[06/09/2012] News toscana

La crisi si legge anche nei dati del turismo. In Toscana è -10% di presenze

I dati di Federalberghi segnalano un calo evidente con ripercussioni anche sul fronte occupazionale

Sono arrivati i numeri di Federalberghi, numeri non certo confortanti. Ad agosto, per la prima volta nella storia del turismo italiano, si è registrato un calo di presenze complessive degli alberghi (-1,1%), composto da un -3% di italiani e un +2,1% di stranieri. «L'andamento del turismo alberghiero italiano a luglio ed agosto di quest'anno, rispetto allo stesso periodo del 2011, fa segnare un risultato a due velocità - ha dichiarato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca - Luglio ha mostrato una flessione complessiva delle presenze alberghiere pari al 5%, caratterizzata da un -8,9% di italiani e un +0,2% di stranieri».

Questi dati confermano lo stato di crisi in cui versano in particolare i cittadini italiani, attanagliati dalle paure di un futuro incerto, dalla disoccupazione in continua crescita, fattori che hanno fortemente contribuito a far disertare il turismo alberghiero che è anche quello più costoso.  Il calo delle presenze alberghiere ha avuto poi ripercussioni anche sul fronte occupazionale: nei primi otto mesi il settore ha perso il 2,6% di occupati, rispetto allo stesso periodo del 2011. Si tratta di un calo generalizzato, hanno informato da Federalberghi, con un dettaglio del -2,8% del personale a tempo indeterminato e del -2,5% di quello a tempo determinato.

I dati negativi della stagione estiva non sono un fulmine a ciel sereno. Una tendenza negativa è in atto già dall'inizio dell'anno. Nei primi otto mesi del 2012 infatti, rispetto allo stesso periodo del 2011, le presenze alberghiere sono diminuite del 2,6%, con gli italiani a -5,6% e gli stranieri a +1,2%. «Una evoluzione che ha portato a un calo di fatturato stimabile attorno al 10% a causa dei prezzi fermi ormai da 3 anni e di accorte politiche tariffarie difficili da sostenere a lungo» ha precisato Bocca. Per ciò che attiene il dettaglio delle singole regioni, la Federazione degli albergatori segnala alcune disparità: tra le regioni che crescono, ci sono la Campania (+2,4%), seguita dalla Sicilia (+0,6%) e dal Veneto (+0,2%). Tengono Emilia Romagna e Trentino Alto Adige, mentre il calo maggiore si registra in Friuli Venezia Giulia (-11,8%), Toscana (-10,6%), Sardegna (-7,1%) e Puglia (-6%). In calo anche Piemonte (-4,8%), Liguria (-2,9%), Lazio (-2,8%), Lombardia (-0,8%).

Questi dati confermano, nel caso ve ne fosse ancora bisogno, che il nostro paese nonostante debba migliorare la qualità della sua offerta turistica continuando a valorizzare il suo prezioso paesaggio e le sue  uniche bellezze architettoniche, storiche artistiche non possa puntare solo sul settore turistico per il suo rilancio specialmente se si vuole optare come auspicabile per un nuovo modello economico.

A soffrire in particolare pare comunque sia solo il turismo più tradizionale quello ospitato negli alberghi prevalentemente nelle città, perché i dati sul cosiddetto "turismo verde" sono oggettivamente diversi. La vacanza in campagna infatti registra nei primi otto mesi dell'anno un lieve aumento (+1%), complice il "boom" di agosto con 1,5 milioni di presenze. «Nell'anno in cui il turismo italiano crolla e le ferie d'agosto subiscono un calo "storico", la vacanza in campagna resiste alla crisi e tiene rispetto alle altre categorie ricettive, riuscendo a spuntare nei primi otto mesi del 2012 un leggero aumento di poco superiore all'1 per cento. Complici i prezzi invariati e la scelta degli italiani di soggiorni brevi in località vicine- hanno dichiarato da Turismo Verde, l'associazione nazionale agrituristica della Cia-Confederazione italiana agricoltori- Un segno più che è trainato dai picchi di presenze registrati soprattutto nel week-end di Pasqua, nei lunghi ponti del 25 aprile e del primo maggio e nel periodo estivo agli sgoccioli. In particolare, il "boom" di agosto con più di 1,5 milioni di ospiti e le prenotazioni di settembre fanno prevedere un aumento di soggiorni in campagna stimato fino al 3 per cento».

Senza togliere meriti alla politica effettuata dagli operatori di questa specifica categoria, ad influire su questi dati positivi non è stata sola la voglia di aria aperta ma anche la crisi economica considerato che la vacanza in agriturismo per molti italiani ha rappresentato la formula ideale per un'estate improntata al risparmio, condizionata dal potere d'acquisto mai così basso e dal caro-benzina. Tutti fattori che hanno "accorciato" le mete, i tempi dei soggiorni e fatto optare per soluzioni meno costose.

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