
[31/07/2012] News
Oggi il portavoce del ministero degli esteri della Cina, Geng Yansheng , ha detto in una conferenza stampa convocata a Pechino che «La Cina esercita una sovranità indiscutibile sulle isole del Mar Cinese Meridionale e le acque adiacenti e si oppone ad ogni intervento militare in questa zona». Tanto per far capire come funzionano le cose, Geng ha scandito che «Secondo i regolamenti al riguardo, un sistema di pattuglie regolare di preparazione al combattimento è stato stabilito nelle acque rilevanti dalla giurisdizione della Cina. Questo sistema è stato stabilito per preservare la sovranità territoriale del Paese e salvaguardare i suoi diritti marittimi e non riguarda nessun Paese od obiettivo specifico».
Insomma, Pechino in questi isolotti polverizzati in un'area immensa non vuole cannoniere straniere tra i piedi, ma invia le sue per "mantenere la pace" dopo le scaramucce con il Vietnam e l'occupazione di un paio di isolotti da parte delle Filippine.
La Cina ha fatto però un ulteriore passo dal quale sarà impossibile tornare indietro: il 23 luglio ha dato veste istituzionale e amministrativa alla sua rivendicazione delle isole con una conferenza nella nuova città di Sansha che ha costruito nel Mar Cinese Meridionale.
L'agenzia ufficiale Xinhua annunciava che «45 deputati dell'assemblea popolare municipale hanno partecipato alla prima sessione del primo congresso popolare tenuto sull'isola Yongxing, sede del governo di Sansha. I deputati, ripartiti in gruppi rappresentano le isole Xisha, Nansha e Zhongsha, sono stati eletti sabato (il 21 luglio, ndr) da 1.100 residenti locali.
Si tratta probabilmente della municipalità meno popolata della Cina e più estesa del mondo. A giugno il Consiglio degli affari di Stato (il governo centrale cinese) aveva approvato l'istituzione di Sahansa, definendola una «Città di rango prefettizio», appartenente alla provincia meridionale di Hainan, «Per amministrare le isole Xisha, Zhongsha e Nansha e le acque adiacenti del Mar Cinese Meridionale».
Basta guardare come vengono chiamate in varie lingue questi arcipelaghi per capire in che vespaio abbia messo decisamente le mani Pechino: le isole Xisha, sono rivendicate dai vietnamiti con il nome di Quần đảo Hoàng Sa, Taiwan dice che fanno parte del suo territorio e i filippini le chiamano con il loro nome internazionale di Paracel; le isole Zhongsha, un gruppo di atolli corallini conosciuti come Macclesfield Bank, sono rivendicate da Taiwan, Vietnam e Filippine; le Nansha, 750 isolette, atolli e scogli corallini, conosciute internazionalmente come isole Spratly, hanno ancora più pretendenti: Brunei, Filippine (che le chiamano Kapuluan ng Kalayaan), Malaysia (Kepulauan Spratly), Taiwan, Vietnam (Quần Đảo Trường Sa), quest'ultimo Paese ne occupa militarmente 45 e Cina, Taiwan, Brunei e Filippine le rivendicano come Zona economica esclusiva.
Tutti questi Paesi fanno finta che dietro le loro rivendicazioni ci siano le rispettive storie, ma dietro il nazionalismo che accende l'opinione pubblica in Cina, Vietnam e Filippine ci sono ben più concrete risorse petrolifere e gasiere ed i diritti di pesca ed il controllo della navigazione in un'area che sta diventando sempre più vitale con lo spostamento del baricentro economico del mondo ad oriente..
Il 21 luglio l'Association delle Nazioni dell'Asia del sud-est (Asean) ha adottato una dichiarazione in 6 punti sul Mare della Cina Meridionale che si basa sulla necessità di applicare la Dichiarazione sulla condotta delle parti, di mettere rapidamente a punto un codice regionale di condotte, di rispettare pienamente i diritti universalmente riconosciuti del diritto internazionale, di dare costantemente prova di calma evitando di far uso della forza, di trovare una soluzione pacifica alle liti.
La Cina ha detto di essere disposta a lavorare con l'Asean per applicare la dichiarazione ed il Codice di condotta per il Mar Cinese Meridionale e si è detta soddisfatta che l'Asean non abbia reso le parti di due Paesi che aderiscono all'organizzazione, Filippine e Vietnam e che chiedevano una condanna dell'occupazione cinese delle isole.