel mondo delle banche, degli affari e della finanza che da una parte grida al pericolo di default dell'euro e dall'altra opera alacremente perché dal precipitare della crisi rinasca un nuovo ordine basato sulle stesse fondamenta terremotate.
Sembra essere all'equilibrio del terrore finanziario, alla guerra fredda delle monete, dove al posto delle armi nucleari c‘è l'euro: tutti dicono che prima o poi il missile partirà, per questo si lascerà che la Grecia esca dall'Euro dopo che l'Ue è pesantemente intervenuta nella campagna elettorale per non far vincere la sinistra con un'idea alternativa dell'Europa, una rampa di lancio in meno...
Ma come per la Guerra Fredda, nessuno può permettersi che il missile parta, che l'euro esploda, perché la conflagrazione sarebbe enorme ed il fallout economico e monetario contaminerebbe dollaro, yen, yuan, sterlina... facendo diventare l'attuale tsunami europeo un'ondina rispetto al vortice planetario che risucchierebbe l'economia.
La shock economy che l'ideologia neoconservatrice ha utilizzato per devastare ed annichilire gli esausti Paesi dell'ex socialismo reale sembra un esperimento troppo brutale per democrazie mature abituate ad un alto livello di vita e consumi. La guerra fredda monetaria e le (stesse) ricette dei medici/tecnici che dovevano far diminuire lo spread si fermano qui, all'impossibilità di superare soglie di non ritorno, dopo aver già portato indigenza e rivolta sociale.
I cantori della globalizzazione capitalista che ci richiamano all'orgoglio nazionale perché siamo tutti sulla stessa barca della quale però vogliono mantenere saldo il timone nelle loro mani e continuare ad occupare la prima classe. Proprio come in nome dell'internazionalismo proletario si scatenavano conflitti per determinare chi fosse più marxista-leninista, ma in realtà per puntellare il partito unico al potere con forti dosi di nazionalismo.
Ma ora sembra che alle richieste degli onnipresenti e impalpabili "mercati" bisognerà aggiungere anche quelle di chi ha visto la sua vita cambiare in peggio, sia per diritti sul lavoro che sociali, di chi è sempre più impaurito per il futuro dei suoi figli mentre le banche continuano ad ingurgitare soldi pubblici.
La bomba dell'euro probabilmente non scoppierà ma rimarrà, proprio come quelle atomiche, un deterrente, sempre più questo ritornello dell'euro e dello spread ha il sapore dell'equilibrio del terrore che sta imprigionando, proprio come al tempo di Breznev, la politica in uno stallo terribile.
Il problema è che "Breznev" non saluta più incartapecorito dal mausoleo di Lenin, ma si riunisce a Bruxelles ed al Fondo monetario internazionale per salvare un sistema che ha fatto fallimento e che non ha il coraggio di ammetterlo: l'ipercapitalismo liberista e la sua ideologia neo-conservatrice.
E, come per il socialismo dal volto umano dei tempi dell'Urss, molti volenterosi custodi dell'ideologia liberista, non vogliono nemmeno sentir parlare di un capitalismo dal volto umano.
Per uscire dalla nuova Guerra Fredda dell'economia messa in piedi per annicchilire lo Stato sociale, c'è bisogno di un progetto alternativo al mantenimento dell'esistente, al puntellamento della frana per conto d'altri... Come dire, nuova sinistra cercansi.