
[14/09/2012] News
L'Italia è obbligata a recuperare le accise sul gasolio per riscaldare le serre. Lo afferma il Tribunale UE - con sentenza di ieri - che respinge il ricorso dell'Italia e conferma la decisione della Commissione europea.
La questione risale al 2001 e fa riferimento alla decisione dell'Italia presa con decreto legge 26/20001. Con tale decreto l'Italia ha stabilito che per il periodo 3 ottobre-31 dicembre 2000, i diritti di accisa sul gasolio utilizzato per il riscaldamento delle serre corrispondessero al 5% di quelli applicabili al gasolio utilizzato come carburante. Successivamente, con le leggi finanziarie 2001, 2002 e 2003 l'Italia ha disposto un'esenzione totale dalle accise sul gasolio utilizzato per il riscaldamento delle serre con riguardo, rispettivamente, al periodo 1 gennaio 2001 - 30 giugno 2001 e agli anni 2002, 2003 e 2004.
Ma, nel 2009 la Commissione europea ha qualificando come aiuti di Stato tali misure. Perché le misure finanziate con risorse statali hanno favorito talune imprese (le aziende del settore dell'agricoltura e, in particolare, quelle che coltivano sotto serra) e hanno inciso sugli scambi e falsare la concorrenza, vista la posizione dell'Italia nella produzione agricola sotto serra.
Quindi, la Commissione ha ingiunto all'Italia di recuperare presso i beneficiari le somme corrispondenti agli aiuti concessi (comprensive degli interessi, dalla data in cui erano state poste a disposizione dei beneficiari alla data del loro effettivo recupero).
Il Tribunale europeo conferma tale opinione. Perché l'Italia non ha dimostrato, né con i dati forniti alla Commissione, né quelli forniti in allegato al ricorso, che le esenzioni dalle accise si siano rese necessarie a causa di un mutamento significativo delle condizioni economiche. Questi dati mostrano unicamente le variazioni del prezzo al consumo del gasolio da riscaldamento fra il 1999 e il 2004 e le variazioni dell'importo delle accise sul gasolio nel medesimo periodo. E non provano che l'aumento del prezzo del gasolio abbia posto i serricoltori italiani in una situazione concorrenziale particolarmente difficile rispetto ai loro concorrenti, in particolare ai serricoltori degli altri Stati membri.