
[04/10/2012] News toscana
Bramerini: «Il tributo è ineliminabile»
Oggi la Giunta regionale della Toscana ha dato il via all'iter che porterà entro l'anno ad una radicale riforma che prevede il riordino e la riduzione sostanziale «dei soggetti preposti all'attività di bonifica, in coerenza con i principi contenuti nei criteri d'intesa Stato/Regioni».
La proposta della Giunta Rossi suddivide il territorio toscano n solo 6 Comprensori di bonifica rispetto agli attuali 41 e razionalizza gli attuali gestori, 13 Consorzi di bonifica e 13 Unioni di Comuni, a cui la funzione fu attribuita dalla Regione in via provvisoria nel '94, e 8 Consorzi interregionali.
I punti più significativi della riorganizzazione sono: 1 - Garantire l'uniformità dell'attività dei consorzi su tutto il territorio regionale per evitare differenziazioni sulla formazione dei bilanci, dello statuto e dei criteri per l'emanazione del tributo di bonifica. Ogni anno il tributo di bonifica fa introitare 60 milioni nelle casse dei Consorzi, unica e indispensabile risorsa per la corretta manutenzione del reticolo idraulico. 2 - rendere certo e trasparente il contributo versato da ciascun consorziato. Per questo obiettivo sarà la giunta a dare direttamente indicazioni su come redigere i piani di classifica. I piani di classifica determinano le necessità di manutenzione/gestione di un corso d'acqua e le modalità di ripartizione dei costi fra i privati. 3- far sì che su ogni territorio ci sia una corrispondenza tra tributo e interventi in opere di manutenzione utili a mantenere il reticolo idraulico. 4 - semplificare e sburocratizzare l'attività amministrativa. 5 - ridurre gli organi politici con le relative spese (sarà previsto solo un compenso/rimborso per il presidente del consorzio in misura proporzionale alle funzioni esercitate). Il costo è decresciuto nel corso degli anni fino a assestarsi ultimamente sui 600mila euro l'anno per tutti gli organi. Va aggiunto che ad oggi su 13 Consorzi di bonifica, 12 sono commissariati. 6 - attribuire le funzioni di indirizzo e controllo alla Regione. 7 - approvare il Piano di bonifica (che contiene tutte le attività del Consorzio) con il concorso delle Province e dei Comuni
L'assessore regionale all'ambiente e all'energia Anna Rita Bramerini (nella foto) ha spiegato: «La razionalizzazione che proponiamo si rende necessaria in un'ottica di risparmio e alla luce dell'attuale frammentazione e eterogeneità negli enti gestori. Come è noto, le Regioni non possono abolire i consorzi di bonifica perché sono previsti dalla normativa statale (Regio decreto 523 del 1904 e Regio decreto 215 del 1933), ma possono disciplinare il loro funzionamento e le loro attività nei limiti dati dalla normativa nazionale garantendo e salvaguardando il patrimonio di conoscenze che tali enti hanno accumulato negli anni con particolare riferimento alla gestione del territorio montano. Stante il dibattito in corso sul riassetto istituzionale di vari enti (Province comprese, si aprirà subito un confronto con i vari soggetti interessati e le Province anche sulla base degli indirizzi che darà il Consiglio regionale per determinare il numero più adeguato di Consorzi che comunque non potranno superare il numero dei Comprensori, cioè 6. Si tratterà di aggregare gli attuali Consorzi e restituire a questi le funzioni di bonifica delegate in via transitoria con la LR 34/94 alle Comunità Montane (oggi parzialmente trasformate in Unioni dei Comuni)».
In una nota la regione dice che «l'individuazione dei 6 Comprensori si basa su quanto stabilito nel 2008 dalla Conferenza Stato/Regioni che definisce i comprensori di bonifica "quali unità idrauliche omogenee, la cui estensione sia idonea a consentire una valida gestione del reticolo nell'ottica della economicità e funzionalità operativa". Per questo, nel progetto di riordino, i Comprensori saranno delimitati in base ai bacini idrografici regionali che, tenendo conto delle caratteristiche del reticolo idraulico presente in Toscana, corrisponde a un numero non superiore alle 6 unità».
La Bramerini affronta anche il tema delle "tasse" sollevato da diversi comitati contro i Consorzi di bonifica: «A chi chiede il motivo della necessità del tributo, rispondo che il tributo è ineliminabile e fondamentale. Lo Stato infatti finanzia solo nuove opere per i corsi d'acqua classificati più importanti, mentre le legge prevede che per i corsi meno importanti e per l'attività di manutenzione ci pensi il privato che appunto agisce tramite i Consorzi. Il contributo di bonifica serve a finanziare tutte le attività che competono ai privati per legge e il cittadino paga nella misura del beneficio che riceve».