
[20/09/2012] News
Aiab: «Nessuna incognita sul cibo di cui ci nutriamo. Evitiamo di fare la fine dei topi»
Greenpeace France interviene sui risultati dello studio "Long term toxicity of Roundunp herbicide and Roundunp-tolerant genetically modified maize", condotto su ratti da laboratorio per due anni e dice che «mostra delle conseguenze gravissime per la salute provocate dal consumo di un mais Ogm, il NK 603 della Monsanto, resistente all'erbicida Roundup».
Secondo gli ambientalisti, «La minaccia è là, ben reale anche in Francia. Il mais Ogm NK 603 può essere presente nell'alimentazione animale (è soprattutto destinato al bestiame) ma anche negli alimenti venduti direttamente ai consumatori. In quei casi, la regolamentazione francese prevede un'etichettatura obbligatoria che indichi la presenza di Ogm in caso di utilizzo volontario. Dal primo luglio scorso, i prodotti che non contengono Ogm possono presentare la dicitura "sans OGM". Una misura attesa da molto tempo dagli oppositori degli Ogm... ma non realizzata».
Anche l'Associazione italiana per l'agricoltura biologica (Aiab),interviene sui risultati dello studio francese sugli Ogm pubblicato da "Food and Chemical Toxicology": «Nessuna incognita sul cibo di cui ci nutriamo. Il principio di precauzione deve essere fondamento delle scelte in tema di alimentazione e ambiente».
Alessandro Triantafyllidis presidente di Aiab, sottolinea che «Gli Ogm già rappresentavano una grande minaccia per la biodiversità e le produzioni di qualità presenti, ora con questo studio sappiamo con maggiore chiarezza che sono nocivi anche alla salute animale. Evitiamo, quindi, di fare la fine dei topi: le nubi che si addensano intorno alla salubrità degli OGM riportano sul tavolo le incognite degli organismi geneticamente modificati. Bisogna basarsi sul principio di precauzione, in primis in relazione alla salute umana, ma anche in merito all'ambiente e ai sistemi agrari. Sollecitiamo, pertanto, il Commissario Europeo alla Salute John Dally e il Commissario all'Agricoltura Ciolos ad un'immediata sospensione delle autorizzazioni alla coltivazione Ogm in Europa. Bisogna poi proseguire nel fare chiarezza sui i rischi che i consumatori europei potranno incontrare in futuro a causa degli Ogm».
Greenpeace fa il punto proprio sulla valutazione degli Ogm in Europa che accusa di «Mancanza di indipendenza e di serietà». Gli ambientalisti sottolineano che «Attualmente, i rischi degli Ogm sono valutati , dall'European Food Safety Authority (Efsa - con sede a Parma, ndr). Ora, questo organismo si è distinto da numerosi anni per la prossimità scandalosa dei suoi membri con gli industriali che vendono degli Ogm e per la sua mancanza di indipendenza. Diversi deputati europei hanno sottolineato i conflitti di interesse degli esperti dell'Efsa, in particolare quelli dell'ex presidente dell'Efsa, la signora Banati. L'Efsa deve cessare di essere l'anticamera degli industriali delle biotecnologie. Perciò, deve valutare l'impatto degli Ogm a lungo termine e non solo unicamente a tre mesi come è attualmente il caso negli studi forniti dagli industriali con i quali sottopongono le loro domande di autorizzazione! Questo organismo deve anche basarsi su studi indipendenti e non unicamente su delle analisi fornite dagli industriali del settore, come succede attualmente. La complicità deve cessare! Ne va della salute degli europei e della preservazione del nostro ambiente».
Dopo la pubblicazione del clamoroso studio sulle conseguenze dell'assunzione degli Ogm, Greenpeace chiede «Una risposta immediata da parte dell'Unione europea. Questa deve decretare una moratoria su tutti gli Ogm in Europa. E' soprattutto urgente vietare gli Ogm resistenti agli erbicidi. Questi sono i più coltivati nel mondo, il loro uso induce al ricorso crescente ai pesticidi e le principali domande di autorizzazione attualmente in corso presso l'Unione europea riguardano questo tipo di Ogm».
Greenpeace conclude con un appello a Hollande ed ai partiti della coalizione di sinistra (Verdi compresi): «Il governo francese può e deve prendersi le sue responsabilità e trasformare i suoi discorsi anti-Ogm in atti, spingendo la Commissione europea a prendere le misure necessarie».
Aiab e Fondazione italiana per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica (Firab) commentavano così le dichiarazioni rese a Cipro dal ministro per le politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, «Il Ministro non cada in insidie, ma difenda l'agricoltura biologica e libera da Ogm. Sono in gioco gli equilibri degli agroecosistemi, la tutela dell'ambiente e della biodiversità, il profilo qualitativo dell'agroalimentare made in Italy, i rapporti di forza e di potere nel sistema agricolo, la sovranità alimentare. Le incognite e i timori di ordine sanitario completano il quadro». Aiab e Firab sostengono che «Le scelte da compiere in questo campo devono soddisfare le aspettative e le convinzioni fortemente prevalenti nella nostra società e tra le realtà produttive, senza esporsi a inutili e potenzialmente costosi rischi. La coesistenza è semplicemente impossibile. Caro Ministro, non corriamo pericoli non dimentichiamo l'esperienza degli agricoltori spagnoli che hanno dovuto abbandonare le loro coltivazioni di mais, perché contaminate dalle coltivazioni Ogm vicine. L'Italia non cada in questa trappola, ma faccia tesoro dell'immenso patrimonio agroalimentare di cui dispone e rilanci sul fronte del posizionamento strategico del sistema agroalimentare che ha nelle filiere libere da Ogm, a maggior ragione se biologiche, un suo inequivocabile punto di forza».