[08/08/2012] News

Google scommette sugli Abs del settore auto, ma sono debiti non sistemi di sicurezza...

Mentre il mercato auto europeo e quello italiano in particolare sono decisamente in crisi, nel mondo le vendite sono aumentate tanto che le nuove immatricolazioni sono cresciute del 5,7% nei primi 5 mesi del 2012. A farla da padrona è la Cina, seguita però dagli Usa. Detto questo la notizia riportata oggi dal Sole24Ore sulla scelta di Google di «parcheggiare la sua liquidità» pari 40 miliardi di dollari su gli Abs emessi dalle società automobilistiche, a noi sinceramente stupisce. Perché gli Abs non sono - come si potrebbe distrattamente pensare, visto l'argomento trattato - gli Antilock Braking System, ovvero i sistemi di antibloccaggio delle ruote, ma gli  Asset backed securities, ovvero i prestiti concessi agli acquirenti di auto.

Altrimenti detti debiti, quelli sulle spalle dei lavoratori, che impacchettati da Abs con "tripla A" legati nel caso a Honda Motor e Hyundai, sono «divenuti sostituti perfetti dei titoli governativi americani in quanto emittenti di bond di alta qualità e basso rischio». Certo, rispetto ai mutui sulle case tristemente noti come miccia della crisi del 2007 potrebbero essere più sicuri, considerando solo la cospicuità del debito stesso, ma il meccanismo a nostro modestissimo avviso è ugualmente perverso. Far soldi sui debiti, infatti - visti i precedenti, poi - appare ancor di più un moral hazard.

Con una crisi non ancora superata probabilmente si ritiene che chi decide di comprarsi l'auto lo faccia con coscienza di causa, tuttavia una "tripla A" sui debiti sembra una mano di roulette. Si dirà che a rischiare è Google eventualmente (insieme ad altre grandi aziende, sempre a sentire sempre il Sole). In quanto si tratterebbe di «una scelta conveniente sia per gli emittenti dei prestiti sia per i sottoscrittori: i bond emessi con sottostante prestiti del settore auto si sono attestati a 60,7 miliardi di dollari, secondo i dati di Thomson Reuters, il 50% in più del livello toccato lo scorso anno e il più alti dal 2005. L'aumento dei prestiti del settore auto sotto la forma di Abs, cioè cartolarizzazioni attraverso veicoli fuori bilancio, stanno aiutando il settore in questa fase di crisi sostenendo la domanda, ma al tempo stesso offrendo ai produttori fondi a tassi estremamente bassi: lo scorso mese, la Nissan ha collocato un bond da 1,4 miliardi di dollari (incrementandolo dal miliardo di dollari iniziali), con un rendimento dello 0,48%, il record minimo».

Insieme a Google tra i sottoscrittori ci sono «3M e Automatic Data Processing» e «l'elenco è molto più lungo». Ma siamo sicuri che nel caso gli americani dovessero tornare in difficoltà la prima cosa che faranno non sia quella - come accade da noi - di riportare immediatamente l'auto dal concessionario e non pagarla più? Che accadrebbe a quel punto? Chi pagherà soprattutto i mancati ritorni a questi colossi? Guadagnare investendo anche in sofisticati strumenti finanziari non è reato, tuttavia chi ha quelle "importanti" liquidità, visto che stando sempre al Sole la somma di 40 miliardi  «rappresenta soltanto l'1 per cento», che le metta "al sicuro"; scommettere sui debiti e non su altri asset industriali, pur essendo legittimo, è insostenibile socialmente e moralmente parlando.

Ognuno dei propri soldi fa ciò che vuole, tuttavia se Google avesse investito in azioni di case automobilistiche che magari stanno progettando auto ecologiche, ci avrebbe almeno dato il segnale che qualcosa in meglio potenzialmente si starebbe muovendo. Viceversa è sconfortante il voler far soldi dopando i debiti degli automobilisti da parte di un colosso, per di più della new economy.

 

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