[13/08/2012] News
Questa settimana lungo le coste orientali degli Stati Uniti d'America, interessate da grandi maree e onde, verrà testato un dispositivo che somiglia ad un gigantesco frullino, che verrà immerso nell'oceano per catturare l'energia delle correnti e produrre energia che dovrebbe già essere immessa in rete entro settembre.
Si tratta di un costoso ma promettente progetto sperimentale, che punta a sfruttare le maree che in questo tratto di mare sono sia potenti che prevedibili: nella Baia di Fundy si verificano maree tra le più alte del mondo che provocano correnti fortissime che prendono velocità negli stretti creati dalle isole di questo tratto di costa rocciosa, è questa la forza che farà girare vorticosamente le pale della turbina che si avvolgono come un'elica del Dna. Chris Sauer, chief executive dell' Ocean Renewable Power Company, che ha realizzato e gestirà la turbine generator unit chiamata TidGen (nella foto), sottolinea la differenza con l'eolico: «Quando il vento soffia, si ottiene energia elettrica ma non sai quando questo avverrà. Un altro vantaggio è che il TidGen non si vede».
Steven G. Chalk, deputy assistant secretary per l'energia rinnovabile del Dipartimento dell'energia Usa, spiega che «quando questo progetto inizierà ad erogare energia elettrica in rete all'interno del power-purchasing agreement, sarà la prima turbina-marea a farlo negli Stati Uniti». Il Dipartimento dell'energia federale ha investito 10 milioni di dollari dei circa 21 milioni di dollari dei costi del progetto e spera che l'energia del mare riesca a diventare parte dl mix energetico Usa. «E' una grande pietra miliare per il nostro water power program, stiamo ottenendo qualcosa dall'acqua che è grid-connected - ha detto Chalk - Una grande dimostrazioni, in condizioni operative reali».
Il primo impianto pilota ha una potenza massima di 180 kilowatt, l'energia necessaria a circa 30 case, un sesto di una turbina eolica media operativa negli Usa, ma le correnti che spingono le pale della TidGen sono costanti. Il prossimo passo prevede l‘aggiunta di altre due turbine. Se la cosa funzionerà l'Ocean Renewable Power Company ha già adocchiato un'altra area marina dove la corrente è ancora più veloce e dove potrebbe aggiungere fino a 18 gruppi elettrogeni aggiuntivi. Quando l'intero progetto sarà completato, cioè nel 2016, la corrente marina potrebbe fornire energia a 1.500 abitazioni.
Il prototipo interessa molto il Cile, un altro Paese dalle maree e correnti eccezionali e lo Stretto di Magellano potrebbe essere una delle aree dove piazzare questi enormi "frullini" subacquei.
Il tasso fissato dalla Maine Public Utilities Commission per l'energia prodotta da progetto è di 21,5 centesimi di dollaro per kilowatt-ora per il primo anno, circa 8 centesimi superiore al tasso medio. Sauer dice di aspettarsi che il prezzo cali dato che la sua impresa sta perfezionando la tecnologia e sta rapidamente riducendo i costi operativi.
Un piccolo ma agguerrito gruppo di imprese Usa sta sviluppando progetti che sfruttano l'energia delle maree, come la Verdant Power, che ha testato turbine subacquee nell'East River. C'è però il problema di monitorare attentamente quale potrebbe essere l'effetto di queste strane pale sulla vita sottomarina e sul traffico da diporto e della piccola pesca.