[19/09/2012] News

Isole contese: dopo le proteste anti-giapponesi la Cina invia altre navi militari e pescherecci

Oggi il network radiotelevisivo Nhk tira un sospiro di sollievo:  «Le proteste anti-giapponesi sembrano diminuire in tutta la Cina, il giorno dopo che il Paese ha visto manifestazioni di massa in più di 110 città. Le proteste mercoledì sono state più piccole ed in luoghi meno numerosi. Nessuna protesta ha avuto luogo presso l'Ambasciata giapponese a Pechino per la prima volta dal martedì della settimana scorsa, quando il governo giapponese ha messo 3 delle isole Senkaku nel Mar Cinese Orientale sotto proprietà statale». 

Ieri i manifestanti nazionalisti cinesi hanno aggredito anche l'auto dell'ambasciatore statunitense in Cina e la polizia antisommossa è ancora dispiegata nella zona delle due ambasciate Usa e giapponese, ma le barriere di fronte all'ambasciata di Tokyo sono state eliminate. L'ambasciata giapponese ha detto di aver ricevuto informazioni che una protesta era comunque in programma anche per oggi, ma il governo cinese sembra deciso per il momento a placare la collera polare e ha invitato i suoi cittadini a non scendere in piazza vicino all'ambasciata. I giornali giapponesi parlano di una sassaiola contro il Consolato Generale a Shenyang, nella provincia di Liaoning, ed aggressioni ed insulti a cittadini giapponesi in diverse città della Cina. 

I disordini anti-giapponesi in Cina hanno anche una motivazione storica: ieri alle 9,18  a Shenyang, il capoluogo della provincia nordorientale di Liaoning, hanno suonato le sirene dell'allarme antiaereo per ricordare l'81esimo anniversario dell'inizio dell'invasione giapponese della Cina.

Intanto arriva la notizia che ieri due giapponesi sono sbarcati su una delle isole contese isole e che la Cina ha presentato una forte protesta al  Giappone. Ma secondo Nhk, «Le autorità cinesi sembrano cercare di limitare le proteste attraverso il controllo della stampa, sottolineando al tempo stesso la sovranità della Cina sulle isole», che i cinesi (e Taiwan) rivendicano con il nome di Diaoyu.

Il portavoce del ministero degli esteri cinese, Hong Lei, ha però detto che «Lo sbarco di due militanti della destra Giappone sulle isole Diaoyu è una vera provocazione ed attenta alla sovranità ed all'integrità territoriale della Cina».  

La crisi per questi isolotti disabitati ma ricchi di pesce ed i cui fondali nascondono gas e petrolio, sta diventando politico-diplomatica a tutti gli effetti: in Cina e Giappone sono stati annullati 80 meeting, scambi culturali  e visite di delegazioni dei due Paesi e le scuole giapponesi hanno annullato le gite scolastiche in Cina.  Il segretario alla difesa Usa, Leon Panetta, durante una conferenza stampa congiunta a Pechino con il ministro della difesa cinese Liang Guanglie,  ha esortato il Giappone e la Cina ad affrontare con calma la controversia sulle isole Senkaku/Diaoyu e ha detto che «Gli Stati Uniti sono preoccupati per il fatto che la sicurezza marittima nell'Asia orientale non può essere mantenuta se il conflitto si inasprisce. Gli Usa vogliono che tutti i Paesi interessati pongano fine pacificamente alle attuali tensioni diplomaticamente». Liang ha risposto che «La Cina spera di risolvere il problema correttamente attraverso colloqui di pace, ma il Giappone è pienamente responsabile di aver causato i recenti disordini. La Cina sta guardando ai relativi sviluppi ed ha il diritto di prendere ulteriori provvedimenti». 

L'agenzia ufficiale cinese Xinhua scrive che Liang ha detto a Panetta di non condividere assolutamente le sue dichiarazioni precedenti fatte a Tokyo. Il segretario alla difesa Usa aveva detto che le Senkaku si trovano nell'area nella quale si applica il trattato di sicurezza Usa-Giappone e che quindi sarebbero giapponesi. Liang gli ha ricordato che «La Cina si aspetta che gli Stati Uniti mantengano la loro posizione di non prendere parte dove ci sono rivendicazioni contrastanti sulla sovranità».

Intanto, per far capire che aria tira, la Cina oggi ha inviato due navi militari nel mare delle Diaoyu, portando così il totale ufficialmente a 10, che si confrontano con le 6 navi giapponesi, un aereo, un elicottero ed un aereo anti-sommergibile  inviati  da Tokyo.  Ma secondo i giapponesi già ieri le navi cinesi nell'area contesa erano 12:  «10 unità di sorveglianza marittima e 2 navi da pesca. 3 di loro sono penetrate nelle acque territoriali del Giappone. Oggi la Guardia Costiera giapponese ha comunicato che «una nave da pattuglia cinese si è nuovamente avvicinata alle acque territoriali giapponesi al largo delle isole Senkaku nel Mar Cinese Orientale.  Una  motovedetta e un peschereccio cinesi stanno incrociando al largo dell'isola di Kubashima delle 10,00 di mercoledì». I giapponesi hanno invitato i cinesi a non navigare nelle loro acque territoriali. La Guardia Costiera di Tkyo conferma che «Un totale di 13 navi del governo cinese sono ora nelle acque vicino alle isole Senkaku, con un'altra motovedetta che si è unita». 

I giapponesi invece smentiscono quello che aveva annunciato la radio di Stato cinese, cioè l'arrivo di circa mille pescherecci cinesi nel mare delle Senkaku/Diaoyu: La guardia costiera del Giappone dice di non aver notato una flottiglia di barche da pesca cinesi vicino alle isole», ha detto la Nhk.

Xinhua ritorna sulle vicende storiche che i cinesi vivono come una ferita ancora aperta: «L'atteggiamento che il Giappone adotterà su questioni quali l'incidente del 18 settembre 1931, il massacro di Nanchino e le isole Diaoyu è un test per sapere se il Giappone del dopo-guerra potrà trattare in maniera appropriata la storia e preservare lo sviluppo pacifico delle relazioni bilaterali. Le recenti azioni del Giappone hanno non solo urtato i sentimenti del popolo cinese  ma anche condotto il Paese in una pericolosa direzione che potrebbe eventualmente nuocergli».

Pechino ricorda che quest'anno segna il 40esimo anniversario della ripresa delle relazioni sino-giapponesi e che «Da 40 anni i leader dei due Paesi hanno superato con saggezza e lungimiranza grandi difficoltà per normalizzare le relazioni diplomatiche», ma poi avverte: «A ben guardare, le tensioni tra la Cina e il Giappone avranno inevitabilmente un impatto negativo sulla parte giapponese. Il Giappone deve prendere sul serio la posizione della Cina, ascoltare l'appello della popolazione cinese, cessare ogni atto che potrebbe intensificare le tensioni intorno alle isole Diaoyu e ritornare al tavolo dei negoziati al fine di risolvere questo litigio».

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