[14/08/2012] News
La Commissione europea ha comunicato che sono entrate in vigore nuove norme sulla raccolta e il trattamento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), «Che rientrano tra i flussi di rifiuti dal tasso di crescita più elevato e presentano un grande potenziale in termini di commercializzazione di materie prime secondarie. La raccolta sistematica e un corretto trattamento sono indispensabili per il riciclaggio di materiali come l'oro, l'argento, il rame e i metalli rari usati per la produzione di TV, computer portatili e telefoni cellulari. La nuova direttiva segna un chiaro progresso nella protezione dell'ambiente e favorisce un impiego più efficiente delle risorse in Europa».
La direttiva Raee (2002/96/CE) è entrata in vigore nel febbraio 2003 e prevede l'istituzione di regimi di raccolta che consentano ai consumatori di restituire gratuitamente i loro rifiuti elettronici. L'obiettivo è prevenire danni alla salute umana e all'ambiente dovuti a sostanze pericolose contenute nei Raee e aumentare il riciclaggio e/o il riutilizzo di prodotti e materiali.
Nel dicembre 2008 la Commissione ha proposto una rifusione della direttiva Raee, ora modificata e adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio. La direttiva introduce un obiettivo di raccolta del 45% delle apparecchiature elettroniche da applicare dal 2016. Dal 2019, l'obiettivo salirà al 65% delle apparecchiature vendute, oppure all'85% dei rifiuti elettronici prodotti. Gli Stati membri potranno scegliere liberamente quale tra questi due benchmark per la misurazione degli obiettivi adottare.
A partire dal 2018, dopo lo svolgimento di una valutazione d'impatto, l'ambito di applicazione della direttiva Raee sarà esteso a tutte le categorie di rifiuti elettronici.
Ecco le tappe previste per l'attuazione delle nuove norne Raee dell'Ue: al più tardi entro il 14 febbraio 2014 gli Stati membri saranno tenuti a modificare la legislazione nazionale in vigore in materia di Raee per conformarsi alle disposizioni della nuova direttiva e ai relativi obiettivi. I consumatori possono restituire i rifiuti elettronici di piccole dimensioni presso i negozi al dettaglio, eccetto nei casi in cui sistemi alternativi già in uso diano prova di essere almeno di pari efficacia.
A partire dalla data di attuazione della direttiva, alle spedizioni di apparecchiature usate sospettate di costituire spedizioni illegali di rifiuti si applicherà un'inversione dell'onere della prova. Dal 2016 in poi gli Stati membri dovranno garantire la raccolta del 45% delle apparecchiature elettriche ed elettroniche vendute sul territorio nazionale. A partire dal 2018, l'ambito di applicazione della direttiva si estenderà dalle categorie attualmente considerate a tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche. Il 2019 sarà invece l'anno in cui l'obiettivo di raccolta passerà al 65% delle apparecchiature elettriche ed elettroniche vendute, o, in alternativa, all'85% dei Raee prodotti.
Il commissario europeo all'ambiente, Janez Potočnik, ha sottolineato che «In un contesto di crisi economica e di aumento dei prezzi delle materie prime, rendere più efficiente l'impiego delle risorse vuol dire coniugare i vantaggi per l'ambiente e le opportunità di crescita innovative. Ora siamo chiamati ad attivare nuovi canali di raccolta per i rifiuti elettronici e a migliorare l'efficienza di quelli già operativi. Invito gli Stati membri ad allinearsi a questi nuovi obiettivi prima del termine ultimo di attuazione».
La Commissione europea sottolinea che «La direttiva fornisce agli Stati membri gli strumenti per contrastare con maggiore efficacia le esportazioni illegali di rifiuti. Le spedizioni illegali di Raee costituiscono un problema grave, in particolare se dissimulate sotto forma di spedizioni legali di apparecchiature usate nell'intento di aggirare la normativa dell'Ue sul trattamento dei rifiuti. La nuova direttiva imporrà agli esportatori di verificare il funzionamento delle apparecchiature e di documentare la natura delle spedizioni potenzialmente sospettate di essere illegali. Un ulteriore progresso previsto è la riduzione degli oneri amministrativi grazie all'armonizzazione degli obblighi nazionali in materia di registrazione e comunicazione.
I vincoli degli Stati membri legati ai registri dei produttori di rifiuti elettronici saranno ora maggiormente allineati. Ad oggi solamente un terzo dei rifiuti elettrici ed elettronici nell'Ue è oggetto di raccolta differenziata nel quadro del regime documentato. L'attuale tasso di raccolta stabilito nell'Ue è di 4 kg di Raee pro capite, che corrisponde a 2 milioni di tonnellate all'anno, a fronte delle circa 10 tonnellate annue di rifiuti generate nell'Unione. Si stima che entro il 2020 il volume dei Raee aumenterà di 12 milioni di tonnellate.
L'ambizioso obiettivo finale della nuova direttiva, ossia la raccolta dell'85% della produzione complessiva di Raee, farà sì che nel 2020 la raccolta differenziata riguarderà all'incirca 10 milioni di tonnellate di rifiuti, l'equivalente di 20 kg pro capite».
Le nuove norme prevedono che «Ad alcuni Stati membri sarà concessa una deroga temporanea dai nuovi obiettivi di raccolta in ragione di un'insufficienza delle infrastrutture necessarie o di uno scarso livello di consumo di apparecchiature elettroniche. La Commissione farà uso dei poteri conferitile dalla nuova direttiva per armonizzare la frequenza del flusso di comunicazioni dei produttori verso i registri nazionali e il formato previsto per la registrazione e le comunicazioni. Essa riesaminerà inoltre l'impatto di determinate modifiche introdotte con la nuova direttiva, ad esempio sotto il profilo dell'ambito di applicazione, al fine di individuare eventuali risvolti indesiderati».