[14/08/2012] News toscana

FestAmbiente al giro di boa, l'aria nuova che si respira nell'estate della crisi

La crisi si vede anche a FestAmbiente, la festa nazionale di Legambiente a Rispescia (Gr) che sta facendo i conti, con uno sforzo di fantasia, con l'austerità dei consumi per trasformarla nei nuovi stili di vita che il Cigno Verde presenta da anni come alternativa vera al consumismo.

Al giro di boa ferragostano la festa, giunta al suo 24esimo anno di vita, fa i conti dunque con la crisi turistica e l'accorciarsi sempre di più della vacanze, con la nuova parsimonia alla quale dovranno abituarsi gli italiani, con un cambiamento di attitudini ed abitudini, ma anche con un'Italia che cerca confusamente la strada per uscire dalla crisi e guarda ad associazioni come il Cigno Verde per trovare quelle nuove idee che non trova più dalla politica.

Dai molti dibattiti, affollati e partecipati come non mai, emerge un'associazione che si è conquistata un'autorevolezza che le deriva da una visione "eccentrica", a volte spiazzante, ma autorevole della società italiana. Un'associazione che ha saputo piazzare un segmento visionario della realtà ai confini della crisi prima che questa fosse recepita in tutta la sua pienezza che oggi sta diventando drammaticità. Un percorso che oggi sembra riconosciuto da quegli stessi politici allibiti che fino a ieri lo liquidavano come teorie parsimoniose ormai fuori tempo in un mondo di consumi senza domande e memorie e in edonismo privo del senso del futuro.

Tra gli stand della cittadella di Rispescia, nella cittadella dei bambini, nella nuova casa ecologica costruita a FestAmbiente si respira questa nuova tranquilla e seria consapevolezza di un pezzo d'Italia che sembra molto migliore di chi la governa e che pare intenzionata ad uscire preoccupata ma senza paura da una crisi epocale utilizzando le parole d'ordine che Legambiente grida da anni.

Non si tratta certo del "popolo" di Legambiente, ma di un pezzo di società italiana, che sembra essere una nuova alleanza tra classe lavoratrice, ceto medio e intellettuali, che è consapevole che dalla crisi si esce cambiando, che il cambiamento sarà doloroso (anche per e tasche ed i consumi), ma che se ne può uscire con un Paese più solidale e coeso, più consapevole della sua bellezza e della necessità di uscire in avanti dal ventennio della cafonaggine diventata classe dirigente. E' qui che questo pezzo di Paese incrocia Legambiente e ne riconosce il ruolo di mosca (o meglio di cigno) cocchiera.

Un'Italia nuova nel suo moderno ritorno alla solidarietà ed alla condivisione che si rispecchia nei volti affaticati degli splendidi volontari, dei ragazzi e delle ragazze che sono l'ossatura instancabile di una festa strana di questo strano cigno che da anni nuota nelle acque limacciose dalla società italiana e che ogni anno l'Ombrone porta miracolosamente candido a Rispescia, a lisciarsi e ad arruffare le penne.

Mangiando un hamburger made in Maremma al Maremmano sorseggiando una coca cola africana o ascoltando Capossela, De Gregori la Mannoia o Caparezza bisognerebbe ricordarsi anche di quegli instancabili ragazzi, della fatica degli organizzatori, del piccolo miracolo che nel deserto dell'edonismo italiano sia fiorito, sia cresciuto e resista questo strano esperimento di una strana associazione che riesce a mettere insieme il biologico e l'industria manufatturiera, il magistrato che difende i notav e che premia esponenti delle forze dell'ordine che fronteggiano la protesta della Val di Susa, il sindaco del piccolo comune e il rapporto annuale di Amnesty International, i ciclisti e il bus elettrico grossetano che viene da Shangai, il recupero di materiali di Revet e la Costa Concordia arenata al Giglio... insomma l'aria (buona) che si respira a Rispescia nello scirocco che porta il frinire delle cicale ed i profumi dei ristoranti, è quella di un'altra Italia in movimento, un'Italia pacifica, alla quale non piace alzare la voce ma che è capace di dire con gentile durezza che così non va bene, ma che è anche convinta davvero che la strada per costruire un Paese migliore è possibile e percorribile.

Quel che si capisce dolorosamente a FestAmbiente è anche che la politica, salvo rare eccezioni, non è ancora in grado di capire che quella strada faticosamente aperta da altri può finalmente per far uscire questo Paese impaurito e piegato dalla crisi essere percorsa, perché anche grazie al faticoso e misconosciuto lavoro dei giovani di Rispescia e di tanti posti simili in Italia, qul percorso è diventato, da sogno di pochi, lavoro quotidiano di molti e speranza reale di chi testardamente si è impegnato per non perdere l'orientamento nel labirinto della crisi.

Difficilmente, parlando in una pausa di lavoro con i volontari e gli storici organizzatori di FestAmbiente troverete che votano per uno stesso partito politico, difficilmente parlerete di politica politicante, ma troverete però un forte senso comune, una comune impressione della società italiana, l'orgoglio di una diversità che non vuol farsi separatezza ma costruzione di un'egemonia culturale che la politica poi dovrebbe incarnare in alternative concrete.

Insomma, a Rispescia si respira come non mai la crisi, ma anche il refolo benefico del vento che spira dall'uscita tenuta ancora aperta di una società diversa.

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