
[01/08/2012] News
Secondo lo studio "Emergence of Fatal Avian Influenza in New England Harbor Seals", pubblicato su Mbio, la rivista on-line open-access dell'American society for microbiology, «Un nuovo ceppo del virus dell'influenza trovato nelle foche potrebbe rappresentare una minaccia per la fauna selvatica e salute umana».
I ricercatori, che provengono da diverse università, istituti di ricerca ed istituzioni USA, tra le quali la Columbia university e la National oceanic and atmospheric administration, sottolineano che «E' fondamentale monitorare i virus come questo, che ha avuto origine negli uccelli e si è adattato per infettare i mammiferi, in modo che gli scienziati possano prevedere meglio l'emergere di nuovi ceppi di influenza e prevenire pandemie in futuro».
Dal settembre al dicembre 2011 nel New England sono state trovate morte 162 foche comuni (Phoca vitulina) a causa di un focolaio di polmonite, le autorità federali hanno riconosciuto un "unusual mortality event" (Ume), «Questa epidemia - spiega il team statunitense - è particolarmente significativa, non solo a causa della malattia che ha causato nelle foche, ma anche perché il virus ha naturalmente acquisito mutazioni che sono note per aumentare la trasmissibilità e la virulenza nei mammiferi».
A differenza del ceppo degli uccelli, questo virus ha adattamenti per vivere nei mammiferi e ha mutazioni che sono note per rendere i virus influenzali più trasmissibili e causare malattie più gravi. Il virus ha anche la capacità di prendere di mira un recettore chiamato SAα-2,6, una proteina presente nel tratto respiratorio umano.
Nello studio si legge che «La sequenza delle analisi dei campioni post-mortem ha rivelato la presenza del virus aviario A dell'influenza H3N8, simile ad un virus che circola negli uccelli acquatici del Nord America almeno dal 2002, ma con mutazioni che indicano un adattamento recente ad ospiti mammiferi. Queste includono una mutazione D701N nella proteina virale PB2, precedentemente riportata negli altamente patogeni virus H5N1 dell'influenza aviaria che infettare le persone. La colorazione della lectina ed saggi di agglutinazione indicano la presenza del' avian-preferred SAα-2,3 e del recettore dei mammiferi SAα-2,6 nel tratto respiratorio e la capacità del virus di agglutinare eritrociti recanti sia il SAα-2,3 che il recettore. L'emergere di questa A/harbor seal/Massachusetts/1/2011 virus può preannunciare la comparsa di un clade influenzale H3N8 con potenziale di persistenza e di di trasmissione con salto di specie».
La principale autrice del rapporto, Anne Moscona del Weill Cornell medical college di New York City, spiega: «C'è la preoccupazione che abbiamo un nuovo virus trasmissibile dai mammiferi a cui gli esseri umani non sono stati ancora esposti. E' una combinazione che non abbiamo visto nella malattia di prima».
Gli autori, dicono che «I virus influenzali trasmissibili e patogeni nei mammiferi, come quello preso n esame nello studio, rappresentano chiaramente una preoccupazione per la salute umana. Nel 2009, per esempio, il virus H1N1 dell'"influenza suina" è emerso negli esseri umani, era a quanto pare originato da un riassortimento del virus dell'influenza trovato negli uccelli, maiali ed esseri umani. Il ceppo H3N8 nelle foche del New England potrebbe rappresentare il primo avvistamento di un nuovo gruppo di virus influenzali con potenziale di persistenza e di spostamento tra le specie».
Secondo la Moscana «Lo studio solleva due preoccupazioni riguardo all'influenza. Primo, questo ceppo è un nuovo virus che infetta i mammiferi e può passare da animale ad animale, una combinazione di caratteristiche che lo rendono una potenziale minaccia per gli esseri umani. Inoltre, la possibilità che un virus dell'influenza aviaria potesse infettare le foche non erano stata ampiamente presa inconsiderazione in precedenza, evidenziando il fatto che le influenze pandemiche possono sorgere in modi inaspettati».
Quindi una "nuova" influenza potrebbe emergere in qualsiasi luogo e le misure di studio e prevenzione devono essere migliorate rispetto al passato. «Dobbiamo essere molto agili nella nostra capacità di identificare e comprendere i potenziali rischi dei nuovi virus che emergono da fonti inaspettate - concude Moscana - E' importante rendersi conto che i virus possono emergere attraverso percorsi che non abbiamo considerato. Dobbiamo essere attenti a questi rischi e pronti ad agire su di essi».