
[17/08/2012] News
Opportuno operare nella logica della sussidiarietà. Ma attenzione agli estremismi
Dopo non poche delusioni peraltro mai nascoste sulle difficoltà anche del Pd a mettere bene a fuoco e soprattutto in adeguata connessione le politiche ambientali con i ruoli istituzionali previsti dal titolo V della Costituzione, avevo considerato e considero la Carta d'intenti di Bersani l'avvio di una svolta importante e attesa. E' perciò con sconcertante sorpresa che ho letto le dichiarazioni di Stefano Fassina al Foglio in cui chiede l'abolizione del Titolo Quinto della Costituzione riducendo il federalismo e aumentando i poteri del governo centrale per quanto riguarda le opere pubbliche e le politiche sociali.
Perché sia chiaro il senso e diciamo pure la gravità di una siffatta proposta solo qualche giorno fa su L'Unità veniva documentato da Carlo Buttarone come il principio di sussidiarietà su cui fa leva Bersani è messo a rischio dal ‘centralismo tecnocratico' che sta spegnendo il federalismo tanto che a oltre 10 anni dal titolo quinto il nuovo regionalismo appare ancora in ‘bilico' e ormai a rischio non avendo lo stato delegato le nuove funzioni ed essendosi anzi con l'avallo anche della Corte costituzionale riappropriato di competenze in nome di un ‘interesse nazionale' che la Costituzione aveva cancellato in quanto la Repubblica non si riparte più ma è costituita (art 114) da stato, regioni, province e comuni.
Lo stato, infatti, non ha delegato come doveva le nuove funzioni e le regioni hanno ‘esitato' a loro volta a modificare i rispettivi assetti specie nel rapporto con gli enti locali con i quali esistono oggi forme di ‘competitività' e insufficiente collaborazione, che è andata a farsi benedire anche sul piano più generale dove ‘leale' non è mai stata. Tanto è vero che il provvedimento sul Federalismo fiscale del 2009 è bloccato in compenso lo stato riscuote oggi le entrate IMU che erano destinate in precedenza ai comuni.
Ora alla luce anche di quanto è accaduto con il referendum sull'acqua appare sempre più che chiaro che l'intervento della mano pubblica se vuole avere successo deve partire dal livello più vicino al cittadino; quindi, in caso di necessità il primo ad agire è il Comune. Solo in caso di una sua impossibilità a dirimere le questioni possono intervenire a ruota la Provincia, la Regione , lo Stato centrale o, in ultima istanza l'Unione europea.
La sussidiarietà, come risulta chiaro nel documento di Bersani, va vista quindi nelle due dimensioni in cui si esplica; quella verticale appena ricordata della ripartizione delle competenze e quella orizzontale che consente al cittadino come singolo o in maniera organizzata di cooperare con le istituzioni specie se esse - come oggi - faticano a svolgere adeguatamente il loro ruolo costituzionale. Nel momento in cui lo stato centrale specialmente negli ambiti richiamati da Fassina (opere pubbliche e politiche sociali) è passato dal Ponte di Messina alla macelleria sociale, premiarlo con nuovo potere appare davvero sorprendente. Al recente piano della città dell'ultimo decreto sviluppo che ha riaperto il cantiere della riqualificazione urbana provvede una cabina di regia composta da 11 rappresentanti ministeriali, uno della Cassa depositi e prestiti, uno del Demanio e due rappresentanti di Regioni e Province autonome. Un bell'esempio di ‘leale collaborazione' che è la norma e non una eccezione. Anche le altre cabine di regia che spesso restano chiuse anche in piena stagione seguono lo stesso modello.
D'altronde è dal 2009 che lo stato continua imperterrito a indicare le linee guida per la determinazione delle funzioni fondamentali degli enti locali fino all'ultimo parto sulle province. Eppure in base agli art. 114 e 117 la potestà ‘prevalente' sarebbe riservata alla legislazione regionale. Ma lo stato infischiandosene, ad esempio, ha stabilito l'Unione dei comuni sotto i 1000 abitanti indipendentemente dalla volontà dei comuni. Come è stato giustamente detto le regioni e gli enti locali in Italia rappresentano delle istituzioni ‘sospese'. Vogliamo metterci un carico a favore di ‘questo' stato?
*Gruppo San Rossore