[09/08/2012] News

160 profughi siriani sbarcano a Crotone

E’ in Iran la soluzione del massacro siriano?

I 160 siriani che sono arrivati stanotte a Crotone su un peschereccio potrebbero essere l'avanguardia di un esodo di massa per "motivi politici" da un Paese ormai devastato dalla guerra scatenata dal regime nazional-socialista contro il suo popolo e nel quale le violenze settarie stanno facendo vittime innocenti. Se la comunità internazionale non riuscirà a trovare una via di uscita dall'intricato e sanguinoso puzzle siriano, l'Europa e l'Italia protesa nel Mediterraneo si troveranno a far fronte ad un esodo dei "perdenti" che fuggono dalla vendetta di "vincenti" e di disperati che hanno perso tutto sotto i bombardamenti della dittatura.  

La porta per uscire alla crisi siriana potrebbe essere in Iran, alleato di ferro di Bahir al Assad. Oggi, a Teheran, si tiene una riunione internazionale sulla Siria alla quale parteciperanno di una dozzina di Paesi della regione ed anche Levan Dzhagaryan, l'ambasciatore della Russia (un altro fedelissimo alleato del regime siriano) e  la portavoce del ministero egli esteri, Mariya Zakharova, ha assicurato che   «Mosca premerà per la fine immediata del massacro e della sofferenza della popolazione civile in Siria, per una soluzione pacifica nell'interesse di tutti i siriani attraverso  un ampio dialogo politico, quale quello previsto dal Piano di Kofi Annan e dalle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite». Peccato che le armi per perpetrare quel massacro siano state fornite dalla Russia e che un'azione più decisa dell'Onu sia stata bloccata proprio dai veti di Russia e Cina.

Il 3 agosto il viceministro degli esteri iraniano, Hossein Amir Abdollahian. Era volato a Mosca per incontrare il suo collega Mikhaïl Bogdanov e discutere di come uscire dalla crisi siriana che dura ormai da 17 mesi. Ora il ministro degl esteri dell'Iran, Ali Akbar Salehi, dice in un'intervista al  Washington Post che «L'Iran è pronto ad essere un mediatore durante eventuali negoziati tra le autorità siriane e l'opposizione, cos' come ad accoglierli nel nostro territorio». Salehi ha invitato tutti i Paesi coinvolti a cercare una soluzione alla crisi siriana e ad organizzare i negoziati in Iran. Secondo lui «Nel corso degli ultimi 10 anni l'Iran ha svolto un ruolo stabilizzatore in Iraq e in Afghanistan».  MA a chi vadano le simpatie della Repubblica islamica iraniana è chiaro: «La società siriana costituisce un meraviglioso mosaico di etnie, di culti e di culture che sarà distrutto se il presidente Bashir al Assad sarà fatto cadere». 

E sentite cosa dice Irib, la radio ufficiale  internazionale siriana, sull'opposizione con la qual Teheran dovrbbe mediare: «L'esercito regolare siriano continua a combattere contro i gruppi armati in alcune zone della città settentrionale di Aleppo e mercoledì è riuscito a cacciare i gruppi di miliziani, per lo più mercenari provenienti dai Paesi arabi,  pure dal distretto di  Salaheddin, dove si trovava il loro covo principale.

I ribelli hanno tentato un attacco alla sede della televisione ma anche questa azione è stata neutralizzata dalle forze dell'ordine. Scontri anche nel quartiere di Tamadun, a Damasco, che secondo la televisione di Stato siriana e' stata ripulito dalla presenza dei terroristi armati. L'esercito siriano ha reso noto che quasi la totalità di Damasco è ora sotto il suo controllo. Un generale, chiedendo l'anonimato, ha detto "abbiamo ripulito tutti i quartieri di Damasco da Midan a Mezzeh, Qadam, Hajar al Aswad e Tadamon" ed abbiamo anche ripulito alcuni quartieri di Homs per far tornare gli abitanti  nelle loro case. Ciò mentre altri rapporti parlano di un fondo stanziato in maniera specifica dall'Arabia Saudita per i terroristi rimasti a Homs; mezzo miliardo di dollari per assicurarsi che la città non ritrovi la pace. Malgrado i petrodollari che giungono dall'esterno, l'esercito siriano nelle ultime ore, ha eliminato pure un numero elevato di terroristi e ne ha arrestati  tanti e dando uno sguardo alla nazionalità degli arrestati, tutto diviene più chiaro. Provengono dai più disparati paesi arabi, soprattutto Libia e nordafrica. Sono stati arrestati anche militari di alcuni paesi come la Turchia. L'esercito siriano comunque, si dimostra deciso a svolgere il suo dovere, quello di liberare tutte le zone del paese, e ristabilire l'ordine. "Quello che sta accadendo ora non e' altro che l'antipasto. Il piatto principale arriverà più avanti", ha detto il comandante delle forze impegnate ad Aleppo».

Intanto, dopo le dimissioni di Annan, l'Onu sta esaminando le candidature a sostituirlo come mediatore in Siria avanzate dall'ex segretario generale della Nato Javier Solana e dal'ex presidente finlandese Martti Ahtisaari- Altrio candidati sarebbero l'ex ministro degli esteri spagnolo Miguel Moratinos ed un rappresentante della Malysia del quale non si conosce il nome.

Difficilmente siriani,. Iraniani, russi e cinesi accetteranno che l'inviato speciale in Siria sia un ex segretario della Nato e la radio finlandaise Yle ha detto che Ahtisaari «non si vede nel ruolo di successore di Kofi Annan», lo stesso Ahtisaar, noto per le sue capacità di mediazione, ha detto che nessuno gli ha chiesto di sostituire Annan e che spera che «un'altra persona lo faccia al posto mio».

Il problema vero è che saràdifficle trovare un mediatore di prestigio: Annan ha lasciato perché la comunità internazionale non sembra essere in grado di uscire dal pantano siriano, impastoiata da veti e da vecchie e nuove teorie geopolitiche.

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