[02/10/2012] News

“Road to recovery”, lo studio di Lipu-BirdLife esamina la Strategia per la biodiversità dell’Ue

Qualche progresso, ma l'Italia “rimandata” in biodiversità

La Lipu-BirdLife Italia, ha lanciato oggi insieme a Birdlife Europa, il report "Road to recovery" che analizza i progressi compiuti dall'Unione europea nel raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Strategia per la biodiversità finalizzata ad arrestare la perdita di specie e habitat entro il 2020. «A due anni dall'adozione di tale Strategia - sottolineano Lipu e BirdLife - questo primo rapporto esamina i progressi realizzati a livello politico in Europa e valuta le modalità di adempimento della Strategia messe in atto dai singoli Stati membri, sottolineando nel contempo le criticità ancora da risolvere». Volendo sintetizzare,  il rapporto evidenzia luci e ombre. Se da una parte, infatti, il 20% del territorio Ue è incluso in rete Natura 2000, d'altra, la maggior parte degli Stati membri dimostra una grave arretratezza nella protezione, gestione e monitoraggio delle aree protette e delle singole specie. Due facce anche per quanto attiene la conservazione ed il ripristino degli ecosistemi e dei loro servizi: la Commissione europea sta sviluppando iniziative promettenti ma non riesce ad allocare in modo adeguato le risorse finanziarie. Inoltre rilevanti sono i danni causati dalle specie esotiche invasive (pari a 12 milioni di euro all'anno), sui quali la Commissione europea dovrebbe avanzare alcune proposte entro la fine dell'anno. Altri due importanti fattori di declino della biodiversità, riportati nel rapporto riguardano l'Agricoltura e la Pesca: «ancora troppe le proposte di riforma bloccate e le resistenze in atto contro il tentativo di renderle più sostenibili per l'ambiente. La Pac (Politica agricola comune) distribuisce ogni anno agli agricoltori 50 miliardi di euro di sussidi impiegati in attività prevalentemente dannose per l'ambiente, un fatto questo alla base del deterioramento dell'habitat e del declino di numerose specie di uccelli selvatici- hanno dichiarato Lipu e BirdLife -  inoltre le foreste sono minacciate dallo sfruttamento intensivo con conseguenze dannose sulla salubrità dell'aria, qualità dell'acqua, stabilità climatica e biodiversità». Per quanto riguarda la Politica comune sulla pesca, essa è ritenuta responsabile dell'esaurimento del 75% degli stock ittici e di gravi danni collaterali agli ecosistemi marini. «Solo investendo risorse nella conservazione della natura l'Europa potrà evitare il fallimento della propria Strategia per fermare la perdita di biodiversità» hanno sottolineato le due associazioni. Per quanto riguarda l'Italia nel report sono riconosciuti al nostro Paese progressi sulla designazione dei Sic (Siti importanza comunitaria) e delle Zps (Zone protezione speciale) in ambito terrestre. E' rilevata come insufficiente invece la tutela effettiva di questi siti: dall'applicazione inadeguata della Valutazione di incidenza (ai sensi dell'art.6 della direttiva Habitat) alla mancata applicazione dei principi di prevenzione e precauzione, fino alla debolezza delle norme contenute nei Piani di gestione dei siti di rete Natura 2000. Anche per i finanziamenti viene sottolineato come i fondi europei disponibili siano investiti in modo poco efficace dalle Regioni o addirittura inutilizzati. «L'Unione europea ha correttamente identificato le azioni necessarie, e, laddove si sono adottate delle azioni concrete, queste hanno prodotto risultati positivi- ha dichiarato Giorgia Gaibani, responsabile Iba e rete Natura 2000-  Tuttavia occorre negoziare il budget dell'Unione europea 2014-2020 in modo da spostare gli investimenti a favore della biodiversità e dei servizi eco sistemici. Siamo ancora in tempo a salvare il nostro patrimonio naturalistico ma il tempo sta scadendo e le decisioni che verranno prese nei prossimi mesi saranno cruciali» ha concluso Gaibani.

Il report "Road to recovery" è disponibile alla pagina web www.birdlife.org/eubiodiversityreport2012/)

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