[14/09/2012] News

La transizione ecologica di Hollande: obiettivo -40% di gas serra nel 2030 e – 60% nel 2040

La centrale nucleare di Fessenheim chiuderà nel 2016. No al fraking per gas e petrolio. Sì alle tasse ecologiche ed alla carbon tax Ue

Qualcuno cominciava a mettere in dubbio che quel che aveva detto François Hollande durante la campagna elettorale per le presidenziali francesi, cioè di considerare la protezione dell'ambiente come una leva dello sviluppo economico e non come un ostacolo, fosse solo l'ennesima promessa per prendere i voti ambientalisti e tener buoni gli alleati Verdi. Ma oggi Hollande, aprendo la conferenza ambientale ha dimostrato che si trattava di un timore privo di fondamento. Il Presidente francese ha presentato le sue idee, e non sono affatto malvage.

Sul clima, Hollande ha ricordato che è stato proprio sotto la presidenza di turno francese del suo predecessore Nicolas Sarkozy che l'Unione europea, nel dicembre 2008, si è accordata su "pacchetto clima" per ridurre entro il 2020 le emissioni di gas serra del 20%, diminuire i consumi energetici del 20% portare al 20% la quota delle energie rinnovabili. Hollande non vuole essere da meno di Sarkozy ed ha detto: «Sono pronto ad andare più lontano», proponendo di difendere, anche contro diversi Paesi europei, «un obiettivo del - 40% nel 2030 e poi del - 60% nel 2040». Il presidente Francese non ha però spiegato come la Francia raggiungerà questi obiettivi che poi sono quelli che i Paesi in via di sviluppo chiedono a quelli sviluppati e come convincerà i Paesi più recalcitranti dell'Ue. Hollande ha candidato la Francia ad accogliere il summit climatico dell'Unfccc nel 2015.

Hollande nel suo programma di "60 engagements" ha promesso che «un milione di abitazioni all'anno beneficeranno di un isolamento termico di qualità». Oggi ha riconfermato questa sua "grande priorité" del quinquennato come grande sfida ambientale e leva di crescita per le piccole e medie industrie. Resta da capire da dove verranno i finanziamenti. Per gli alloggi sociali il presidente francese conta di trovare le risorse con il raddoppio dei fondi per il "Livret A" e il "Livret développement durable", con un'imposta "sviluppo sostenibile" e con prestiti a tasso zero.

Hollande ha poi affrontato il tema scottante dell'energia, che negli ultimi giorni ha visto i suoi ministri dire tutto e il contrario di tutto. Ha sbarrato decisamente la strada allo sfruttamento petrolifero degli scisti bituminosi e del gas shale dicendo che «la fratturazione idraulica, la sola tecnica oggi conosciuta, non è esente da pesanti rischi per la salute e l'ambiente. Ho chiesto a Delphine Batho (la ministro dell'ambiente, ndr) dio pronunciarsi senza attendere per il respingimento di 7 richieste do permessi depositate presso lo Stato e che hanno legittimamente sollevato l'inquietudine in diverse regioni. Quando si tratta dell'esplorazione e dello sfruttamento degli idrocarburi non convenzionali, questa sarà la mia linea di condotta durante tutto il mio quinquennato».

Poi Hollande ha affrontato il tema dei temi energetico: il nucleare, ha detto che già da ora è fissata «la riduzione della parte dell'atomo nella produzione di elettricità dal 75% al 50 % entro il 2025». Poi ha precisato che la centrale nucleare di Fessenheim chiuderà nel 2016 e ha aggiunto che «Questo smantellamento della più vecchia centrale del parco dell'Esagono dovrà essere un esempio per dimostrare l'eccellenza dell'industria francese che potrà esportare questo savoir-faire all'estero, dato che numerosi reattori arriveranno a fine vita negli anni che verranno».

Hola

Per quanto riguarda la fiscalità ambientale, Hollande ha detto che non si tratta di «Creare delle imposte supplementari e di amputare il potere di acquisto delle famiglie, ma di cambiare i modi di prelievo: nell'occorrenza, tassare meno il lavoro e più gli inquinamenti». Le Monde spiega che «l'obiettivo quindi è semplice, per esempio estendere il principio del bonus/malus ad altri prodotti oltre l'automobile. O creare una "taxe écologique" per ampliare il tavolo del finanziamento della protezione sociale».

Ma Hollande ha anche rilanciato la carbon tax per tutta l'Unione europea «Al fine di penalizzare i prodotti importati la cui fabbricazione deriva da dumping ecologico». Hollande ha promesso che lavorerà a questo di concerto con i suoi partner europei e che proporrà anche che una parte del "project bonds", le obbligazioni dedicate ai grandi progetti, «Riguardi cantieri ambientali. Il presidente socialista francese ha detto di sperare che l'Unione europea costituisca «Una comunità europea dell'energia».

La conclusione è stata dedicata alla biodiversità e Hollande giudica prioritaria la sua salvaguardia e per questo occorre «La limitazione dell'artificializzazione dei suoli, lo sviluppo di un nuovo modello agricolo e la ridizione dell'utilizzo di pesticidi e la salvaguardia della biodiversità marina».

 

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