[20/08/2012] News

Le vespe più velenose? Sono quelle dai colori più brillanti

Aposematismo è un sistema di difesa contro i predatori che avvisa della tossicità delle possibili prede con colorazione ben visibile. Ma la produzione di tossine e la colorazione aposematica hanno un forte costo e solo gli individui in buone condizioni fisiche possono produrre simultaneamente veleno abbondante e colorazione brillante.

E' quanto emerge dallo studio "Brighter-colored paper wasps (Polistes dominula) have larger poison glands" pubblicato su Frontiers in Zoology da un gruppo di ricercatori spagnoli delle uyniversità di Granada ed Almería che sottolineano: «In tali casi, la colorazione aposematica non solo indica che l'animale è tossico, ma anche il livello di tossicità dei singoli. I costi connessi alla produzione della colorazione aposematica assicurerebbe che gli individui mostrino onestamente loro livelli di tossicità». Lo studio esamina l'ipotesi che esista una correlazione positiva tra la luminosità della colorazione di avvertimento e livello di tossicità, utilizzando come modello la vespa cartonaia (Polistes dominula).

I ricercatori hanno accolto vespe da 30 nidi diversi, le hanno fotografate per misurare la  nitidezza della loro colorazione di avvertimento sull''addome, poi hanno anche misurato il volume della ghiandola del veleno, la lunghezza, la larghezza e dell'addome e «I risultati mostrano una relazione positiva tra la luminosità e le dimensioni della ghiandola velenifera, che è rimasta positiva anche dopo aver controllato la dimensione del corpo e la larghezza addome. I risultati suggeriscono che il modello di colorazione di queste vespe è un vero segno del livello di tossicità: le vespe con colori più brillanti sono più velenose (hanno ghiandole velenifere più grandi)».

Quindi le vespe cartonaie "pubblicizzano" le dimensioni delle loro ghiandole velenifere per scoraggiare i loro potenziali predatori. Di solito gli animali dotati di veleno hanno forme e colorazioni distintive o modelli di colorazione che i predatori imparano presto a evitare, come quelli gialli e neri delle vespe. Gregorio Moreno-Rueda del Departamento de zoología, facultad de ciencias dell'universidad de Granada,  spiega: «Si potrebbe pensare che vespe più grandi abbiano ghiandole velenifere più grandi, e questo è vero, ma anche quando i dati sono stati rettificati per tenere in considerazione per le dimensioni dell'insetto, un correlazione positiva tra le dimensioni della ghiandola e la luminosità è rimasta. Ma produrre sia il veleno che la colorazione distintiva è costoso per la vespa. Per ovviare a questo problema alcune specie, come i sirfidi, hanno imparato a imitare quelli velenosi. Ma gli altri animali utilizzano la colorazione come veritiera (Zahavian) del segnale. In questo caso la vespa segnalerebbe così che è forte e sana e che può sprecare energia per produrre un colore brillante, e una vespa forte e sano conterrà un sacco di veleno.

Una seconda possibilità è che il pigmento sia anche un antiossidante che aiuta a proteggere l'insetto dal suo stesso veleno o dai sottoprodotti della produzione del veleno. Di conseguenza, un insetto che ha molto veleno avrà anche molto colore. In entrambi i casi i predatori devono fare attenzione: una vespa brillante lascerà un gusto sgradevole in bocca».

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