
[26/09/2012] News
Per Lav, Wwf, Gol, Lipu e Legambiente si tratta di un importante traguardo per la tutela dei diritti degli animali
Ieri il Consiglio Regionale della Lombardia, con 42 voti favorevoli, 28 contrari e 3 astenuti, ha approvato le questioni pregiudiziali avanzate da Italia dei Valori e Sinistra Ecologia e Libertà che evidenziavano i gravi vizi di legittimità dei progetti di legge abbinati "Modifiche alla legge regionale 30 luglio 2008, n. 24". Lo stesso presidente della Regione, Roberto Formigoni, aveva messo in guardia il suo Consiglio dall'approvare queste deroghe che avrebbero comportato una procedura di infrazione all'Unione europea ed una pesantissima sanzione.
Per Lav, Wwf, Gol, Lipu e Legambiente, che avevano inviato atti di diffida a tutti i consiglieri regionali e una segnalazione alla Corte dei Conti, si tratta di un importante traguardo per la tutela dei diritti degli animali e le associazioni plaudono ai consiglieri Stefano Zamponi (Idv) e Chiara Cremonesi (Sel) che hanno proposto la pregiudiziale.
Il Wwf Lombardia in una nota esprime tutta la sua soddisfazione e sottolinea: «Si conclude così, speriamo definitivamente, il regime di illegalità in ambito venatorio che ha interessato la Regione per troppi anni, a causa dell'approvazione sistematica di norme incostituzionali e anticomunitarie, con gravi e irreparabili danni alle popolazioni di uccelli migratori, protetti all'estero e condannati invece a finire nei carnieri italiani. Un duro colpo, quindi, per i consiglieri dei gruppi Lega Nord (promotori della "caccia in deroga"), ma anche del Popolo della Libertà (guidati dal presidente della Commissione agricoltura Mauro Parolini) e di Udc che avevano presentato ben tre progetti di legge, sperando di garantirsi il plauso dei cacciatori».
Anche secondo Lipu-BirdLife Italia, «Con la bocciatura della proposta di legge lombarda sulle deroghe, grazie alla pregiudiziale presentata da Idv e Sel approvata in Consiglio regionale, si scrive la parola fine, forse per sempre, al triste rito ordinario della caccia in deroga, cioè quel meccanismo per cui, ormai ogni anno, la regione Lombardia e altre regioni, concedevano ai propri cacciatori di abbattere centinaia di migliaia di piccoli uccelli protetti. Una pratica illegittima, quella della caccia in deroga, che andava ben oltre la straordinarietà dello strumento di deroga per configurarsi come un espediente utile a raggirare le regole nazionali e comunitarie e cacciare specie non cacciabili. Un espediente che ci è costato caro: procedure di infrazione, condanne della Corte di Giustizia, interventi straordinari delle istituzioni europee, una nuova messa in mora per Regioni e Repubblica italiana. Ma il naufragio di questo nuovo tentativo di alcune frange della caccia lombarda potrebbe almeno evitarci la punizione finale, che è quella della seconda e definitiva condanna, con le relative sanzioni economiche. Ne prenda atto, la Lombardia, e non tenti ora di approvare alcuna delibera di salvataggio, e ne prenda atto anche il Veneto, altra regione da maglia nera che l'Europa continua a tenere sotto strettissima osservazione. Ma ne prenda atto anche il Governo italiano, che ora ha il compito di adeguare la legge nazionale in modo che queste vicende non si ripetano più. Nel 2008, in poche settimane, la Lipu raccolse oltre 200 mila firme per dire stop a questa pratica dannosa e fraudolenta. Il momento in cui le deroghe di caccia tradizionali saranno abolite si sta avvicinando. E' un bene per tutti: per la natura, per il diritto, per le tasche dei cittadini italiani».