[08/08/2012] News

Confermata in Texas la relazione tra pozzi di iniezione del fraking e piccoli terremoti

Secondo una nuova ricerca realizzata dall'università del Texas di Austin le cause sono da ricercare dei pozzi di iniezione utilizzate per smaltire i rifiuti associati alla produzione di petrolio

Secondo una nuova ricerca realizzata dall'università del Texas di Austin, «la maggior parte dei terremoti nella regione Barnett Shale del North Texas avviene entro poche miglia da uno o più pozzi di iniezione utilizzate per smaltire i rifiuti associati alla produzione di petrolio, come i fluidi della fratturazione idraulica», l'ormai contestatissimo fraking. Ma i ricercatori sottolineano che «Nessuno dei terremoti individuati nei due anni di studio erano abbastanza forti da costituire un pericolo per il pubblico».

La Barnett Shale è una formazione geologica nel North Texas nella quale è stoccata una grande quantità di gas che fino all'avvento del fraking era difficile estrarre. La formazione si trova sotto Dallas e Fort Worth e si estende su diverse contee, per lo più ad ovest di queste città. Lo sfruttamento della Barnett Shale e altri giacimenti non convenzionali, come la Bakken Shale nel  North Dakota e il Marcello Shale in Pennsylvania, New York e West Virginia, ha consentito una fortissima crescita della produzione nazionale Usa di gas.

Lo studio di Cliff Frohlich, dell'Institute for geophysics dell'università texana è stato pubblicato Proceedings of National Academy of Sciences (Pnas) e il ricercatore dice che «Non si può dimostrare che un qualsiasi terremoto sia stato causato da un pozzo di iniezione, ma è ovvio che i pozzi stanno aumentando la probabilità che i terremoti si verifichino». Lo studio è stato sostenuto dall'US Geological Survey e dalla Jackson School of Geosciencesdell'università del Texas che ci tiene a specificare che l'autore non ha legami finanziari con l'industria della fratturazione idraulica. Frohlich è consulente dell'industria edile sui rischi sismici riguardanti i grandi progetti come dighe idroelettriche e pipelines. Dovrebbe partecipare anche al prossimo studio sul fraking nel Barnett Shale che sta organizzando l' Energy Institute dell'università del Texas.

Frohlich ha analizzato i dati sismici raccolti tra novembre 2009 e settembre 2011 dall'EarthScope USArray Program, un network di sismometri a banda larga finanziato dalla National Science Foundation che si estende dal confine col Canada al Golfo del Messico. Grazie all'elevata densità di strumenti, 25 nella zona della Barnett Shale, Frohlich ha potuto rilevare terremoti fino ad una magnitudo 1,5, troppo deboli perché la gente li senta in superficie ed ha scoperto che i terremoti più frequenti (8 gruppi) si verificano all'incirca in un raggio che va da  0,9 miglia a 2 miglia da uno o più pozzi di iniezione. Prima di questo studio, il National Earthquake Information Center aveva individuato solo due gruppi di terremoto nell'area fortemente ineressata dai pozzi di re-iniezione. «Questo suggerisce che i terremoti "injection-triggered" sono molto più comuni di quanto generalmente riconosciuto», dice l'università del Texas.

Il nuovo studio conferma i timori di alcuni politici ed associazioni che sono molto preoccupati per i possibili effetti sull'ambiente e sulla salute umana derivanti dalla fratturazione idraulica. 

Frohlich però tranquillizza sulla possibilità immediata di grandi terremoti: «Non ho trovato alcun rischio superiore derivante dallo smaltimento dei fluidi della fratturazione idraulica di quanto si pensasse prima. Il mio studio ha trovato terremoti più piccoli, quasi tutti meno di una magnitudo 3.0, ma anche più di quelli di dimensioni inferiori di quanto fosse conosciuto precedentemente. Il rischio è quello di grandi terremoti, che qui non sembrano avvenire».

Però tutti i pozzi più vicini agli otto gruppi di terremoto hanno elevati livelli di iniezione, con tassi di iniezione massimi mensili superiori a 150.000 barili, ma in alte aree dove i pozzi avevano tassi di iniezione altrettanto elevati non ci sono stati terremoti. Frohlich ha cercato di chiarire questo mistero: «Potrebbe darsi che l'iniezione non può innescare un terremoto se i liquidi iniettati raggiungono ed alleviano l'attrito su una faglia vicina che è già pronto a scivolare. Questa non è semplicemente la situazione in molti luoghi».

La fratturazione idraulica è un procedimento industriale che pompa  acqua e sostanze chimiche varie profondità nel sottosuolo per fratturare le rocce e consentire al petrolio ed al gas di fluire più facilmente in un pozzo. Quando gli idrocarburi arrivano in superficie spesso sono accompagnati dai fluidi idraulici del fraking che vengono a loro volta smaltiti nel sottosuolo, con una tecnica che fa inorridire gli ambientalisti e che trova una crescente ostilità nelle comunità locali che temono un inquinamento delle falde idriche.  

Anche per questo Frohlich è molto attento a sottolineare che il suo studio «Non ha valutato la possibile correlazione dei terremoti con l'effettivo processo di fratturazione idraulica, ma piuttosto gli effetti dello smaltimento dei fluidi della fratturazione e degli altri rifiuti in questi pozzi di iniezione».

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