[21/09/2012] News

Isole galleggianti di plastica riciclata e papiri per salvare il lago Naivasha

Il progetto di ripristino dei papiri รจ una delle numerose iniziative in corso nel bacino del lago Naivasha coordinate dall'ufficio di dell'Imarisha Naivasha

Nel lago Naivasha, in Kenya si stanno attuando i piani per realizzare isole galleggianti di plastica contenenti piante di papiro per aiutare a proteggere gli ecosistemi di uno dei più noti  specchi d'acqua dolce della nella nella Rift Valley. La multinazionale tedesca Rewe Group sta finanziando un  partnership per il ripristino del papiro, "coltivato" su isole galleggianti, tra il produttore britannico di tè e di fiori  Finlays e David Harper, senior lecturer all'università di Leicester, che punta a ricreare i servizi ecosistemici dei papiri che garantivano che l'acqua del lago fosse pulita.

Il progetto di ripristino dei papiri è una delle numerose iniziative in corso nel bacino del lago Naivasha  coordinate dall'ufficio di dell'Imarisha Naivasha che hanno lo scopo di invertire gli effetti negativi del degrado ambientale. L'Imarisha Naivasha è un'organizzazione multi-stakeholder creata dal governo keniano per supervisionare l'utilizzo equo e sostenibile delle risorse naturali del bacino del Naivasha. 

Il papiro ha molti usi commerciali, ma è soprattutto un importantissimo filtratore naturale  di acqua sporca, una pianta comune delle zone umide tropicali che è in grado di fitodepuare anche le acque reflue. Il progetto di ripristino del Naivasha prevede di piantare i papiri su isole fatte di contenitori di  plastica riciclati, come le bottiglie, realizzate dalla 'Floating Islands Southeast (FiSe), una nuova impresa statunitense che lavora anche per i parchi di divertimento della Disney.

Le BioHaven Floating Islands sono state sviluppate nel lontano Montana da Bruce Kania, fondatore di Floating Island International, le isole galleggianti sono costituita da strati di matrice plastica legate insieme a schiuma che ornisce la galleggiabilità l'adesione. La plastica è 100% poliestere riciclato, Pet, proveniente  da bottiglie di bevande, ma potrebbero essere utilizzati altri tipi di plastica. La galleggiabilità è regolabile attraverso l'utilizzo di diverse percentuali di schiuma poliuretanica. Un isola tipo è di circa un acro di superficie effettiva. «Pensate alle zone umide e quanto valga un acro di zona umida è quando sia attualmente il loro territorio reale - dice  Kania - Le nostre isole forniscono l'equivalente senza occupare terra preziosa e lavorano in acque profonde o poco profonde. La superficie è importante perché i microorganismi i nell'acqua hanno bisogno di una superficie per proliferare. Pensate ad una bottiglia che viene gettata in acqua: non ci vuole molto prima che venga ricoperta da una melma verde! Questo è il biofilm e il biofilm è costituito da microbi, organismi unicellulari che necessitano di azoto e fosforo per prosperare. Questi nutrienti, che arrivano nella colonna d'acqua per mezzo di fertilizzanti, sono dannose per l'acqua in quanto permettono alle alghe di crescere, ma se diamo ai microbi un posto dove vivere, useranno le sostanze nutritive per la propria crescita prima che arrivino le alghe. Così i microbi mantengono l'acqua pulita dalle alghe, e in tal modo si evita che le alghe che riducano l'ossigeno nell'acqua». Inoltre la nuova vegetazione contribuisce ad assorbire CO2 e quindi ad abbattere le emissioni di gas serra.

Le isole sono appena commissionate alla FiSe e dopo che sopra di loro verranno piantati i papiri, saranno ancorate alla foce del Malewa, il principale fiume che si immette nel Naivasha, per intrappolare il limo prima che raggiunga il lago. Le radici delle isole di papiro agiranno anche come vivai ittici e zone di alimentazione, mentre i loro steli alti 5 metri danno rifugio ad una ricca avifauna. Un progetto che sarà vantaggioso per gli esseri umani e la biodiversità che vivono nel lago e delle sue risorse. Se il primo gruppo di isole di plastica riciclata avrà successo, il progetto verrà replicato lungo tutto il lago.

Il lago Naivasha si estende su circa 100 km2 e una volta le sue acque erano limpide e le sue sponde circondate da papiri, ma negli ultimi 30 anni la situazione è rapidamente peggiorata, anche perché Naivasha è stata la città del Kenya con la più rapida crescita Kenya dopo il boom dell'orticoltura e dei fiori recisi per l'esportazione, che è oggi rappresenta uno dei tre maggiori introiti di valuta estera per il Paese africano. Con le opportunità di lavoro, la popolazione umana è cresciuta di 20 volte, con insediamenti selvaggi e non pianificati che hanno distrutto grandi distese di papiro. Nello stesso periodo è triplicata la popolazione dei bufali che vivono lungo il lago e che mangiano papiro.

I principali produttori di fiori sono consapevoli del disastro che sta colpendo il fragile ambiente del lago Naivasha e che rischia di compromettere la loro immagine tra i consumatori europei, per questo la  Finlays, sta già utilizzando il papiro per la fitodepurazione dei suoi reflui in zone umide artificiali. Harper sottolinea che «Finlays ha anche il marchio Fair Trade ed i principali retailer europei, come ad esempio Rewe, comprano  solo fiori provenienti dal commercio equo e solidale, ma per quest'ultimo non è necessario che gli agricoltori mostrino una preoccupazione per l'ecosistema da cui viene prelevata la materia prima per il loro prodotto. Anche se la nuova legge sull'acqua del Kenya prevede che venga pagato il prezioso servizio ecosistemico dell'acqua pulita, questo non va direttamente al ripristino degli ecosistemi».

L'operazione di immagine è intelligente, anche se puzza ancora un po' di grenwashing, ora la Rewe potrà dire ai suoi clienti tedeschi: «Comprare una rosa Rewe contribuisce a ripristinare il lago Naivasha.

Harper dopo 7 anni di iniziative e sensibilizzazione per salvare il lago dal progressivo deterioramento, è riuscito a coinvolgere i più grandi floricoltori che si stanno impegnando per il ripristino dell'ecosistema: Oserian ha realizzato un corridoio faunistico, Finlays sta andando avanti con il progetto del papiro. Queste due società, insieme ad altre aziende più piccole, contribuiscono al regime "Payment for Ecosystem Services" (Pes), una proposta avanzata da Harper e da un economista ambientale e ripresa dal Lake Naivasha Growers' Group, l'associazione volontaria di aziende orticole. Il Pes prevede che gli "acquirenti" di acqua pulita versino una cifra al "venditore" di quella commodity, cioè i piccoli agricoltori, questo denaro viene utilizzato per il controllo dell'erosione, con l'impianto di fasce di vegetazione lungo le rive più compromesse, trattenendo così il  suolo e quindi impedendo che nel lago entrino più sedimenti.

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