
[24/08/2012] News toscana
Enrico Rossi, effettuerà un sopralluogo a Marina di Grosseto, nell'area incenerita dal grande incendio
Oggi il presidente della Regione, Enrico Rossi, effettuerà un sopralluogo a Marina di Grosseto, nell'area incenerita dal grande incendio, ma la sua conferenza stampa che si terrà alle 19,00, è stata preceduta da una clamorosa presa di posizione di Alessandro Antichi, consigliere grossetano del chiede di estendere i confini del Parco Regionale della Maremma fino ad includere la Pineta del Tombolo. Sembrano lontani i tempi del centro-destra sempre e comunque schierato contro le aree protette ed anche all'Elba ed al Giglio, dove con la battaglia anti-parco il Pdl ha fatto le sue fortune. Polemiche, ormai, che sono più sulle poltrone da occupare che sui confini del Parco Nazionale.
Come vedremo, la proposta di Antichi ricalca quella avanzata parecchio tempo fa da Legambiente e coincide in parte con la proposta di legge avanzata da Comitati ed Associazioni (escluse Legambiente e le Associazioni agricole) che prevedeva un ampliamento del Parco regionale della Maremma che andava da oltre la Diaccia Botrona, sino all'oasi di Burano facendo una deviazione all'interno per comprendere l'area dell'impianto dei rifiuti delle Strillaie, con l'evidente intento di bloccarlo.
Tutti gli articoli della proposta di legge di iniziativa popolare vennero respinti dal Consiglio regionale che pure riconobbe il «valore delle intenzioni del comitato promotore e l'impegno profuso con passione e alta sensibilità ambientale». Inoltre la proposta, pur di ampliare i perimetri del parco apriva alla caccia nell'area protetta, cosa non consentita dalla legge.
Allora Pdl e Lega Nord non parteciparono al voto perché, come disse Il vicepresidente della commissione ambiente del Consiglio Regionale, Andrea Agresti, anche lui grossetano, la proposta di ampiamento del Parco «Parte da presupposti sbagliati e di non conoscenza» e poi aggiunse che la pineta «Non necessita di tutela ma di sostegno». Infine polemizzò con chi chiedeva «Scelte compatibili con un turismo di eccellenza» perché il territorio «Vuole il turismo e la gente» e aggiunse: «La proposta diventa paradossalmente illogica se si considera il contesto in cui si intende intervenire. Il testo manifesta una sensibilità ambientale che fa onore. Eppure la Maremma è uno dei territori più tutelati della Toscana e si mantiene così nel tempo per una cultura di protezione ambientale che proprio qui è particolarmente sentita».
Oggi Antichi avanza quella che definisce «Una modesta proposta» ed argomenta così il cambiamento di posizione rispetto al suo amico di partito Agresti: «Per ogni cosa c'è il suo momento, insegna una saggezza antica. E forse il momento buono è arrivato. Sono trascorsi un paio di lustri da quando lanciai l'idea di estendere i confini del Parco regionale della Maremma sino all'area protetta della Diaccia Botrona per ricomprendervi quel che vi sta nel mezzo: la Pineta del Tombolo, il bosco che si estende per circa 15 chilometri parallelamente alla linea di costa, parzialmente interrotto dalla foci del Canale di San Rocco presso Marina di Grosseto e dalla Fiumara. All'epoca l'idea fece discutere, ma non se ne fece di nulla. Oggi se ne può parlare più proficuamente, spero. Cominciamo dalla considerazione che la Pineta del Tombolo sta esattamente nel mezzo, senza soluzione di continuità, tra la foce dell'Ombrone e il padule della Diaccia Botrona, ovvero tra un parco naturale regionale e una riserva naturale di importanza internazionale: non serve un genio per comprendere che le stesse ragioni di tutela che giustificano le due aree protette non possono non sussistere anche per ciò che sta nel mezzo. Ed infatti la Pineta del Tombolo è già un'area naturale protetta, riconosciuta sia come sito di interesse comunitario e zona di protezione speciale sia come sito di interesse regionale. Ed allora, perché non ricomprenderla, insieme alla Diaccia Botrona, nell'ambio e nella gestione del Parco regionale della Maremma? Ho ben presenti i vantaggi che ne conseguirebbero sia sul fronte della tutela ambientale sia su quello della valorizzazione turistica del territorio, dimostrati dall'esperienza di buongoverno del Parco della Maremma. Esperienza alla quale mi onoro di aver contribuito tra il 1997 e il 2005 come sindaco di Grosseto (il comune "maggiore azionista", per intendersi, della Comunità del Parco) e dal 2005 in poi come consigliere regionale (si tratta infatti di un parco regionale, soggetto a controllo della Regione). Ho presenti anche talune obiezioni, che però non mi sembrano risolutive. È finito tanto il tempo dell'ambientalismo ideologico e fondamentalista quanto quello della banalizzazione dei vincoli ambientali come fattori di sclerotizzazione del territorio. Proteggere l'ambiente è fare, è operare, è trasformare, è creare, come comprende benissimo chi si accosta alla storia della nostra terra con una qualche umiltà, chi, proprio perché conosce il territorio sa che tutto il nostro ambiente è così bello, non solo e non tanto perché è intatto, ma soprattutto perché è stato sapientemente trasformato e conservato dall'uomo. Oggi i vincoli del parco naturale non possono far paura a nessuno, proprio perché tali non sono, ma concrete opportunità di tutela e valorizzazione. Se il tema è giudicato degno di essere discusso, non ci vorrà molto per strutturarlo in una proposta formale sulla quale aprire una fase di confronto con le rappresentanze istituzionali e sociali e con la cittadinanza e quindi dargli concretezza attraverso una legge regionale. Per ogni cosa c'è il suo momento. E forse il momento buono è arrivato. Per quanto tragica sia stata l'occasione».