
[04/09/2012] News
Duro attacco di Zanoni Idv) e Comitato Parchi alla gestione del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise
L'europarlamentare dell'Italia dei Valori Andrea Zanoni, che fa parte del gruppo Alleanza democratici e liberali per l'Europa (Alde) ha presentato un'interrogazione alla Commissione europea sul declino dell'Orso marsicano (Ursus arctos marsicanus) nel Parco Nazionale d'Abruzzo. Il deputato europeo dice che è «colpa anche di incuria e bracconaggio» e ricorda che «l'orso è oggetto del progetto europeo Life», si tratta del progetto "Life Arctos" attuato nell'ambito del programma Life+ Natura e che riunisce diversi soggetti con l'obiettivo di avviare una serie di interventi strutturali, sia sulle Alpi che in Appennino, in linea con quanto previsto dai piani d'azione sviluppati per la tutela dell'orso.
Zanoni, che è anche vice presidente dell'intergruppo benessere degli animali al Parlamento europeo, scrive: «Fermiamo il grave declino anche colposo dell'Orso bruno marsicano nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise» e sottolinea che «la popolazione dell'orso sta diminuendo a causa di incuria, avvelenamento, bracconaggio, invasione di bestiame nomade e incidenti stradali».
L'Orso bruno marsicano è classificato nella Lista Rossa Iucn come "critico (CR)", cioè a rischio estremamente alto di estinzione in natura e l'eurodeputato italiano spiega alla Commissione che «Negli ultimi dieci anni ha subito una gravissima diminuzione, passando dai circa 100-120 esemplari stimati nel 2001 ai soli 40-50 censiti quest'anno. Soltanto nel 2002-2003 erano stati ritrovati morti ben 27 individui, e nel 2011 la riproduzione ha toccato il minimo storico con appena 3 cuccioli. Tra le cause delle perdite vengono segnalate, oltre al bracconaggio, la progressiva invasione di bestiame nomade semibrado al pascolo abusivo, e la criminale collocazione di esche avvelenate nell'area protetta: entrambe gravissime violazioni delle norme del Parco, in stretta connessione tra loro, ma insufficientemente contrastate e perseguite dalle competenti autorità. Lo conferma il fatto che "negli ultimi dieci anni non è mai stato individuato né punito alcun responsabile»..
Zanon evidenzia che «il declino di questo preziosissimo animale è dovuto anche all'incuria dei siti dove la sua tutela dovrebbe essere massima, come il Parco d'Abruzzo, e all'azione diretta di criminali come i bracconieri. Ecco ad esempio l'avvelenamento e la caccia illegale con battute al cinghiale nei siti di Rete Natura 2000 tutelati dall'Europa come i Sic e le Zps del Preparco autorizzate dal calendario venatorio della Regione Abruzzo con apertura anticipata a discapito proprio degli orsi marsicani che rischiano di non potersi alimentare con tranquillità proprio quando devono ingrassare per affrontare l'inverno. E poi ancora incidenti stradali dovuti alla mancanza di restrizioni, controlli e adeguati limiti di velocità nelle strade circostanti il parco». L'attacco dell'eurodeputato Idv sembra rivolto soprattutto alla gestione dell'area protetta: « Molte delle cause di morte e disturbo potrebbero essere rimosse con maggior impegno e presidio del territorio dell'Ente Parco e con calendari venatori più rispettosi delle esigenze della fauna protetta. Buona parte della responsabilità di questa grave situazione va sicuramente imputata ad un Ente Parco, quello d'Abruzzo, che sta facendo nulla o poco per tutelare l'orso ed il suo prezioso habitat». Per questo Zanoni chiede alla Commissione se «E' al corrente di questa grave situazione» e «Informazioni relative all'utilizzo dei finanziamenti europei Life + Natura utilizzati per la tutela dell'Orso marsicano, soprattutto nell'ambito del Parco Nazionale d'Abruzzo».
La critica è durissima e sembra rivolta anche agli altri partner del progetto: Wwf, le Regioni Abruzzo, Lazio, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, La Provincia di Trento, il Corpo forestale dello Stato, l'università la sapienza di Roma e il Parco naturale Adamello Brenta. Ma lo stesso progetto Life sottolinea che «Il futuro dell'orso bruno (Ursus arctos) in Italia è alquanto incerto. Sulle Alpi, un recente intervento di reintroduzione ne ha scongiurato momentaneamente l'estinzione, mentre in Appennino poche decine di orsi marsicani, rappresentanti di una sottospecie unica, lottano ancora per sottrarsi all'oblio. Gli interventi necessari per garantire la conservazione di queste popolazioni sono numerosi e richiedono lo sforzo congiunto di tecnici, ricercatori ed amministratori, altre al supporto, fondamentale, di opinione pubblica e dei principali portatori di interesse».
La denuncia di Zanoni viene ripresa oggi con grande rilievo dal Comitato Parchi, coordinato da Franco Tassi che per lungo tempo è stato Direttore Soprintendente del Parco Nazionale d'Abruzzo, e che parla di «allarme rosso per l'animale più importante e amato della fauna europea». Il Comitato Parchi ricorda anche un altro pericolo per gli orsi superstiti: inoltre il bestiame vagante incontrollato risulta talvolta vettore di pericolose infezioni come tubercolosi bovina, brucellosi e carbonchio (antrace), che potrebbero minacciare la sopravvivenza della fauna selvatica protetta» e che «Particolarmente sconcertante la constatazione che questa situazione di emergenza era già stata segnalata da anni, con abbondanza di documenti e riscontri, dal Gruppo Orso Italia, senza ottenere mai risposte né efficaci provvedimenti di tutela».
Il Comitato coordinato da Tassi rincarala dose contro la gestione del parco nazionale: «Non meno preoccupanti le molte altre segnalazioni che da varie parti continuano a pervenire al Comitato Parchi, facendo temere seriamente per il futuro del Parco d'Abruzzo, come ad esempio quelle che lamentano in modo circostanziato: un impiego insoddisfacente delle risorse umane, pur disponendo l'Ente del numero più alto di dipendenti (circa 120 unità) tra tutti i Parchi italiani; una inqualificabile incuria di archivi unici e di importanti collezioni naturalistiche, abbandonate ora in locali umidi e inadeguati; una costante inadempienza nel debiti verso terzi, in special modo dipendenti, ex dipendenti e legali, malgrado ripetuti richiami degli ispettori di finanza. Questa situazione davvero ingiustificabile ha fatto sì che molti si chiedano se l'Ente disponga di responsabili del personale, della ricerca e delle questioni legali all'altezza dei propri compiti, e se vi sia qualcuno che ne controlli l'operato. Per il momento il Comitato, pur condividendo le preoccupazioni, non è in grado di fornire risposte certe e definitive. Assicura tuttavia che farà tutto il possibile per accertare la verità, e che non mancherà comunque di informare tutte le competenti autorità nazionali e internazionali, nel superiore interesse della "missione Parco"».